martedì 31 marzo 2015

Struise Black Albert Batch Zero - De Struise Brouwers



Ritorniamo a parlare di Belgio, questi giorni solitamente, essendo grande appassionato di ciclismo, soprattuto delle gare del nord, li passavo nelle Fiandre o in Vallonia, su e giù alla ricerca di birrifici e locali colmi di tifosi, dove scambiar 2 chiacchere su birre e biciclette.
Torno a parlare delgi amici della De Struise Brouwers, che come ho già detto è il birrificio che amo di più.
Oggi mi sono preso una bella botta, avendo aperto la Black Albert Batch Zero.
La prima cotta in assoluto di questa birra venne prodotta in onore diJennifer e Chris Lively, titolari del pluripremiato Ebenezer’s pub di Lovell, nel Maine, dove Urbain era stato (nell’aprile del 2007), portandoci la su prima Black Albert, in occasione della terza edizione del Belgian Beer Festival.
Nel 2007, per celebrare il terzo anniversario del locale, Chris contatta il birrificio belga De Struise per avere una birra speciale da offrire durante l'annuale Belgian Beer Festival che si tiene presso l'Ebenezer.
Una birra nuova, un nuovo stile come lo definisce Urbain, una Royal Belgian Stout, in onore di Alberto II , sesto re Belga.
La birra avanzata dopo il festival, viene messa da Chris ad invecchiare in botti di bourbon, ottenendo ottimi risultati, cosi che anche gli Struise deciseeo di fare lo stesso, birra che poi venne chiamata Cuvee Delphine.
Sarà un successo visto che diventerà la base per una serie di birre barricate prodotte dagli Struise.
Bella e originale l'etichetta, spettacolarmente disegnata da Vincent Hocquet, noto tatuatore belga, che ha il proprio atelier a St.Idesbald.
Venaimo ora alla nostra birra, dalla quale, nel complesso è articolato range produttivo degli Struise, si sono generate (e si genereranno ancora) tutta una serie di filiazioni (la serie delle Black Damnation).
Come detto molto alcolica, 13 % ,passata in botti di bordeaux, si presenta di color nero, molto scura, la schiuma è splendida, color marrone chiaro, molto cremosa e molto persistente, che ci accompagnerà fino alla fine della nostra bevuta.
A naso l'aroma è molto ricco, fantastico, è una sorpresa che sia dolce e zuccherino, complesso, uvetta, cioccolato, canditi, liquirizia, caramello bruciato, panettone, cioccolato amaro al rum. caffè, datteri e prugne,arricchiti da una nota luppolata un po’ più accentuata.
In bocca è imponente, massiccia, con un corpo pieno, quasi masticabile.La carbonazione è scarsa, la consistenza è morbida, cremosa,  appagante, quasi vellutata al palato.Per apprezzarla al meglio, serve di un po’ di tempo fra un sorso e l’altro.
Nel finale sentiamo il legnoso, una finissima acidità, prima di un finale caldo con un alto tenore alcolico ma comunque facile da bere.
Non sò cos'altro aggiungere l'ho provata più volte questa è del 2012 , forse i 3 anni di invecchiamento l’ha resa austera e complessa, con il tostato/torrefatto che l'hann ofatta da padrone.
Più che una birra è un pasto, fantastica.
Posso andare a letto tranquillo, insomma.
Consiglio di servirla a una temperatura di 10-12°

ABBINAMENTIuna birra da meditazione, si accompagna con dolci al cioccolato, pasticceria secca e con alcuni formaggi erborinati.

Formato 33 cl         13 %  alc/vol       Pagata 5,50 beer shop 

lunedì 30 marzo 2015

Wedding Rauch - Birrificio Del Ducato - Buon compleanno!!

