mercoledì 12 luglio 2023

Hype Brewing: dal padovano, una nuova beerfirm, molto promettente! Intervista




Ritorniamo in provincia di Padova, dove vi avevamo già fatto conoscere il Birrificio Monterosso e ultimamente i ragazzi di Atoms.
Oggi è la volta di conoscere assieme la giovane beerfirm Hype Brewing.


                                         

 

Chi si cela dietro al marchio Hype Brewing, come e quando siete nati?


Hype Brewing è composta da 5 ragazzi padovani: Nicolò, Gianluca, Thomas, Mattia e Daniele.
Gli ultimi due sono degli amici che hanno creduto nel progetto e hanno deciso di aiutarci finanziariamente, delegando l’amministrazione della società agli altri tre.
Siamo nati nel dicembre 2021, ma ovviamente la storia parte ben prima.
Nicolò, Thomas e Gianluca sono homebrewer da diversi anni, ognuno per conto suo e con il proprio impianto, condividendo esperimenti più o meno riusciti.
Nicolò a fine 2019 comincia il corso da birraio artigiano all’Accademia della Professioni, per poi concluderlo nel febbraio 2021 per i ritardi dovuti alla pandemia.
Aprire una propria realtà è un’idea che Nicolò ha già da tempo, così durante il matrimonio di Gianluca coglie l’occasione e fa la sua proposta allo sposo e Thomas: “apriamo un beerfirm”, con l’idea di crescere ed arrivare ad avere poi un impianto di proprietà.
Da quel momento abbiamo iniziato unendo i nostri impianti casalinghi per produrre cotte “pilota”, abbiamo trovato poi aiuto in Daniele e Mattia, e abbiamo trovato in Qubeer e Stefano Bisogno un birrificio con la possibilità di produrre le nostre ricette.
Dal 2023 abbiamo cominciato a collaborare anche con  Busa dei Briganti e a produrre sui Colli Euganei.



                                           


Da dove nascono nome e logo e quali birre avete in gamma al momento?


Il nome “Hype” nasce un po’ dal nostro approccio produttivo e dall’idea che se non siamo noi i primi a essere gasati all’idea di produrre, non ha senso farlo.
Noi vediamo l’Hype nella sua nota positiva, ovvero di qualcosa che porta eccitazione, voglia di sperimentare e provare, di migliorare sempre. Ci rappresenta.


Il nostro storico si compone di 9 referenze, disponibili a rotazione:

-Answer, Kellerbier
-Flash, Italian Pilsner
-Chosen One, Munich Helles
-Magic, Blanche
-Innit, Bitter in collaborazione con Qubeer
-Rafiki, Irish Stout in collaborazione con Atoms Brewing
-Hillside, Session IPA
-Gold Rush, DDH IPA
-Mamba, Pacific IPA


                                        


Sono previste nuove birre o qualche collaborazione?


Abbiamo in previsione, verso la fine dell’estate, di produrre nuovamente Chosen One, modificandone leggermente la ricetta rendendola, stilisticamente, una Marzen, così da avere anche una birra ambrata tedesca in gamma.
Siamo inoltre in contatto con alcune realtà per eventuali collaborazioni future.



                                           

 

Avete puntato sulle lattine, ed inoltre vedo con piacere che su ogni latta c’è oltre ad una piccola descrizione del prodotto anche quali malti, luppoli, lievito e altri ingredienti usati.
Quanto è importante per voi comunicare col cliente?


Le lattine sono da sempre state la nostra prima scelta (nonostante per esigenze produttive le nostre prime due birre fossero  in bottiglia) per qualità produttiva, conservazione e logistica, oltre che per l’aspetto grafico, a cui teniamo molto perché noi per primi siamo collezionisti di lattine.

Per noi è fondamentale che il cliente, sia esso un bevitore navigato o una persona che sta muovendo i primi passi verso l’artigianale, possa trovare nelle nostre etichette chiarezza, semplicità ma anche dettaglio.

Il trafiletto “for the geeks”, che indica le varietà di ingredienti utilizzate, nasce dalla volontà di condividere con i nerd come noi le nostre ricette, perché per noi non ci sono segreti: troviamo sia inutile custodire gelosamente ricette e ingredienti…poichè sappiamo perfettamente che una birra non è solo la somma dei suoi ingredienti, ma è caratterizzata da così tanti elementi che riprodurla uguale in un impianto diverso, con un birraio diverso, è improbabile.



                                             

 

Dove volete arrivare e quali sogni avete nel cassetto?


L’obiettivo è quello di riuscire finalmente ad avere un nostro impianto, per cominciare a produrre direttamente le nostre birre e magari riuscire ad aprire un brewpub, dove avere una proposta culinaria in linea con le nostre idee.

 

Ultima domanda; la più difficile. Scegliete una birra e/o un luogo, birrificio che vi é rimasto a cuore che non sia Hype brewing.


Nicolò: potrei elencarne 200, ma dico Guerrilla for Passion, una tap Crak prodotta nel 2017 solo per la taproom di Crak ancora ai suoi albori, è la birra che mi ha fatto innamorare definitivamente del luppolo e che mi ha fatto dire “ok, voglio lavorare in questo mondo”.

Thomas: da padovano penso sia difficile non trovare in Cr/ak qualcosa che ha lasciato il segno. Sarà una risposta semplice e quasi nostalgica, ma la prima Guerrilla e i primi festival di Cr/ak sono uno dei più bei ricordi del mondo craft beer che conservo.

Gianluca: al mio matrimonio avevo portato lattine di 3 birrifici, Alder, Crak e Liquida. Mi rimarrà per sempre il ricordo della “Karpfen” di Alder e “Un estate amara” di Liquida in quel caldo 24 Luglio 2021. Per il luogo, da buon padovano mi risulta difficile non menzionare il Woodscrak, ricordi ed emozioni indimenticabili.


                                       

Info e contatti:  www.hypebrewing.it