giovedì 30 aprile 2015

Glaciale - Birrificio Dell'Eremo - Umbria

Il mio viaggio con le birre Italiane continua, ieri bel pomeriggio al Birrificio Lariano, in compagnia di Emanuele e Fausto, con un'ottimo assaggio di Vergot ancora in maturazione, e una bella chiaccherata ricca di consigli visto che domani mi appresto a produrre una bitter da homebrewer.
Oggi parliamo di centro Italia, ora come già detto arriva il bello, bello perchè non sarà facile trovare birre dal Sud Italia.
Umbria, a parte il marchio storico Birra Perugia, che è ritornato solo ultimamente, (di cui ho parlato recentemente con la Calibro 7 ) , il resto dei birrifici e beer firm ha visto la luce solo negli ultimi anni.
Parlo del Birrificio dell'Eremo, fondato nel 2012 a Capodacqua, alle pendici del Monte Subasio.
Il nome Eremo, dovrebbe dovrebbe risalire all'Eremo Delle Carceri, monastero di Grotte dove San Francesco si rifugiava spesso a meditare.
Il birrificio è a stretta conduzione familiare, belle e semplici le etichette.
La birra provata ieri sera è un'Imperia Ipa da 7,5 % alc/vol, Glaciale il nome, si presenta di un bel colore ambrato scuro, con un bel cappello di schiuma bianca cremosa e abbastanza persistente.
A naso sentiamo subito i sentori fruttati quali ananas, pera, mango e pesca gialla, per poi passare a sentori più dolci come miele e caramello, con qualche leggera nota di vaniglia.
In bocca spazio all'amaro e non più alla frutta, i 7,5 ° si sentono , se la lasciamo riposare emergono note erbacee e balsamiche, quali ho percepito il rabarbaro.
Corpo medio, risultato intenso, birra pulita, con il finale più amaricante.
A mio avviso una buona birra come del resto le altre provate dell'Eremo, forse come detto leggermente amara nel finale.
Consiglio di servirla a 8-10°

ABBINAMENTIformaggi di media stagionatura meglio di latte di mucca, formaggi erborinati, prosciutto dolce, pesce bianco e crostacei.

Formato 33 cl       7,5 % alc/vol       Pagata 4.00 beershop online

martedì 28 aprile 2015

Macca Meda - Birrificio Barley - Sardegna

Dal post di ieri con una birra poco soddisfacente del Trentino, alla Sardegna, una regione tutta da scoprire e io per farlo inizio dalla birra e proseguo...col pianificare le mie prossime vacanze estive in questa magnifica terra, senza tralasciare una sosta birraria.
Per farlo , dopo un sacco di tempo ritorno a bere una birra dell'ottimo birrificio Barley, quasi certo che sarà fantastica.
Il Birrificio Barley nasce nel 2006 a Maracalagonis, a circa una ventina di chilometri da Cagliari nell'entroterra.
Il tutto è frutto della passione di Nicola Perra, le prime birre bevute alla birreria Il Merlo di Cagliari, pian piano l'hanno portato come tanti nel mondo dell'homebrewing e da qui il grande salto anche grazie al fido Isidoro Mascia.
Solo 3 anni dopo, nel 2009 Nicola diventerà birraio dell'anno.
Come sappiamo la Sardegna è anche terra di grandi vini, come il cannonau e nelle birre del Barley il legame col vino c'é eccome, saranno birre che devo reperire presto, con l'aggiunta di sciroppo d'uva che si ottine dal mosto appena pronto di uva rossa o bianca, detto Saba e che in Sardegna spesso viene utilizzato nella preparazione di dolci.
Diversi i premi vinti negli anni dalle birre del Barley.
La birra che apro oggi è la Macca Meda, una American Amber Ale, 7,8 % alc/vol , la versiamo nel bicchiere dove si presenta di un bel colore ambrato leggermente opalescente, con una schiuma bianca cremosa, compatta e persistente.
Al naso si presenta subito con profumi di fruttato, note d'uva bianca, mandarino, pesca, albicocca, dati dall'uso del luppolo First Gold, che appunta dona caratteristiche di fruttato con leggere note agrumate e speziate.
In bocca si ripresentano gli stessi sentori sopra citati, ottimo equilibrio, media frizzantezza, con retrogusto esplosivo a mio avviso un mix di odori e profumi, con una leggera sensazione di pepato, il grado alcolico perfettamente nascosto.
Che birra gente, ottima , pulitissima caratterizzata dall'uso di un luppolo non proprio comune.
Consiglio di servirla a 8-10°

ABBINAMENTIcon cucina etnica e speziata, risotto con carne, secondi di carne rossa, secondi di cacciagione, formaggi stagionati, formaggi erborinati

Formato 75 cl       7,8 % alc/vol     Pagata 9,90 euro beershop 

lunedì 27 aprile 2015

Helles - Birrificio Antonius - Trentino Alto Adige

Finalmente mi ritrovo in cantina 2 birre trentine, complice  il giro del Trentino Alto Adige, corsa ciclistica a tappe, di cui sono molto appassionato e cosi due amici che han seguito la corsa han pensato bene di portarmi 2 birre del Birrificio Antonius.
Il Birrificio Antonius, nasce nel 2012 nella piccola frazione di Sant'Antonio , da qui il nome, vicino a Fiè Allo Scilar, ai piedi dell'Alpe di Siusi, nota località turistica invernale in provincia di Bolzano.
Birre di stampo tedesco, come la maggior parte delle birre prodotte in Alto Adige.
Gli artefici del progetto sono Daniel Anrather e Karin Obrist, che aprono il birrificio come già detto nel 2012 nel comune di Castelrotto, dove ovviamente l'acqua che arriva dalle pendici dello Scilar è perfetta per fare la birra.
La produzione è più o meno di 10.000 hl annui, in prevalenza Helles, le altre birre sono in stile Kellerbier e Weissbier.
La birra che apro oggi è la Hell, 4,8 % alc/vol, che si presenta di colore giallo paglierino, limpida con schiuma bianca fine e cremosa, poco persistente.
Al naso classici sentori come nello stile, aromi dati dal malto, leggere note di miele e un leggerissimo sentore floreale.
Dolce in bocca, crosta di pane con qualche nota erbacea.Finale leggermente amaro appunto, semplice ma con una leggera nota metallica che non dovrebbe certo sentirsi in una Helles.
Aspetto invitante sì, birra beverina e leggera.
Una Helles che però non mi ha particolarmente suscitato interesse, poco corpo, l'intensità dei sapori è scarsa, sembra quasi una birra industriale.
Bevibile ci mancherebbe, fresca, ma le Helles sono altre.Ora sono curioso di provare la Weissbier.
Consiglio di servirla fresca a 6-8 °

ABBINAMENTIPiatti estivi, anche freddi, e cibi dal sapore non particolarmente pronunciato.Ideale con focaccie e pizza.