Il 27 marzo, per qualcuno come il sottoscritto, è stato il giorno di un piccolo festeggiamento, l'8 ° anniversario del Birrificio Del Ducato, un nome ben noto tra gli appassionati.
Era infatti il 27 marzo del 2007, quando Giovanni Campari iniziò la sua avventura con circa 300 hl annui prodotti, per passare oggi a più di 3500 e oltre e ad aver la bellezza di più di 130 botti per maturare le sue birre in legno.
dovrei scriverci un libro sulla storia del Ducato, che inizia producendo la Viaemilia e la A.F.O.
Già nel 2008 inizia a farsi conoscere all'estero , Stati Uniti, Svezia ottenendo l'oro con la A.F.O al concorso birre dell'anno oltre ad un prestigioso premio europeo, i primi di una lunga serie di riconoscimenti.
Il 2013 è stato l'anno d'oro, con diversi premi, circa una quarantina dal 2007 ad oggi.
Cosa c'era di meglio l'altra sera se non festeggiare con una loro birra, magari non una comune??
Avrei voluto festeggiare nel migliore dei modi, con la loro ultima creatura, una birra rivoluzionaria, Koji Il Riso, prodotta con malto d'orzo, frumento e riso appunto, con fiori di gelsomino e foglie di tè verde in maturazione, fermentata con l'Aspergillus Oryzae, detto anche Koji una muffa utilizzata per la fermentazione del Sakè, presso il The Dome di Nembro, ma ho dovuto rinunciare.
Quindi ho optato per la Wedding rauch, affumicata giusto per restare in tema con le birre di Bamberga che tanto mi sono rimaste...nel cuore che avevo bevuto qualche settimana fa con amici e avevo voglia di provarla nuovamente.
Veniamo a noi , la Wedding Rauch, è una birra affumicata, 5,2 % alc/vol, con una particolare storia alle spalle.
La birra fu prodotta per la prima volta per il matrimonio del birraio, in onore della moglie, che ha sempre avuto un debole per le Rauch.
Piacque molto, e quella che avanzò fu poi venduta in bottiglia ai clienti, ora è in pianta stabile nell'elenco delle birre prodotte dal birrificio.

"Nel ricordo di un’estate che non potrà ritornare, verso un avvenire di grandi emozioni."

La birra si presenta di color ambrato, quasi tonaca di frate, schiuma bianca fine ed avanescente.
L'aroma è ovviamente affumicato, torrefatto e leggermente maltato, con note di cappuccino, caramello e frutta secca, persitente e duratura.
Carbonazione moderata e normale.Corpo non ben strutturato, leggermete amara ma si fa comunque sentire anche la parte dolce, mielosa data dai malti.L'amaro dato dalla torrefazione dei malti si sente , ma non è mai troppo invadente.
La Wedding Rauch secondo mè si discosta un pochino dallo stile, birra complessa ed equilibrata.
Numerosi sono i premi che si è portati a casa :
-Brussels Beer Challenge 2013 : Medaglia d'Argento nella categoria "Birre aromatizzate: Birre affumicate";
- European beer star 2013 : Oro nella categoria "Birre Affumicate";
- Birra dell'anno 2013 : Medaglia d'argento nella categoria "Birre affumicate";
- Birra dell'anno 2012 : Medaglia d'argento nella categoria "Birre affumicate";
- Birra dell'anno 2011: Medaglia d'oro nella categoria "Birre affumicate".
Che dire senza una donna a cui dedicare questa birra, probabilmente la Wedding non ci sarebbe.Giudizio più che positivo.
Consiglio di servirla a 8-10°

ABBINAMENTI: l’abbinamento per eccellenza e’ lo stinco ed in generale la carne di maiale o comunque carne cotta alla brace, più scontati sono i prodotti affumicati, salumi provola scamorza e speck e qualcuno la abbina a pesce affumicato.

