mercoledì 29 luglio 2020

Andiamo a conoscere il Birrificio Dimont - Intervista a Piero Totis

In pieno lockdown, ho avuto modo di assaggiare diverse birre, da nord a sud, tra le prime birre assaggiate ci sono quelle del giovane Birrificio Dimont di Arta Terme, in Friuli Venezia Giulia.
Ho avuto il piacere di sentire uno dei soci, Piero Totis che gentilmente ci ha aperto, anche se solo virtualmente, le porte del birrificio.
Ringrazio Piero e tutto lo staff Dimont per la disponibilità oltre che per l'invito a salire in Friuli, invito accettato, nella speranza di salirci quanto prima.
Qui sotto trovate la mia intervista in esclusiva per il Giornaledellabirra.it .

Buona lettura.


Piero, come e quando nasce il Birrificio Dimont?

Il birrificio prende forma nel febbraio dello scorso anno, ma ufficialmente apriamo in luglio.
Siamo sette soci, oltre che amici, quasi tutti con un passato nell’ industria alimentare o nel mio caso vinicola, ed entrambi con un sogno nel cassetto, quello di produrre birra artigianale con l’acqua delle nostre montagne, nasce così il marchio Dimont, dove Dimont in friulano significa di montagna appunto.
La scelta della location non è affatto casuale, infatti qui ad Arta Terme, tra l’altro mio paese natale, il paese è sovrastato dal Monte Cabia, da dove sgorga l’acqua purissima con cui realizziamo le nostre birre.
 .
Quali birre producete e come è strutturato il birrificio?

Allora, siamo partiti subito con cinque birre, una Pils ceca , amarognola, una Weiss di classica tradizione tedesca, una Lager bionda, semplice e adatta in ogni momento e facile da abbinare ai piatti, una Ambrata, quindi più dolce e caramellata e infine una Ipa, la più fruttata e amara.
Tutte le nostre birre le potete trovare sia in bottiglia da 0,33 e 0,75 o in fusto per i locali.
Per quanto riguarda il birrificio, abbiamo un impianto Spadoni a doppia cotta da 12 hl , tre fermentatori da 24 hl, cinque maturatori orizzontali con sacca da 10 hl.
Imbottigliatrice isobarica semi automatica, etichettatrice automatica e ovviamente una cella frigo in cui teniamo una temperatura di 6 ° costanti.


.
.

Ho visto che sulle Vostre etichette sono raffigurati alcuni folletti o gnomi, differenti per ogni birra, chiamati Sbilf. Ci racconti qualcosa?

Certamente Christian, io come già detto sono nato e cresciuto ad Arta Terme per poi lasciare il paese per studi prima e lavoro poi.
Da piccola sentivo sempre nominare i nomi di questi piccoli gnomi che popolano la Carnia, l’area alpina a nord del Friuli.
Per alcuni gnomi, per altri folletti, per altri ancora troll o fauni. Da piccoli quando si combinava qualcosa senza saper poi dare una spiegazione, la colpa era sempre degli Sbilf, burloni e dispettosi, allegri e scherzosi.
Amano fare piccoli dispetti, ballare e scherzare, ma sanno anche nascondersi bene e mimetizzarsi.
Non sono affatto cattivi, anzi, la leggenda o storia che dir si voglia, dice che erano sempre pronti ad aiutare i più bisognosi e i contadini erano soliti ringraziarli lasciando loro qualche frutto non colto.
Ogni birra porta il nome di uno Sbilf, Gjan per la Lager, il più amichevole, Licj, per la Pils, lui ama gli spazi chiusi e scucire gli abiti , quindi ttenti.
Poi c’è il Brau o Braulin, per la Ipa, dispettoso e amante dei lacci e delle corde, sempre pronto a far nodi e aggrovigliare matasse, Il Bagan a cui devi offrire del latte della panna e dei cjarsons il martedì grasso o ne combina di tutti i colori e infine il Pavar per l’ambrata, colui che ama e rispetta la natura.
.
.