Formato 33 cl   4,8 % alc/vol       Pagata se non erro 2,50 a bottiglia

sabato 25 aprile 2015

Field Mouse's Farewell - Pretty Things Beer & Ale Projet

Come detto dò sempre spazio a qualche birra estera, anche se come avrete avuto modo di vedere, sto dando maggiore spazio alle birre di casa nostra.
L'altra sera parlando con un amico che di birra ne sa , essendo docente in diversi corsi e il gestore di un pub della mia zona per un futuro corso di deguStazione, ci siamo persi a parlare degli Stati Uniti, dalla Sierra Nevada a Lost Abbey.
Ma non finisce qui, pensando alle mie prossime vacanze estive, in Italia suppongo, si è stranamente parlato di Usa, come non farmi venir voglia di una buona birra made i n Usa???
Pretty Things Beer & Ale Projet, questo il nome della beer firm americana incontrata per la priam volta lo scorso settembre al Villaggio Della Birra.
Il progetto parte da Dan Paquette ( lo stesso che ha contribuito allo sviluppo del nuovo birrificio trappista Spencer ) e Martha Holley Paquette.
Dann con diversi anni di esperienza tra New England,Boston e Inghilterra come birraio , nel 2008 fonda appunto la sua beer firm.
Inizialmente non sono stati pochi i problemi soprattutto finanziari dei due , ma la sua prima birra gli ha dato modo di poter poi autofinanziarsi, avendo riscosso successo.
La birra che ho appena bevuto è una saison, come del resto la prima prodotta da Dann, la Field Mouse's Farewell, 7 % alc/vol , birra stagionale estiva, quindi del 2014, vede l'impiego di un luppolo Francese a me sconosciuto il Strisselspaltm ( spero scritto correttamente ) molto ricercato per le sue qualità aromatiche.
Oltre a questo luppolo viene usato un bel mix di cereali, quali segale, avena, frumento, sorgo, grano saraceno e malto Pils.

Versata nel bicchiere si presenta di color ambrato tendente al color rame acceso, schiuma fine , cremosa e persistente di color bianco sporco.
Aroma ricco ,quali fiori bianchi da buon saison, pepe, pera albicocca e arancio, con un leggero sentore di banana.Corpo medio.
Forse l'aggiunta di così tanti cereali la rende meno bevibile rispetto alle sue sorelle belghe.
Tutto ben bilanciato , con una leggerissima acidità finale, pepata e amara.
Buona come detto meno beverina rispetto ad altre, andrebbe bevuta appena viene commercializzata senza aspettare così tanto tempo.
Consiglio di servirla a 8-10°

ABBINAMENTIPrimi piatti , risotti, pasta, ravioli.Secondi piatti strutturati con erbe aromatiche. Carni bianche arrosto o grigliate. Salumi non molto grassi anche speziati e piccanti. Formaggi stagionati a pasta cotta e dura, a crosta lavata e caprini. Pasticceria invernale anche con aromatizzazione al caffè.

Formato 65 cl    7 % alc/vol      Pagata 9,00 beershop italia

venerdì 24 aprile 2015

Route 77 - Birrificio Il Mastio - Marche

Avevo già parlato delle Marche in uno dei miei primi post con il Birrificio MC77, erroneamente indicato ancora come una beer firm, adesso per il mio percorso si fa dura, sarà sempre più difficile reperire le birre di regioni del Sud Italia, mi restano Lazio, Umbria e Abruzzo poi....buio.
Veniamo all'ultimo assaggio di ieri sera col Birrificio Il Mastiodi Urbisaglia (MC), cittadina del entroterra marchigiano sita in provincia di Macerata, è stato aperto nel 2012 dai fratelli Nabissi Sebastiano e Lorenzo.
Il nome “Il Mastio” non è stato scelto a caso ma adottato in omaggio alla Rocca di Urbisaglia, fortificazione militare eretta all’inizio del’500 sui resti di fortificazioni precedenti di forma trapezoidale dotata di quattro torrioni angolari, una torre portaia nonché di un alto Mastio che fungeva da abitazione per la guarnigione militare, da qui il nome del birrificio.
Il Mastio sposa come stile di riferimento quello belga, riconoscendo anche le culture degli altri paesi del nord Europa e dell’America.
Il mastio,come tanti altri birrifici cerca di sfruttare le risorse del territorio con prodotti della terra Marchigiana.
Impianto da 5 hl, una produzione annua che si aggira intorno a 600/700 hl annui, con una referenza di 7 birre.
La birra che vado a bere oggi, stranamente mi collega al birrificio MC77 , con quel 77 che ci porta ad una curiosa commistione tra la U.S. Route 66 - da Chicago a Los Angeles - e la strada statale 77 della Val di Chienti, che collega Foligno, in Umbria, a Civitanova Marche, che anglicizzata diventerebbe appunto Route 77. Niente a che vedere quindi con la simile, per omonimia, U.S. Route 77 che taglia da nord a sud, o viceversa, gli Stati Uniti., sto quindi parlando della Route 77, un'American Amber Ale da 5,8 % alc/vol.
Versata nel bicchiere, si presenta di un colore ramato intenso, schiuma colore bianco con ottima persistenza.
 Al naso spiccano note agrumate (pompelmo rosa su tutti ) date dall' uso di luppoli americani, si avvertono sentori di caramello.
In bocca al primo assaggio ci si accorge subito del carattere di questa birra, sentori di caramello ben bilanciati dall'amaro del luppolo il corpo morbido carbonatazione medio bassa, finale secco con un buon amaro che persiste in bocca che ci dona una bella sensazione di...fresco.
Una buona birra una Italian Amber Ale come la chiamano, ben riuscita, ben bilanciata tra l'uso di malto e luppoli, fresca e dissetante di facile beva.
Se non erro il birrificio ha un bel locale di mescita, che se non vado errando si chiama Statale 78, perchè non passarci per chi è in zona??
Consiglio di servirla a 8-10°

ABBINAMENTI:si abbina ad affettati misti di suino. Primi piatti succulenti, brasati, carni rosse grigliate e verdure estive alla piastra.