Formato 33 cl      5,2 % alc/vol       Pagata: 5,20 Euro Beershop

venerdì 27 marzo 2015

Calibro 7 - Birra Perugia

In Italia, ci sono un sacco di birrifici e birrerie che per anni all'inizio del novecento hanno fatto la storia della birra, ma purtroppo come tanti di voi sanno, la maggior parte di loro è sparita dalla scena.
Negli ultimi anni però qualche vecchio marchio è rinato grazie alla passione di nuovi avventori, così da ritornare certi nomi ai fasti che furono.
E' il caso della Birra Perugia, che andremo a bere e conoscere oggi.
Dopo quasi 90 anni dall'ultima birra prodotta, con sacrifici studi e tanta passione un gruppo di amici è riuscito nell'impresa di riportare in vita la Birra Perugia, prestigiosa impresa Umbra caduta in rovina negli anni '20.
Il marchio storico datato 1875, aveva sede in alcuni locali di Palazzo Silvestri, in via Baglioni, vicino ai depositi di neve della Rocca Paolina che venivano utilizzati per la conservazione della birra in fusti di rovere.
Successivamente si trasferì nei locali di via Oradina e di li a poco cessò la sua attività.
Un gruppo di amici quindi, che all'anagrafe fanno Laura Titoli, Mauro Fanali, Luana Meuli, David Vescovi, Matteo Natalini ed Antonio Boco, hanno dato inizio a questo nuovo progetto, e così il grifone, simbolo di Perugia è ritornato sulle etichette della birra.
La prima e unica birra che ho provato è la Calibro 7 , bevuta giusto domenica all' I.B.F. a Milano e oggi grazie la riprovo per voi.
La Calibro 7 è una Apa, caratterizzata dall'impiego di ben 7 luppoli, (Motueka, Galaxy, Citra, Mosaic, Soraci Ace, Galena, Chinook) che creano una birra molto complessa ed aromatica.
Si presenta di un bel colore dorato chiaro, con una schiuma fine di colore bianco che pian piano svanisce.
A naso l'intensità degli aromi è elevata, un gradevole erbaceo dato dai luppoli, eleganti i sentori di camomilla, erba fresca, agrumi e il malto che nel finale ci lascia a un leggero dolce di miele.
Al palato è frizzante con un corpo leggero e vellutato.
Il gusto senza dubbio è amaro dato dal mix di luppoli con un finale floreale con sentori di frutta tropicale, fine.L'amaro è il componente principale a caratterizzare questa ottima birra.
Una American Pale Ale , fatta bene che rispecchia il suo stile, complessa. con un'abbondante luppolatura.
Se non amate i luppoli chiamatemi, ve la bevo io !!Vi ricordo che è stata fatta con 2 etichette diverse una davvero in Limited Edition.Seconda foto da Ratebeer.
Consiglio di servirla fresca tra 8-10 °

ABBINAMENTI: con formaggi a bassa stagionatura in un aperitivo, oppure con pesce crudo (sushi) e insalate durante un pasto.


