lunedì 30 novembre 2020

Ecco a voi, Hop and Oak, giovane beer firm romana.



Oggi siamo nella capitale. a Roma, città che avevo visitato ormai tre anni fa e dove non vedo l'ora di tornare, non tanto per i monumenti e la storia, ma ovviamente per i suoi locali, birrifici e per rivedere qualche amico.
Vi avevo portato a spasso per la capitale per un week end veloce, tra monumenti, chiese e birrerie, tra cibo di strada e pinte di birra, una due giorni raccontata per il Giornaledellabirra. LINK 1 - LINK 2  .
Ritorniamo nel Lazio per conoscere la giovane beer firm romana Hop and Oak, nata dalla passione per la birra di due fratelli, Simone e Gianluca, nata nel 2013 con le prime vere bevute con gli amici, così da decidere di buttarsi in quel mondo magico che è farsi la birra in casa, o nel loro caso, in cortile.
Negli anni successivi la voglia di sperimentare e fare parte di questo mondo aumenta, tanto da portare Gianluca ad aprire un pub e Simone a imparare l'arte del mastro birraio presso il Birrificio Oldo in Emilia Romagna.
Decidono così di costruirsi un piccolo " birrificio " casalingo, così da poter sperimentare nuove ricette, nasce così il loro marchio Hop and Oak, grazie anche alle grafiche dell'amico Fabio Listrani. Nel 2018 partecipano al campionato italiano a tappe di birrificazione casalinga, indetto da MOBI , arrivando in finale e portando a casa il secondo posto tra circa duecento partecipanti, vincendo molteplici tappe, tra cui gli stili belga al Villaggio della birra 2018 con una Saison ai lamponi , la Bloodywood, guadagnandosi un viaggio nei più storici birrifici del Belgio.
Nel 2019 producono in grande scala quattro delle loro ricette nel birrificio Romano Eternal City Brewery , facendosi conoscere dalla maggior parte dei pub romani per i loro prodotti.
Ora il sogno è portare avanti l'idea di aprire un brew pub.
Oltre trecento ricette come homebrewer per circa una quindicina di birre in gamma.
Abbiamo avuto la possibilità di assaggiare ben cinque birre, una Saison ai lamponi, una American Pale Ale, una Session Ipa, una Cryo Ipa e infine una Tripel, vediamo com'è andata.

Partiamo dalla Session Ipa da 4,7 ° chiamata Swanki, in onore della birra locale delle Isole Cayman,  si presenta di un bel color oro acceso con un bel cappello di schiuma bianca cremosa e possente a grana grossa.
Sentori fruttati, frutta gialla e frutta tropicale , freschezza.
In bocca è scorrevolissima, si lascia bere con una facilità mostruosa, buon corpo, pulizia impeccabile, amaro mai invadente per una birra davvero interessante. Luppolo freschissimo.

Ora tocca alla Clorofilla una Cryo Ipa da 6,2 ° con luppolina pura, per darle ulteriore aroma, un prodotto di ultima generazione. si presenta di un bel color giallo paglierino, limpida con un bel cappello di schiuma bianca cremosa e persistente.
Al naso è davvero interessante, frutta fresca, aroma intenso.
In bocca arriva morbida, amara e fruttata, tanta frutta matura, dalla più classica frutta gialla dei nostri campi, quale albicocca, pesca, ai più svariati frutti tropicali, chiude con una leggera astringenza, lime, pompelmo. A mio avviso la più fresca e interessante delle cinque assaggiate.

Oak Island è una Amercan Pale Ale da 5,3 ° un viaggio ai confini della luppolatura americana, ambrato ramato, limpida dal bel cappello di schiuma bianca pannosa. al naso come avete scritto voi è un viaggio tra sentori di agrume e frutta tropicale, ananas, maracuja , mango , pompelmo che ritrovo anche all'assaggio dove arriva dolce, grazie alla sapiente scelta dei malti. Chiude più amara. Mi è stato detto non fosse freschissima, alla faccia, oserei dire. Ottima.




La Bloodywood è una Saison da 6 ° con aggiunta di lamponi ed è anche la birra che li ha portati al secondo posto finale nel campionato Hb targato Mobi del 2018.
color bocciolo di rosa canina, rossastro con sfumature rosa, leggera velatura , schiuma rosa fine ma non molto persistente.
Al naso è ben evidente l'impiego di lamponi, frutta rossa, ma anche un leggero agrumato che abbraccia le note speziate.In bocca è leggera, leggermente acidula, lampone, fragola con una chiusura più amarognola e acidula.
Fresca e balsamica con la giusta acidità finale, ben fatta. ottima come aperitivo.



Infine la Honey Trip, una tripel da ben 7,8 ° versata nel giusto bicchiere si presenta color giallo oro con riflessi ambrato chiaro, rame, con schiuma avorio fine ma sempre presente nel bicchiere.
Al naso classici sentori di miele e fiori di campo, camomilla, frutta gialla matura, pesca , il lievito ha fatto un buon lavoro.
In bocca è fruttata e floreale, attacco dolce, miele e pane bianco, nel finale la parte alcolica. Birra ben strutturata e perfettamente in stile.

Concludo, ringraziando Gianluca che sicuramente andremo a trovare un giorno, magari proprio in quel brewpub tanto sognato.




https://www.facebook.com/hopandoak/



Tutto ciò che viene scritto e pubblicato in questo blog è frutto della mia esperienza personale, ciò che pubblico è una mia opinione.Nel caso alcuni contenuti dovessero causare problemi, vi chiedo gentilmente di contattarmi.




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