Formato 33 cl       5,8 % alc/vol       Pagata se non erro 3,70 beershop

giovedì 23 aprile 2015

Bianca - Birrificio Bruton - Toscana


Aspettando sempre di reperire qualche birra dal Trentino, stasera m'è venuta voglia di bere una birra estiva vista la giornata calda di oggi.
Dall'adriatico al Tirreno, sta volta in Toscana, nella mia cantina qualche birretta del birrificio Amiata, Olmaia e Bruton e su quest'ultimo m'è caduto l'occhio.La Toscana è una delle regioni italiane con più birrifici, alcuni dei quali da inserire tra i migliori produttori a livello nazionale. 
Quanto è bello avere amici che nei loro soggiorni e vacanze ti recuperano qualche birretta????
Bruton!!Nella storia dell'isola di Creta, perla della civiltà minoica, Bruton era il nome della birra. Abbondanti offerte di Brùton caratterizzavano i riti dedicati al Sacro dio toro, potente ed invincibile Minotauro, rinchiuso nel labirinto del palazzo di Cnosso. Bevendo e cospargendosi di Bruton.
Situato sulla riva del fiume Serchio, a pochi Km da Lucca, il Bruton, oltre alle birre del birrificio, offre un servizio ristorante e pizzeria.
Il tutto ha inizio ormai quasi 10 anni fa, nel 2006, un anno memorabile a livello nazionale l’Italia si laurea campione del mondo ai campionati mondiali di calcio a luglio e poche settimane prima, evento a livello locale, viene fondato il birrificio Bruton a San Cassiano di Moriano in provincia di Lucca. da Agostino Lenci, proprietario dell’azienda vitivinicola Fattoria di Magliano in Maremma e Ubaldo Cerri, grande esperienza nel settore dell’intrattenimento a Lucca e dintorni e di strada ne ha fatta il Bruton, basta pensare che nella squadra c'e passato anche un certo Alessio Allo Gatti, non un birraio qualunque.
Circa una decina le birre prodotte tra cui spicca la Bianca, una Blanche di 5 % alc/vol, bella fresca, prodotta con farro IGP della Garfagnana e buccia d‘arancia.
Versata nel bicchiere, è di colore giallo pallido, opalescente, con una bella testa di schiuma bianca, fine e cremosa ma poco persistente.
Veniamo ora al...naso, coriandolo, sentori di banana, scorza d’arancio, fiori bianchi, pepe e cereali.Fresca, leggera e gradevole in bocca, mi invoglia ancor di più a berla.
Quindi in bocca da subito cereali, banana, una leggera nota acidula rinfrescante, ed un finale amaricante (Northern Brewer) leggermente erbaceo e la  presenza di scorza d’arancia.
Secca ma non troppo, è una birra che si beve davvero molto facilmente nei giorni caldi.
Buona bevuta, birra in perfetto stile, anche oggi un'ottima scelta.
Consiglio di servirla a 6-8°.
Diversi i premi vinti , quindi certo non la scopro ora ma era da tanto che non la bevevo.

Birra dell'anno 2014 : Prima Classificata nella categoria "Chiare, alta fermentazione, basso grado alcolico, di ispirazione belga";
Campionato Italiano Birre Artigianale 2013 : Secondo posto nella categoria "Blanche, Weizen, Gose"; 
 Birra dell' anno 2013 : Prima Classficata nella categoria "Birre Chiare di ispirazione Belga";
Citata nella rivista "All about Beer Magazine" dove ha ricevuto 93 punti, definita: "birra bianca clamorosamente saporita e dinamica"


ABBINAMENTI con cucina etnica e speziata, aperitivo, antipasti di pesce e cruditè, pesce affumicato, pasta con pesce, pasta con verdure, risotto con pesce, secondi di carni bianche, secondi di pesce, dessert a base di frutta.

Formato 33 cl     5 % alc/vol       Pagata 3,70 euro al beershop

mercoledì 22 aprile 2015

Aran - Birrificio Argo - Emilia Romagna

Lascio il nord Italia, passando al centro nord, tralasciando però il Trentino Alto Adige , dove a parte una Forst in cantina, non ho avuto modo di reperire delle birre da assaggiare.
Oggi parliamo dell'Emilia Romagna, a me molto cara, famosa per la Ferrari ,la Ducati e la riviera romagnola oltre che per il buon mangiare.
Se parliamo di birra,anche questa regione come la Lombardia e il Piemonte vanta un buon numero di birrifici, tra i cui alcuni tra i migliori d'Italia vedi Toccalmatto, Birrificio Del Ducato e Dada.
Oggi parlerò del Birrificio Argo, situato in provincia di Parma, è attivo da pochissimi anni ma si è già fatto conoscere.
Il proprietario e birraio è Stefano Di stefano, con un passato al Birrificio Lambrate ,impianto da 10 Hl e una produzione annua e si aggira intorno ai 240.
La gamma delle birre non è vastissima ,una Irish Stout, una Apa, Cream Ale, Blonde Ale e una Imperial red Ale.
Mentre il nome Argo deriva da, vi lascio alle parole di StefanoNella mitologia Argo è il nome della nave con cui gli Argonauti andavano alla ricerca del vello d’oro. Noi abbiamo voluto mantenere l’idea di viaggio come ricerca e scoperta di nuovi stili e birre. Come simbolo però abbiamo scelto un dirigibile perché al contrario della nave il dirigibile non ha ostacoli, va ovunque. Ci piace viaggiare e andare a visitare birrifici in ogni luogo in cui ci troviamo.
Per l'occasione stappo la Aran, una Irish Stout, d'altronde non esiste solo la Guinnes, 4,5 % alc/vol
Già all’occhio, le tinte sono quelle giuste: prevalenza di nero e bordature “cappuccino”, quindi come detto si presenta colore nero impenetrabile, schiuma colore nocciola con una consistenza pannosa e buona persistenza.
Naso complesso, note di caffè, frutta secca, malto tostato e un leggero sentore di caramello, in bocca attacco amaro da malto, che lascia spazio a note di caffè, malto tostato,farina di castagne, caramello bruno, rametto di liquirizia, cacao e nocciola, il corpo ha una buona struttura dove spiccano i sentori donati dal impiego dei malti scuri ( caffè, cacao, nocciola e un leggero tostato ) la carbonatazione e bassa, mentre il finale offre un amaro molto gradevole.