Formato 33 cl        5,5 % alc/vol       Pagata 4 euro beershop

mercoledì 25 marzo 2015

O.G. 1111 2013 - Piccolo Opificio Brassicolo Del Carrobiolo Fermentum

Ritorniamo a parlare di birre bevute.Si qualcuno mi darà del matto, dopo la giornata di domenica e un solo giorno da...astemio , ieri sera mi sono bevuto una signora birra, che conosco molto bene.Parliamo del “Piccolo Opificio Brassicolo del Carrobiolo – Fermentum”, che viene fondato nel 2008 da un gruppo di sette amici appassionati di birra; tra questi il birraio Pietro Fontana, un passato da homebrewer e a tempo pieno, presidente dell’associazione educativa Luce e Vita.
La location è molto suggestiva, il piccolo birrificio ha infatti sede nel convento dei Padri Barnabiti di Monza. Pietro Fontana, da tempo collaboratore con la comunità barnabita di Monza, riesce a coinvolgere Padre Davide Giuseppe Noè Maria Brasca, che dà il benestare all’operazione, mettendo a disposizioni alcuni locali all’interno del Convento in Piazza Carrobiolo a Monza.
Tutte le birre vengono prodotte utilizzando un “frumento biologico autoctono chiamato “Spiga e Madia” coltivato grazie ad un patto di solidarietà tra il Distretto di Economia Solidale della Brianza e un agricoltore locale”.
Ho conosciuto Pietro alla Locanda Del Monaco Felice a Suisio ( Bergamo ), diverse anche le volte che son passato dal suo Piccolo birrifcio, stupenda la prima visita, per non parlare della seconda con l'acquisto di qualche chicca direttamente dalla cantina di Pietro.
Con lui ho anche fatto il mio secondo corso homebrewing di 2 giorni, ottimo birraio oltre che docente, è grazie a lui se ora produco qualche birretta più che bevibile.
Nell'ultimo anno il Birrificio ha cambiato sede, sempre a Monza zona stazione dei treni, suggestiva la location, annesso al birrifici ora sorge anche il locale, sempre affollatto, con sole 4/5 birre alla spine e un paio di birre in bottiglia.Ottimo anche il cibo, da provare i diversi Hamburger.
Impianto e spazi decisamente superiori alla precedente sede, che resta comunque come impianto pilota per testare e realizzare nuove cotte future....se non ho capito male.
Inizialmente il birrificio chiamava le proprie birre col numero della Original Gravity, vedi la O.G 1045 , O.G. 1048 e altre birre, per passare ora a nomi di stile come Apa, Pils, Triple, Weisse al Farro, Brown Ale ed Estiva ,sempre però seguite dall'o.g. , ora cambia anche la grafica delle etichette che in origine aveva ( quasi per ogni birra a parte quelle passate in botte), raffigurato San Paolo, opera del Buzzi (1731) che campeggia sul portale in arenaria del convento ed ora invece campeggia la C , di Carrobiolo, decisamente più moderna.
Veniamo ora alla nostra birra, la O.G.1111, anno 2013, decisamente alcolica , 13 % alc/vol, una birra invernale, stile smoked, prodotta con l’utilizzo di malti torbati per evocare i whisky dell’isola di Islay.
nel bicchiere, si presenta di color marrone con qualche riflesso rossastro, un filo torbido, con un dito di schiuma beige non persistente che sparisce in pochi minuti.
A naso fin da subito si esaltano i sentori di torbato/fumo, che lasciano in secondo piano altri sentori quali frutta secca, prugna ed uvetta.Si percepisce anche una leggera ossidazione che ci porta al liquoroso dei vini quali il Marsala e il Madeira.
Aroma complesso, carbonazione quasi assente, corpo pieno, birra calda ed avvolgente.
In bocca è vinosa, prevale il dolce (uva passa, prugna e caramello, miele di castagno ), ma subito arriva l'alcool, richiamando più al whisky che non al vino liquoroso.
Rimane anche in bocca il sentori di affumicato, birra difficile da bere, poco beverina da gustare con calma, classica birra da divano, con un finale caldo ben strutturata.
Non sò cos'altro aggiungere se non quello di non consigliarla a nessuno per paura che possa finire!!!
Un capolavoro, lasciatela riposare mi piangeva il cuore aprirla ma grazie a Pietro in cantina ne ho altre 5/6 bottiglie 2010/2012/2014...in versione rifermentata e non.
Lasciatele riposare e se riuscite provatene 2 di annate differenti.
Consiglio di servirla una temperatura di 10-12 °

Volevo scusarmi ma non sono riuscito a fare foto a birra e bicchiere!!