Nella speranza che gli Sbilf aiutino il settore, come avete vissuto questo periodo di pandemia. Progetti futuri??
Lo spero davvero Christian.
Purtroppo il nostro settore ne ha risentito parecchio, ci siamo salvati in parte con il delivery e consegne porta a porta, ma purtroppo le banche e sono solo erano sempre pronte a bussare alla nostra porta.
Per il futuro, vogliamo sicuramente migliorare le nostre birre, abbiamo qualche ricetta in mente ma per il prossimo anno l’intenzione è quella di mantenere questa gamma.
Attualmente siamo attivi in quasi tutta la regione, la voglia è quella di arrivare in altre regione e provincie d’italia, guarderemo poi anche all’estero così da fare conoscere la nostra birra e la nostra terra a più persone possibili.




Maggiori informazioni: www.birradimont.com

venerdì 24 luglio 2020

Assaggiamo le birre del Birrificio Wallop Brewery - Marche



Scrivere di birra ha il bello di portarti in giro per il mondo, partendo dalla tua regione, da quei posti che spesso noi diciamo, ci andremo domani sono a mezz'ora e poi invece sono più le volte che sei stato in Germania che nella vicina Milano.
Scrivere per me è viaggiare e da quando scrivo per sul mio blog e per il Giornale della Birra di km ne ho percorsi.
Strada che avrei fatto volentieri anche in questi ultimi mesi così delicati sotto più punti di vista.
Purtroppo ho potuto viaggiare solo virtualmente, ho sentito diverse persone sparse lungo tutto lo stivale ma anche in altri paesi, vedi Francia, Germania, Inghilterra e uno di questi mi ha portato nelle Marche.
Siamo in provincia di Ancona, a Monsano, poco distante dalla più conosciuta cittadina di Jesi, dove dal 2017 è attivo il Birrificio Wallop.
Tre amici, Cristiano Parasecoli, Marco Rossetti e Luca Animali, un passato da homebrewer con tante, tante cotte alle spalle tanto da decidere di partecipare al campionato delle birre fatte in casa.
Era il 2016 e al Beer Attraction di Rimini si svolgeva il primo e unico concorso per birre home made, premio finale un impianto per produrre birra professionale.
Risultato finale, primo posto con una birra in stile Pilsner e grazie a questa vittoria e al conseguente premio in palio, ovvero un impianto professionale, tutt'ora in utilizzo, i tre amici decidono così di cambiar vita e aprire il loro birrificio.
Quattro le birre prodotte dal Birrificio Wallop con stili differenti a cui presto se ne aggiungerà una quinta in stile Porter.
Ho avuto modo di assaggiare l'intera gamma, partendo dalla Happy Gilf, la birra che ha dato il via a questo grande progetto, una Bohemian Pilsner da 5 °, perfettamente in stile, color giallo oro, limpida e pulita, bel cappello di schiuma , floreale, attacco dolce dato dal cereale, chiude amara.
Troviamo poi la Supernacho, una Apa da 6 °, sapientemente luppolata ma facile da bere, così come per la El Reverendo, una Double Ipa che può spaventare cpn i suoi 7 ° davvero ben nascosti, credo la migliore per aroma, corpo, equilibrio e infine la Happy Bird, una classicone tedesco, ovvero una Marzen da 5,7 °, note tostate e caramello e biscotto, qui ragazzi il malto regna.
Quattro birre ben fatte e dalla grafica davvero ben curata.


https://www.facebook.com/WallopBrewery/



Tutto ciò che viene scritto e pubblicato in questo blog è frutto della mia esperienza personale, ciò che pubblico è una mia opinione.Nel caso alcuni contenuti dovessero causare problemi, vi chiedo gentilmente di contattarmi.