Si lascia bere con una facilità impressionante, una classica Stout dedicata alla grande Irlanda che finalmente l'8 maggio andrò a se per poco, pochissimo a fare visita.
 Avevo già bevuto qualche birra Argo in vari festival e mi ricordavo di questa quindi nel complesso l’ho trovata una birra appagante, completa, morbida e vellutata … sicuramente consigliata a tutti coloro che si vogliono avvicinare alla birre scure d’oltre manica. 
Consiglio di servirla a 10-12 °
Sicuramente da il meglio di se servita a pompa.

ABBINAMENTIuna birra da meditazione, si accompagna con dolci al cioccolato, pasticceria secca e con alcuni formaggi erborinati.

Formato 33 cl          4,5% alc/vol         Pagata 3,50 euro

martedì 21 aprile 2015

SS46 - Birrone - Veneto

Dopo aver staccato parlando di Belgio, riprendo il mio difficile percorso lungo lo stivale.Difficile perchè come detto incontrerò regioni dove reperire le loro birre non sarà certo un giogo da ragazzi, ma ci proverò.
Eravamo rimasti in Friuli Venezia Giulia, quindi ci sposrtiamo di poche decine di chilometri, il Veneto, famoso in tutto il mondo per Venezia e Verona, senza dimenticare nuovamente la scena vinicola col Prosecco, lo Champagne Italiano, che a mio avviso e non solo mertita a volte più di una bottiglia del più pregiato vino Francese, ma non essendo esperto non ne voglio parlare.
Un'altra regione dove la presenza birraria si fa sentire , eccome.
Fresche appena arrivate, grazie al viaggietto in terra di vini di mio padre a Montecchio Maggiore, una piccola selezione di birre del Birrificio Birrone che ha sede a Isola Vicentina, che dista una trentina di chilometri da Montecchio.
Il Birrificio Birrone di Simone dal Cortivo, non che Miglior Birraio d'Italia 2014, nasce il 19 aprile 2008 ma la passione per le birre, ma la sua passione per le birre parte da lontano, specialmente di stampo tedesco.
E proprio la Germania è la nazione che maggiormente influenza le produzione del Birrone: molte basse fermentazioni, molte ricette classiche (helles e bock, weizenbock e weizen) ma anche qualche concessione al di fuori dei confini tedeschi, come una lager brassata con il luppolo americano Cascade (Gerica), una porter ,e produzioni one shot come IPA e oud bruin.
Il birrificio comincia con un impianto produttivo da 12hl, con birre di ispirazione tedesca che conquistano immediatamente il gusto del consumatore veneto. Nel tempo i volumi, grazie ad un ottimo lavoro realizzato nel territorio, che fino al 2011 assorbe il 100% della produzione, aumentano passando dagli iniziali 350hl annui ai 3000hl attuali. Nel 2013 arriva lo spostamento produttivo in uno stabilimento limitrofo 4 volte più grande (1100mq) dove viene creato anche uno spazio dedicato alla degustazione "La Casa del Birrone". Il 2014 è l'anno della consacrazione della critica: arrivano i premi per la Cibus e la Scubi prime a Birra dell'Anno, i riconoscimenti da parte della Guida alle Birre d'Italia di Slow Food, senza dimenticare il bronzo all'European Beer Star. 
Per l'occasione stasera apro la Helles, classicissimo stile tedesco, bevuta in gran quantità, nel classico boccale da litro bavarese.
La Helles del Birrone, chiamata SS46, prende il nome dalla strada statale Del Pasubio", che da Vicenza attraversa anche Isola Vicentina per arrivare, dopo circa 75 chilometri, a Rovereto e confluire sulla SS 12 dell'Abetone e del Brennero.
Versata nel bicchiere, si presenta limpidissima di un bel colore oro, con un bel cappello di cremosa schiuma bianca, compatta, dalla buona persistenza.
Al naso tipici sentori di pane, pane bianco, miele,  si avverte anche un leggero profumo di agrumi, delicato ma al contempo un po’ povero,
In bocca non delude, si avverte il gusto pieno del malto,cereali, la luppolatura leggera rende questa birra molto beverina, quindi da bere in grosse quantità.
Leggera, carbonazione media, bilanciata, ottima interpretazione dello stile, freschezza, caratteristica che non si trova molto spesso neppure nelle Helles che arrivano dalla Germania.
E' una birra ben fatta, non ne avevo dubbi peccato me ne ha portate solo 2 bottiglie, nessun difetto!!Non voglio dire una cavolata ma inizialmente la birra era di 5 ° alc, poi rivista e portata a 4,5° alc.Consiglio di servirla a 6-8°

ABBINAMENTI: Formaggi freschi, prosciutto crudo,pesce di lago,ottima con le  uova.