ABBINAMENTO: dessert al cioccolato, ma lasciatemi dire...gustatevela sola, magari in compagnia

Formato 37,5 Cl      13 % alc/vol            Pagata 8,50 euro




martedì 24 marzo 2015

I.B.F. Milano 2015 - Il mio resoconto

Eccomi di ritorno dal' I.B.F. di ieri a Milano.Ottima la location e l'organizzazione, ma qualcosa a mio avviso di stonato c'e, non tanto per una cattiva location o una cattiva organizzazione…ma più che altro per la qualità delle birre, che per un evento dedicato alla birra direi che non è irrilevante.
Tanto di cappello, al posto, perfetto per un evento del genere, tanto di cappello anche all’organizzazione, a mio parere impeccabile (a parte gli 8 € all’entrata e il bicchiere non restituibile, io preciso che ultimamente sono invitato, penso a chi magari viene solo per accompagnare un amico marito o il proprio fidanzato e magari non beve neanche.
Ma non solo, una birra finita si può servire, una birra non pronta non si può servire…ma qualche birrificio ci prova lo stesso. Risultato? Birre scadenti, fusti andati  a male, birre infette, sapori e odori contraffatti. Diciamo che per tanti eventi, serve tanta birra, e spesso non tutti i birrifici ne hanno così tanta (buona) da portare ai numerosi festival e a volte si arrangiano portando quello che hanno disponibile, con un solo risultato: qualità delle birre decisamente bassa.
Ho partecipato ieri domenica 22 marzo 2015, e un pò alla cieca e un pò su consiglio di chi aveva assaggiato prima di me sono andato abbastanza sul sicuro, anche se qualcosa che ho bevuto non m'è piaciuta per niente, poche per fortuna veniamo a noi.

La prima birra che ho bevuto o meglio il primo assaggio, giusto per iniziare è stata la leggerissima Cubia, 12,4 % del Birrificio Opera, una birra ambrata a doppia fermentazione di stile belga con l’aggiunta di mosto di moscato e lieviti da whisky. Con lieviti trappisti, la birra si è incontrata con mosto di moscato e lievito da whisky, l'avevo già provata, una buona birra anche se si sente in modo troppo deciso l'alcool e non va per niente servita alla spina ma in bottiglia, ho poi bevuto l'ultima nata la Draco è una birra che segue l’ispirazione che fa da linea guida al loro “catalogo”: è una IPA ben fatta, con tutti i crismi dello stile. A mio parere meriterebbe anche l’imbottigliamento (solo in fusti al momento e per quanto ne so). Avrei però dovuta berla un po’ prima per gustarne appieno il sapore.L'ho trovata davvero buona ben fatta.


Valcavallina Dark Side, l'unica affumicata presente che ho bevuto, una smoked porter di stampo britannico, in bocca sentori di caffè e cacao con un finale secco e pulito.Mi aspettavo di più onestamente da questa birra essendo il Valcavallina un ottimo birrificio di recente premiazione.


Ottime invece le 2 birre provate al Birrificio Elvo, la Weizen, 5,5 % presenta aromi intensi di banana, chiodi di garofano, miele millefiori. Al palato ritroviamo la speziatura e la banana. Ben fatta, cosi come la heller bock, 7,2 %, Aroma di crosta di pane, miele, leggero erbaceo. Corpo rotondo in cui si avverte poco il grado alcoolico. Al palato bunoa pulizia con sentori discretamente intensi corrispondenti all’aroma.Tutte birre di stampo tedesco mai bevute prima davvero buone.


Argo ,diverse le birre premiate a Rimini, la Amberground una amber lager da 5 %, Birra ambrata giusto equilibrio dolce amaro. Corposa. Odore fruttato luppolato. Schiuma mediamente persistente.con lieve citrico finale ma la migliore è la Cream Ale Terzo Tempo, 4,4% Una birra facile, senza fronzoli, dall’aspetto brillante con schiuma bianca, compatta e persistente. Al naso risaltano note maltate di orzo e granoturco, ed un sorprendente bouquet floreale.Ottima bevibilità!Quest'ultima l'ho apprezzata 


Facciamo un salto in Umbria, Birra Perugia di cui non avevo ancora bevuto niente, la Calibro 7, tutti me la consigliavano, 5,5 % un APA, un mix di luppoli ben 7 mi dicono, Motueka, Galaxy, Citra, Mosaic, Sorachi Ace, Galena, Chinook , ottima davvero dal gusto anticonvenzionale e irriverente.Complimenti.