giovedì 9 luglio 2020

Birrificio R-Esist - Basilicata



Rotolando verso Sud, era questo il titolo di una canzone dei Negrita di qualche anno fa.
Ora a rotolare verso sud, in Basilicata siamo noi, pronti a conoscere una nuova e giovane realtà, il Birrificio R-Esist.
Il progetto nasce da Raffaele, l'amore per la birra arriva durante le tante serate universitarie passate a bere birra con gli amici e la curiosità di capire come si potesse arrivare ad ottenere una bevanda tanto deliziosa, l'ha portato a studiare,  laurea magistrale in Biotecnologie delle produzioni animali e della sicurezza degli alimenti prima  ed un diploma in Tecnico birrario poi, oltre alle tante birra prodotte in casa come homebrewer.
Un amore con il territorio che lo aveva inizialmente allontanato dalla Lucania per via degli studi, per poi farci ritorno e coltivare quel sogno nel cassetto, aprire un birrificio.
L'idea è quella del brewpub, nel paese natio di Raffaele, nel centro storico di Montescaglioso in provincia di Matera, in quella che era la cantina di famiglia, un edificio risalente al 1200, ristrutturato dove installare l'impianto e creare appunto un locale con cucina e mescita.
L' impianto di produzione non ancora avviato ha sala cotte da 500 l e una cantina di 3000 l.
Il locale di degustazione sarà gestito dal fratello Francesco che si occupa di cucina e avrà il compito di proporre le  birre in abbinamento a diverse ricette del territorio e non solo.

Attualmente sul mercato sono state lanciate quattro referenze, prodotte come beerfirm, ognuna con l'aggiunta di un prodotto del territorio, mentre tra qualche mese sarà pronta l'inaugurazione del Brewpub ed è stato inoltre avviato un luppoleto sperimentale da circa 3000 m2 che sta dando i primi frutti.
Come referenze ci sono dunque, una golden ale da 5° con aggiunta di miele di fiori d'arancio della costa jonica lucana ( Exodus ), una belgian ale 5,5° con bucce di mandarino prodotti nell'azienda agricola di famiglia ( Montezuma ), una i.p.a. 6,5° con bucce di limone di Rocca Imperiale ( Horses ) ed una weisse 4,2° prodotta in collaborazione con il Birrificio Birfoot di Matera con aggiunta di fragola Candonga di Basilicata e prodotta solo durante il periodo delle fragole ( Demetra ).
Nasce così il progetto di un birrificio in cui poter fondere competenze professionali, passione per le birre artigianali e conoscenza di tutto ciò che le terre lucane offrono di buono.
Ho avuto modo di assaggiare  ben tre referenze e ci tengo a ringraziare Raffaele per la possibilità di assaggiare e conoscere questa giovane realtà.
Delle tre assaggiate la Demetra è sicuramente quella che mi ha colpito di più, essendo anche uno stile che amo più di altri.
Una berliner weisse, con aggiunta di fragola Candonga di Policoro, leggera e acidula quanto basta, di un bel colore ramato, con riflessi rosa e schiuma color avorio, persistente.
Classici sentori da berliner weisse, arricchiti dalla fragola, frutti bosco, frutta rossa matura, speziato.
In bocca è rinfrescante, sapida e acidula per tutta la bevuta , acidità tenue e fruttata.


http://www.r-esist.it/




Tutto ciò che viene scritto e pubblicato in questo blog è frutto della mia esperienza personale, ciò che pubblico è una mia opinione.Nel caso alcuni contenuti dovessero causare problemi, vi chiedo gentilmente di contattarmi.






mercoledì 1 luglio 2020

Intervista ai ragazzi del Birrificio BirrAlfina


Ecco il mio articolo in esclusiva per il Giornaledellabirra.it

Oggi andiamo a conoscere meglio il neo nato Birrificio Alfina, realtà umbra capace alla prima partecipazione a Birra dell’Anno di aggiudicarsi il primo premio di categoria con una Belgian Blonde Ale.
Ad accoglierci con grande disponibilità Alessandro Achilli, Marco Stoppacciaro, Tatiana Mazzocchini e Ilenia Mazzocchino.
Ragazzi ci parlate di Voi e di come nasce la Vostra passione per la birra?
Ciao Christian, la nostra passione nasce da lontano, prima dal mondo dell’agricoltura, poi dalla passione per il vino e successivamente per la birra. Da qui abbiamo deciso di lanciati  in questa avventura insieme intraprendendo un cammino che ci porta a intrecciare passione e valorizzazione dei prodotti della nostra agricoltura e del nostro territorio.