Formato 50 cl     4,5 % alc/vol         Pagata 5,00 euro 

lunedì 20 aprile 2015

Bravoure - De Dochter van de Korenaar

Eccomi tornato, un week end tranquillo, poche birre bevute tra cui una buona Equinox del Birrificio Vento Forte che vedrò di presentare prossimamente e un'ottima birra belga che non bevevo da un pò.
Oggi stacco dal parlare di birre Italiane e faccio un salto in Belgio.
Con piacere inserisco nelle mie recensioni il birrificio De Dochter van de Korenaar il birrificio artigianale attivo dal 2007 nella enclave belga in territorio olandese di Baarle Hertog. Storia “strana”, quella di Baarle, una piccola città nelle Fiandre composta da 24 parti separate, delle quali 3 poste in territorio belga e 20 (definite tecnicamente come exclavi) in quello olandese, all’interno della municipalità di Baarle Nassau.
Una storia lunga risalente al trattato di Maastricht del 1843, che stabilì la frontiera fra i due paesi, faccenda che si rivelò così complicata da originare questo “sbriciolamento” geografico. Il confine è così articolato che alcune case sono ancora divise tra due nazioni , mangi in cucina in Belgio e vai dormire in Olanda.Pazzesco.
Un birrificio che spero di riuscire a visitare il prima possibile , magari a guigno dove se tutto andrà bene farò un salto ....a casa mia.
Storia lunga quella del birraio Ronald, che già a 16 si inventava birra rubando farina d'avena alla mamma luppolo selvatico e lievito per il pane.
E poi a soli 23 anni se non ricordo male nel 2007 ecco nascere il suo birrificio, dal nome impronunciabile, che significa il succo della figlia della spiga di grano, quello che Carlo V, sovrano del Sacro Romano Impero, dichiarava di preferire di gran lunga al sangue dei grappoli d’uva
Birre mai banali ,confezionati in modo elegantissimo, diversi esperimenti in botte di cui ho provato poco.
Veniamo alla nostra birra, come sapete se avete seguito i miei tanti post, la Bamberga e le birre affumicate mi son rimaste nel cuore ...oltre che nel fegato, quindi ho cercato una birra simile.
Parlo della De Dochter van de Korenaar Bravoure,  una smoked ale, 6,5 % alc/vol, una birra per persone coraggiose come riporta Roland.
Versata nel bicchiere si presenta di un bel colore ambrato carico e intenso, piuttosto liquoroso. Corpo limpido con riflessi color rubino. Lascia trasparire una leggera ma rapida fermentazione interna, non chè la presenza di alcune tracce di corpi quali il lievito, male.
La schiuma poco persistente, che scompare rapidamente  lasciando tuttavia sempre un pizzo nel bicchiere. Trama fine, consistenza spumosa, colore bianco sporco.
A naso aroma luppolato e leggermente affumicato, nel quale si ritrova anche molto malto, terra, polvere e un leggero muffato, percepisco il fruttato di frutti rossi quali ciliegia e lamponi.
In bocca leggermente astringente data dai sentori di frutta rossa, un pizzico di acidità, carbonazione presente a rendere la birra un filo frizzante.
Anche in bocca, il sentore dominante è l’affumicato, soprattutto man mano che la birra riposa in bicchiere. Riscaldandosi, aumenta anche la carica etilica, una buona birra , non molto beverina, forse un filo troppo frizzante per questo stile, ma la convivenza tra fruttato, affumicato legnoso e un pizzico di acidità ne fanno una buona birra da condividere con un amico.
Consigliata soprattutto a chi capisce lo stile.
Consiglio di servirla a 10°

ABBIANEMNTI: ottima con molluschi e pesce affumicato, carni rosse e perchè no selvaggina


Formato 33 cl      6,5 % alc/vol       Pagata 3,70 euro in beershop

giovedì 16 aprile 2015

Tipopils - Birrificio Italiano - Lombardia

Eccomi ogi a parlare della mia regione, la Lombardia che quest'anno ospiterà a Milano L'Expo, famosa per i suoi laghi e le sue bellezze e tanto altro.
La Lombardia è ricca, ricchissima di piccoli birrifici ed è quasi una bestemmia dire che dopo una 50 di birre recensite, ancora non ho parlato di uno dei birrifici che hanno dato il via alla storia della birra artigianale italiana.
Sto parlando del Birrificio Italiano di Lurago Marinone in provincia di Como.
Prende vita nel 1996;  dietro tutto questo è Agostino Arioli, homebrewer negli anni ottanta, quando in Italia non esisteva ancora Mr. Malt Birramia ecc ecc e quando per fermentare il mosto l'unica risorsa era il lievito del pane.
Vi voglio lasciare a questo link cosi da approfondire la storia di questo signor birrificio questa la pagina. ( cliccate ) 
La prima birra che viene spillata nei locali del Birrificio Italiano nell'Aprile del 1996 è la Tipopilsche sarà la birra che vado a riprovare per voiuna birra che con il tempo è divenuta la capostipite di quello stile-non-stile che si è definito "italian pilsner".
Non mi stancherò mai di bere questa birra che resta una delle migliori Pils Italiane e non, prodotta con malti pilsner e caramunich, il lievito proveniente da Weihenstephan, e tre luppoli tedeschi: Hallertauer Magnum (amaro), Hallertauer Saaz ed Hallertauer Hersbrücker (aroma); durante la fermentazione (tre settimane) viene effettuato un dry-hopping di Saaz.
Versata nel bicchiere la birra si presenta di colore dorato ,limpida e pulita un filo velato, con una schiuma bianchissima ,persistente fine e cremosa.
Al naso sentori floreali (camomilla), erbacei e di cereali in primo piani, poi ci arrivano profumi di agrumi e fruttato.
In bocca dolce , quale miele di acacia ancora l'agrumato, Il bilanciamento amaro/erbaceo è delicato, chiude secca con un tetrogusto leggermente amaro.
Ha corpo medio-leggero e carbonazione media, non devo certo essere io a elogiare o criticare questa birra, fatta per lo stile a cui appartiene, facile da bere e ben fatta, dissetante e pulita e allo stesso tempo profumata.
Io l'ho appena bevuta in bottiglia, ma dà il meglio di sè alla spina, magari al locale di proprietà del birrificio.
Una birra unica che è quasi impossibile smettere di bere, ogni volta che il bicchiere si svuota, subito viene voglia di berne un'altra.

Ricordo che a Maggio ci sarà il Pils Pride, dove ci saranno le migliori Pils italiane e qualche birra estera, segnatevelo!!
Era doveroso parlare di un birrificio di fama come l'Italiano, più volte premiato.
Consiglio di servirla a 8- 10 °

ABBINAMENTIformaggi di alpeggio, di pecora, salumi grassi come il Lardo di Colonnata. Zuppe di cereali e legumi, carni arrosto. Fritture di ogni tipo, bene anche con piatti speziati ed aromatici non troppo saporiti.