Una birra che mi ha un pochino deluso è la Lupus del Birrificio Apuano sempre una, American Pale Ale dalla luppolatura decisa, poco equilibrata a mio avviso e poco amara e poco corpo. ( mio parere personale )


Birrificio Geco con La Marvin, l'avevo già provata in bottiglia, buona ma a pari con altre birre del suo genere, secondo me inferiore, provata servita a pompa invece ...è uno spettacolo.Piatta come deve eseere questa Best bitter 4,5 % che si ispira alle bitter inglesi, ma che abbiamo personalizzato usando un abbondante mix di luppoli inglesi e americani.Bravi!!


Ho fatto subito un salto da Gambolò, per provare la Nowhere, una Ipa tra lo stile English Strong Ale e West Coast IPA, 6,8 % Purtroppo l'aroma non ci dà quel benvenuto che ci saremmo aspettati: naso scarico, poco fresco, con sentori di pompelmo, marmellata d'arancia, caramello ed etilici.Si sentono u pò troppo i 7 ° alcolici.Birra discreta, sicuro comunque di voler riprovarla.

Fantastica invece la Dark Age servita a pompa, ispirata alle imperial stout, è una birra notevolmente alcolica che permette di riscaldare le fredde serate invernali. Da bere con moderazione a fine pasto, gli 11 ° alcolici son ben nascosti.Ottima una tra le 3 birre che mi son piaciute di più al festival.


Un salto al Birrone era d’obbligo , dal miglior birraio dell’anno non potevo che provare la mia preferita la Cibus, weizen bock da 7,3 % , fantastica molto beverina se pensiamo che ha 7 gradi alcolici ,un ottimo corpo con note di miele e fruttato e un finale con un leggerissimo acidulo, ma certo il Birrone non ha bisogno di spiegazioni.

Verso la fine del mio gironzolare son passato da Schigi, non tanto per le sue birre quanto per la felpa vintage di un locale a Oudenaarde in Belgio se non erro il locale più famoso del Giro Delle Fiandre, scherzi a parte qui ho bevuto solo la Ciuski visto che le altre di Extraomnes, ormai le conosco a memoria.La Ciuski una Belgian Ale aromatizzata allo zenzero, una leggera sfumatura che caratterizza questa birra, dovrei starci molto più tempo a descriverla, di facile beva, ipirata al cartone animato  Doraemon, dovrei ripeto perderci un'ora a descrivere questa birra e la sua storia.

Infine son passato, ormai stanco e diciamo soddisfatto all'ultimo birrificio che mi ero segnato, giusto per riprovare una birra che poco più di un mese fa mi aveva entusiasmato.
Birrificio Retorto con un piccolo assaggio della Daughter of Autumn, che onestamente non ricordo bene quindi evito di scrivere cavolate e sua signora Malalingua, un privilegio visto che ci è stata aperta apposta per noi una bottiglia, Barley Wine di 12 % , ottimo per chiudere la giornata, intense note di frutta secca, prugna, caramello, biscotto, frutta rossaappena messa in bocca mi si è rivelato un universo di abbinamenti.