Come nasce l’idea di aprire il birrificio ?
Come detto sopra, tutto  nasce dalla ricerca di un un prodotto del territorio ma che non sia presente nel territorio. E così un giorno d’estate di fronte a molte a birre ci è venuta questa idea. In poco tempo abbiamo fatto ricerca e ci siamo convinti ogni giorno di più.
Siamo quattro amici: Alessandro e Marco si occupano della produzione e della parte grafica e digitale, Tatiana e Ilenia di occupano della vendita e della contabilità.  Il nostro impianto è costituito da due fermentatori da 600 hl e da una sala cottura modello MBS300. Il tutto fornito dalla storica ditta Spadoni. Ad oggi abbiamo preventivato di produrre circa 10000 litri/anno. Il nostro nome deriva dalla zona in cui è situato il nostro birrificio, Altopiano dell’Alfina, che si trova nelle campagne tra Orvieto e Castel Giorgio, in provincia di Terni, nella stupenda Umbria.

La tua gamma è composta ora da tre sole birre , ci volete raccontare di più?
Per le nostre prime produzioni ci siamo basati esclusivamente sugli stili che a noi piacciono di più quindi una Belgian Blonde Ale, una American Amber Ale e una Blanche. In questo momento abbiamo nei fermentatori un quarto stile ma riveleremo i particolari più avanti. Per le ricette abbiamo potuto contare sulla preziosa collaborazione di un mastro birraio del Cerb di Perugia, che nella fase iniziale ha saputo consigliarci e seguirci con disponibilità e professionalità.

Siete giovani ma avete ricevuto un premio importante allo scorso evento di Birra Dell’ Anno. Ve lo aspettavate?
Sinceramente abbiamo partecipato più per divertimento che per altro, eravamo consapevoli di avere un buon prodotto ma non ci aspettavamo di vincere il premio di categoria al primo colpo. La soddisfazione chiaramente è stata tanta e ci ha ripagato di sacrifici e notti insonni passate a cercare di capire i procedimenti della birrificazione. Su questo argomento però vorremmo togliervi un sassolino dalla scarpa.
Successivamente a questo premio, alcuni addetti ai lavori, chiaramente increduli del fatto che un birrificio appena nato potesse avere vinto subito un premio così importante, ci hanno velatamente accusato di non essere noi a produrre realmente la nostra birra. Questo all’inizio ci ha indispettito un po’ però poi ci ha riempito di orgoglio perché significa che abbiamo davvero fatto un ottimo lavoro.

E’ la mia prima intervista in questo periodo nero dovuto al Covi-19. Come vedi la situazione in Italia, per quando Vi riguarda, progetti futuri in cantiere ?
Purtroppo noi essendo all’inizio abbiamo sofferto molto questa situazione, avevamo accordi presi con vari locali che purtroppo non hanno potuto più lavorare. Adesso piano piano e con molto impegno ci stiamo riprendendo e speriamo che tutto il settore si riesca a rialzare. Per il futuro stiamo pensando ad alcune iniziative, ma finché non saranno chiare le regole e le possibilità, non possiamo rischiare di fare il passo più lungo della gamba.

Concludo con una domanda che faccio a molti la tua/ Vostra birra e un luogo , locale preferiti e il relativo perché.
La nostra birra preferita direi che è la nostra prima nata, quella con cui siamo partiti e che ci ha fatto conoscere a livello nazionale grazie al primo premio vinto: la nostra Annozero!!
Per quanto riguarda il locale non sapremmo farvi un nome, ma piuttosto potremmo dire che siamo sinceramente grati a tutti quelli che ci hanno dato una possibilità ed hanno subito creduto in noi e nelle nostre capacità, in primis i locali delle nostre zone che con entusiasmo hanno voluto accettare la nostra sfida di birrai.



Maggiori informazioni: www.birralfina.com