Formato 75 cl      5,2 % alc/vol     Pagata 7,50 euro.

mercoledì 15 aprile 2015

Triple Hop - Maltus Faber - Liguria

Non sò voi, ma qualcuno o mi vuole bene, o mi vuole bene.Ho iniziato il mio personale percorso lungo lo stivale parlando di Valle D'aosta e Piemonte per poi passare a Lombardia e Trentino oltre all'Emilia e il Friuli, che sono le regioni del nord che al momento ho nella mia cantina, ma non pensavo certo di finire a casa di amici e trovarmi, come per magia una birra ligure!!
Fantastico esclamo, Maltus Faber il birrificio ligure più famoso.
Il Birrificio - Maltus Faber - si trova all’interno di via Fegino 3, indirizzo storico per la produzione di Birra a Genova in quanto dall'inizio del ‘900 ospitava nel suo complesso la Fabbrica di Birra Cervisia, poi acquisita dal gruppo Dreher e, infine, dismessa dal gruppo Heineken. Particolare interessante è che, nel periodo del gruppo Dreher, la location ospitava una vera e propria scuola per Mastri Birrai.
I soci del Maltus Faber sono Massimo Versaci, “il Maltus”, e Fausto Marenco, “il Faber”. Il birrificio nasce nel 2007: è il 5 giugno 2008, quando viene prodotta la prima cotta.
Ora la loro produzione è composta da 11 tipologie di birre tutte ad alta fermentazione, con una produzione annua di circa 1000 hl.
Che dire, ultimamente la voglia di partire per visitare il maggior numero di birrifici amici e non è tanta e per farlo non serve per forza andare in Belgio o Germania, o meglio dire in Inghilterra , ormai basta uscire di casa fare poche km e trovarsi un birrificio di cui sentiamo parlare ma spesso e volentieri tralasciamo, cosa c'e allora di meglio vista la stagione estiva alle porte di un salto in Liguria???
La birra offertami è la Triple Hop, 8 ° alc, stile Belgian Stron Ale/ Triple si presenta di colore dorato con riflessi arancio, lievemente torbida, schiuma media, bianca e persistente.E' la versione decisamente più luppolata della Triple normale.
Al naso tutto come da programma.Un ottimo profumo di luppolo americano, si direbbe Amarillo o Cascade,o meglio dire Columbus prevalgono le note agrumate su quelle tropicali. Al naso non si percepiscono distintamente altri aromi, ne di lievito ne di malto.D'altronde qui il dry hopping la fa da padrone. Il profumo in generale è piacevole, anche se ho sicuramente annusato di meglio in alcune Triple e Belgian Strong Ale.

All'assaggio la Triple Hop dà il meglio di sè. Il corpo è medio, in bocca prevalgono le note di malto e un piacevolissimo gusto di luppolo, agrumato, fruttato, ( ananas uva, pompelmo) ma anche miele e fiori bianchi che ben si accosta agli aromi speziati/fenolici del lievito belga.
La carbonazione è media ed è adeguata ad esaltare gli aromi senza adare ad anestetizzare la lingua.Alla fine della sorsata ,l'amaro del luppolo, birra beverina anche con i suoi 8 ° alc, piacevole e complessa.
Era da un sacco che non bevevo Maltus Faber, l'ultima ricordo fosse la Bianca, una fusione perfetta tra aromi di luppoli e di lievito, a mio avviso un filo di amaro in meno la renderebbe ancora più buona (parere personale) .
Consiglio di servirla nel classico baloon a 10-12 °

ABBINAMENTICon verdure “amare” come cicoria ed asparagi, formaggi dal sapore intenso, speziati ed erborinati. Carni bianche anche accompagnate da salse saporite, fegato e zuppe di pesce speziate e saporite.

Formato 75 cl         8 % alc/vol         Pagata all'origine 8,50 euro beershop

Chiedo scusa ma non avevo modo di fare una foto alla birra!!

martedì 14 aprile 2015

BeerBera - Loverbeer - Piemonte

Il mio viaggio continua, ieri sera insieme alla Balance del Birrificio Valdostano del Gran Sanbernardo, che già avevo bevuto domenica, ho aperto una birra ...piemontese.
Oggi parliamo del Piemonte, famoso per la Fiat, le sue montagne e tanto altro per non dimenticare del vino, tra i quali il Barolo e il Barbaresco, e poi i vini del Monferrato quali Grignolino, Freisa, Dolcetto e, per questo caso specifico, la Barbera. 
Ed è proprio il vino a condurci alla birra che vi vado a presentare, la Beerbera di Loverbeer, finalemte un 'altro grande birrificio da recensire.
Loverbeer, ossia Valter Loverier , uno tra i migliori in Italia che spero presto di andare a trovare e quest'anno insieme a Riccardo di Montegioco altro grande birrificio Piemontese ,son sicuro andrò a trovare.
Anche lui inizia dall'homebrewing, nel 2002, per compiere poi il grande salto nel mondo dei professionisti nel 2009. Il birrificio, con sede a Marentino, in Piemonte, in pieno territorio vinicolo, quindi dal Barbera alla Beerbera il passo è breve.
“La” Barbera è un vitigno autoctono del Piemonte, quello più diffuso e uno dei più “datati” (le prime notizie storiche di questo vitigno risalgono al 1600), indicato tradizionalmente al femminile, che dà origine a una notevole serie di vini DOC e DOCG. Valter Loverier, per la sua Beerbera, una fruit beer con abv 8%, aggiunge uva Barbera d’Alba (di Pioiero) pigiata e diraspata.
 Valter utilizza un 20% di mosto d'uva barbera, zucchero, malto e luppoli.Fermentazione spontanea, quindi totale assenza di lieviti come ci insegna il Belgio, ovviamente la birra di cui parliamo viene fatta maturari in botti di legno.
I primi esperimenti di questa birra corrono al non troppo lontano 2003, un solo anno da homebrewer e già questi esperimenti, tanto di cappello.
Versata nel bicchiere si presenta di un bel colore rubino ,tendente al rosato, la schiuma è bianca, fine, e sparisce subito senza lasciare nessun ricordo. 
A naso emergono subito sentori che ci portano alla cantina, al legnoso, note aspre di frutta rossa quali ribes, prugne, uva.Birra comunque rinfrescante con una bella secchezza al palato.
In bocca le note maltate ci fanno capire che stiamo parlando di birra ovviamente, retrogusto molto intenso.
Un vero e proprio incontro tra birra e vino, perfettamente riuscito.Pulita leggermente amara davvero ottima....non so voi ma se potessi ne prenderei diverse e le lascerei li in un angolo della cantina al buio ....chissà magari un giorno e che giorno sarò curioso e certo di aprire qualcosa di favoloso!!

- Birra dell'anno 2014 : Seconda Classificata nella categoria "Birre con mosto di uva, alta e bassa fermentazione"
Consiglio di servirla a 10-12 °

ABBINAMENTI: Con cucina etnica e speziata, aperitivo, pesce affumicato, affettati e salumi, pasta con carne, pasta con verdure, formaggi stagionati, formaggi erborinati.

Formato 38 cl     8 % alc/vol      Pagata 7,20 euro beershop

lunedì 13 aprile 2015

Balance - Les Bieres Du Grand St. Bernard - Valle D'Aosta

Partiamo con quello che chiamo semplicemente un gioco, poter farlo di persona sarebbe fin troppo bello, ma pian piano si fa tutto, percorrere lo stivale da nord a sud, degustando una birra per regione, come ho anticipato nel post precedente a questo, un tour italiano, con la sola eccezione del birrificio di San Marino, che lo considero un pò italiano.
Per farlo parto dai 4478 m del Cervino, in Valle d'Aosta, che segna il confine tra Italia e Svizzera.
Non si viene in valle solo per sciare e camminare, per i formaggi di cui la Valle D'Aosta è famosa o per i suoi castelli ma anche per la birra.
Qui è doveroso ringraziare un amico camionista che mi ha portato una buona birra Valdostana.
Les Bieres Du Grand St. Bernard, un nome lunghino, per chi non lo sa qui si parla il francese ecco spiegato il perchè del nome che prende il nome dal massiccio montuoso del Gran San Bernardo.
Aperto nel luglio del 2010 a Entrambles, vicino all'imbocco del traforo del San Bernardo.
I padroni sono Rèmy Charbonnier e Stefano Collé.
Fin dalle prime cotte la scelta è  stata quella di utilizzare ingredienti locali, della valle, segale, avena, genepy tra tutti.
Carino è anche il simbolo adottato, 2 simboli che si incrociano a simboleggiare l'Universo della Natura con quello dell'Uomo.
Birre di stile tedesco ma anche di ispirazione belga e anglosassone, solamente 5 se non erro le birre prodotte.
D'altronde avendomi portato 3 birre...uguali con ho potuto provarne diverse, la Balance, una Marzen da 5,6 ° alcolici.
Veniamo dunque alla birra, che versata si presenta di un bel colore ambrato, limpida e pulita con schiuma compatta e persistente.
A naso da subito sentori di caramello e biscotto, pulita, se la lasciamo scaldare un attimo, emergono note balsamiche date dall'impiego di luppoli tedeschi il Perle.
In bocca è fresca, dolciastra con note di miele di castagno, poi prugna e nocciola, un corpo medio, carbonazione eccessiva a mio parere.
Finale bilanciato, il nome Balance significa probabilmente un giusto bilanciamento tra dolce e amaro.
La Balance si rivela dunque una Marzen piacevole e ben costruita, buona, purtroppo solo una birra ho provato speriamo di recuperarne altre, ma come prima birra niente male.
Consiglio di servirla a 8-10°

ABBINAMENTI: con il pesce del suo profumo aringa affumicata , ma anche salmone , speck e scamorza e tutti i gusti decisi.

Formato 33 cl          5,6 % alc/vol                 Birra regalata 

sabato 11 aprile 2015

Spazio al Bel Paese e alla birre di Casa Italia

Pronti partenza e via, cosi ho pensato ormai 2 mesi fa, già sono passati più di 60 giorni dalla nascita di questo blog, dalla prima birra recensita fino al mio viaggio birrario da quando ho il blog.
Di gente ho visto che ne è passata e questo non può che farmi piacere, diversi i commenti anche sulla mia pagina Facebook, consigli , così come qualche nota in merito a qualche svista, che si sà può succedere.
Per questo vi ringrazio tutti.Vivo in Italia come la maggior parti di chi legge il mio blog, vero passiamo un momentaccio tra crisi economica e non, politicamente parlando poi è meglio non entrare nei dettagli, ma la birra a quanto pare non conosce crisi, ed è proprio davanti ad una buona birra che molti di noi ritrovano il sorriso, l'umore perso.
Tante, tantissime le birre che ogni giorno nascono nel Bel Paese e allora perchè non dare più spazio alla birre di casa nostra???Alla nostra amata Italia???
E ' bello girare il mondo, conoscere nuovi posti usanze e nuova gente, cosi come per la birra conoscere nuovi ingredienti, nuovi stili , per esempio le Ale inglesi o il Lambic in Belgio o le Rauch a Bamberga, ma sarà dell'Italia che cercherò di dare maggior spazio.
L'idea che avevo già accennato sulla pagina di Facebook, era quella di ripercorrere lo stivale da nord a sud isole comprese, regione per regione, anche se sù già che reperire alcune birre di regioni come Valle d'Aosta, Trentino, Basilicata; Molise, sicilia e Calabria non sarà un gioco facile.
Se qualcuno vorrà darmi un amato a reperirle , non si faccia problemi io sono qua, pronto.
Quindi saranno be 20 post, uno per regione ad accompagnarci nei prossimi giorni, con una sorpresina, anche se di italiano a poco niente , farò un'eccezione parlando di un birrificio di San Marino.
Ovviamente restate tranquilli, se avete letto i post passati, sapete quanto amo alcuni birrifici esteri, quindi almeno un post a settimana sarà dedicato a una birra estera.
Restate collegati.

giovedì 9 aprile 2015

Sunflower - Birrificio Valcavallina

Iniziamo col dire che io ed il caldo, non andiamo poi così d'accordo, preferisco il fresco, il sole si ma con temperature fresche e mai oltre i 22°, quindi dovrò iniziare a combatterlo, e allora perchè non farlo con una buona birra??
Oggi facciamo un salto nella provincia di Bergamo, in Lombardia.
Come spesso accade la vita di Renato Carro titolare e mastro birrario, prima di iniziare l’attuale attività era molto diversa, lavorava infatti nell’azienda di famiglia e si occupava della vendita e dell’installazione di vetrocemento.Una grande passione per la birra e circa dieci anni di “studio” come homebrewer spingono Renato ad aprire nel 2009 un micro birrificio. Situato a Endine Gaiano, piccolo borgo del lago di Endine in Val Cavallina, da cui il birrificio prende il nome appunto, oggi le birre prodotte sono circa una decina.
Di ispirazione anglosassone, Renato non insegue una filosofia birraria particolare, nei suoi prodotti ricerca sempre bevibilità e eleganza. Un birraio capace, serio e professionale, ma anche una persona, umile, trasparente e innamorata del proprio lavoro. 
Quindi direi di combattere il caldo, anche se ancora caldo non fa, stappo allora una Golden Ale, che già in partenza promette bene, essendo arrivata prima a Birre Dell'Anno 2015 nella sua categoria.
La Sunflower, 4,3 % alc/vol, si presenta di colore dorato, opaco, con una generosa testa di schiuma bianca, fine e compatta, molto persistente.
Al naso sprigiona un bel bouquet di sentori ( già dall'etichetta che presenta 4 fiori di luppolo possiamo immaginarcelo ) mandarino, pompelmo, lime, leggeri sentori di aghi di pino, pesca, mango, ananas, e dopo una parte iniziale dominata dai cereali il sorso diventa ricco di frutta matura e carnosa, ben bilanciata dalle note amare della scorza d’arancia. 
Leggera, moderatamente carbonata e molto secca al palato, pulita ma sopratutto semplice da bere e bere , e ribere.Il profumo invita a berla a occhi chiusi, con un leggero mix di frutta tropicale a caratterizzarla.
Ragazzi il mio consiglio per chi come me, essendo di Lecco , è a circa un'ora di macchina, è quello di farci un salto magari di sabato, goderci lo splendore del lago coi suoi colori, le sue acque, magari seduti su una panchina o sdraiati al sole in compagnia di una fresca e ottima Sunflower.
Consiglio di servirla fresca 6-8 °

ABBINAMENTI: Piatti strutturati, antipasti di salumi crudi o cotti. Primi piatti di riso o pasta e altri cereali anche con condimenti importanti. Zuppe di pesce, arrosti di manzo, piatti in umido, selvaggina di pelo o di piuma. Formaggi a pasta cotta, erborinati, a crosta fi orita, maturi. Pasticceria secca e non, anche con contenuto di grassi.

Formato 33 cl   4,3 % alc/vol            Pagata 3,50 euro beershop

GASTHAUS & GOSEBRAUEREI LEIPZIGER GOSE


Per introdurre la birra di oggi bisognerebbe ripercorre la storia della Gose, uno stile che ha rischiato di scomparire nel secondo dopoguerra dello scorso secolo e che invece è rinato e sta diventando abbastanza popolare anche grazie alla cosiddetta “rivoluzione delle birra artigianale”.
Ultimamente quasi tutti parlano di luppolo, manate di luppolo, birre amare, profumi esotici e sentori a parer mio fantastici...ma c'e qualche birra in cui il luppolo è quasi assente,  un antico stile che prevede la quasi assenza di questo ingrediente, uno stile ancora poco conosciuto se non da una nicchia di veri e propri beer-hunters: la Gose,  birra acidula e salata ma non meno beverina di una American Pale Ale.
La  Gose è una birra ad alta fermentazione composta principalmente da frumento, ma tre punti la differenziano da una classica Weizen tedesca: utilizzo di un lievito poco caratterizzante, con bassa formazione di esteri; presenza di spezie (sale e coriandolo), in contraddizione al Reinheisgebot; acidità lattica dovuta a lattobacilli.
Il grado alcolico è basso intorno ai 5 ° al massimo, a naso il coriandolo domina e il sale aggiunge una certa mineralità alla birra.
Tipiche della zona di Lipsia, ma “nate” ufficialmente nel XVIII secolo nella non lontana Goslar, nella Bassa Sassonia. Città famosa fin dall’XI secolo per le sue ricchissime miniere di rame, piombo, zinco, argento (dichiarate dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità), lo era ancor di più per i suoi cristalli di sale.
Ed è proprio il sale il protagonista di queste birre, o almeno l’acqua naturalmente salina, usata dai primi birrifici che brassarono queste birre.
A inizio novecento erano quasi ottanta i locali dove veniva servita la Gose, col passare degli anni e con le devastazioni della seconda guerra mondiale provocarono la chiusura di tutti i produttori di Lipsia che suo malgrado torno solamente nel 1986.
La Andreas Schneider Brauerei di Weissenburg, in Baviera, nel 1995 produsse su commissione una Gose, e da quel giorno il proprietario Andreas Schneider se ne innamoro a tal punto che nel 1999 aprì a Lipsia un brew pub chiamato Bayerischer Bahnhof.
Il 19 Luglio del 2000, la nuova Gasthaus & Gosebrauerei Bayerischer Bahnhof, venne alla luce.Il birrificio produce anche una schwarz, una weisse e una pils, oltre a varie birre a tiratura stagionale.
Veniamo ora alla nostra birra, Si presenta nel bicchiere con un colore dorato intenso. Un ricco perlage risale il bicchiere alimentando quel povero cappello di schiuma di mezzo centimetro.
Pulita, a naso l'aroma è forte, con sentori erbacei, floreali, di agrumi, di mela ed una discreta mineralità leggermente salina, si sente appena la speziatura data dal coriandolo.
In bocca prevalgono i sentori di pane e di miele, agrumi, qualche nota di banana e coriandolo, e una leggera acidità data dal sale.
La chiusura è affidata ai luppoli che delicatamente puliscono la bocca con un richiamo erbaceo.

Una birra semplice leggera, a mio avviso fantastica, dopo una lunga giornata di lavoro non potevo che bere di meglio, a mio avviso una birra rinfrescante e dissetante, con una discreta carbonzione.Acido e salato in alternanza la rendono facile da bere anche a legge, birra salata!!Ottima, peccato solo ce ne siano poche di Gose in circolazione.Attualmente solo quattro birrifici producono questo tipo di birra, e si trovano tutti in Sassonia, il già citato Bayerischer Bahnhof, la Brauhaus Hartmannsdorf , la Brauerei Junge.
Consiglio di servirla fresca a 6-8°

ABBINAMENTI: senza ombra di dubbio si sposa benissimo con molluschi e crostacei.Consiglio di gustarla sola, in una calda giornata.

Formato 33 cl     4,6 %  alc/vol              Pagata 2,50 euro Beershop Bamberga