Ma prima di chiudere volevo parlare della mia personale sorpresa.Di birre ne ho assaggiate, di birrifici presenti ne conoscevo, ma quello che più m'ha colpito è stato il Birrificio Maiella, consigliato da 2 amici che conoscono bene l'Abruzzo, ho provato ben 4 birre, una sola no m'e' particolarmente piaciuta la Emigrante, poco corpo a mio avviso, e a naso scarsa , eppure è un APA con diversi luppoli, probabilmete era a fine fusto, spero.La Matthias invece, una Ale ,6,7 %  piacevolissima da bere, una bella presenza nel bicchiere pulita, schiuma abbondante, sentori caramellati, fruttati e di miele la rendono complessa e abboccata, la Novi Luna, leggerissima con i sui 3,9 ° , aromatizzata con la lavanda , fresca e pulita perfetta sotto ogni aspetto, infine la Bucefalo la loro scura 9 %, un mix di sentori dalla nocciola al cioccolato passando per il caffè e la liquirizia, con un ottimo bilanciamento dato dal luppolo.I miei amici avevano ragione!!
Diciamo che a conclusione ho bevuto bene e sapevo cosa bere.Poche le delusioni anche se qualche birra premiata a Rimini, a mio avviso è risultata inferiore ad altre.Cosa cambiare??Come detto il prezzo di entrata e il non poter rendere il bicchiere, per il resto l'I.B.F. resta comunque un'ottima fiera.

Sono stati divulgati i vincitori del Campionato Italiano Birre Artigianali (CIBA) 2014, campionato intitolato al compianto Franco Re, pioniere della birra artigianale italiana. Malalingua di Retorto, birrificio di Podenzano (Pc), vince il primo premio, secondo posto per Black Lullaby, sempre di Retorto, e Dr. Caligari del Birrificio Toccalmatto di Fidenza (Pr) al terzo posto. Ma vediamo ora tutti ivincitori del CIBA 2014: 

Classifica assoluta - Premio Franco Re 

Malalingua – Birrificio Retorto 
Black Lullaby – Birrificio Retorto 
Dr. Caligari – Birrificio Toccalmatto 


Classifiche di Categoria 

Blanche, Weizen, Gose 
Salada – Birrificio Lariano 
Weizen –Birrificio Elvo 
Domm – Birrificio Lambrate 

Birre con frutta, birre con spezie 
Dr. Caligari – Birrificio Toccalmatto 
Cherry Lady – Birrificio Foglia d’Erba 
Salty Angel – Birrificio Toccalmatto 

Pils, Imperial Pils, Helles 
Via Emilia – Birrificio Del Ducato 
Chiara – Birrificio L’Orso Verde 
Tipopils – Birrificio Italiano 

Koelsch, Cream Ale, Ibride 
Stria – Birrificio Toccalmatto 
Hauria – Birrificio Croce di Malto 
Terzo Tempo – Birrificio Argo 

Blond/Blonde Ale, Golden Ale 
Blond – Birrificio Extraomnes 
Dorado – Birrificio Opera 
Groovin Hop – Birrificio Toccalmatto 

Saison, Imperial Saison 
Toki Shu – Birrificio Toccalmatto 
Lytha – Birrificio K&L 
Hond.erd cascade – Birrificio Extraomnes 

Schwarz, Dunkel, Marzen, Bock, Doppelbock, Dark Lager 
Nigredo – Birrificio Italiano 
Scubi – BirrOne 
Porpora – Birrificio Lambrate 

Bitter, Pale Ale, Extra Special Bitter, Scotch Ale 
Daughter of Autumn – Birrificio Retorto 
Backdoor Bitter – Birrificio L’Orso Verde 
Miloud – Birrificio Lariano 

APA, IPA, Double/Imperial IPA, Black IPA 
B Space Invader – Birrificio Toccalmatto 
Skizoid – Birrificio Toccalmatto 
Draco – Birrificio Opera 

Tripel 
Tripè – Birrificio Lariano 
Saltafoss – Birrificio Lambrate 
Tripel – Birrificio Extraomnes 

Belgian Pale Ale, Belgian Strong Golden Ale, Dubbel, Belgian 
Black Lullaby – Birrificio Retorto 
Quadrupel – Birrificio Extraomnes 
Sosweet – Birrificio Geco 

Porter, Imperial Porter, Stout, Imperial Stout, Milk Stout, Sweet Stout 
Donker – Birrificio Extraomnes 
Pecora Nera – Birrificio Geco 
Madiba – Birrificio Lariano 

Barley Wine 
Malalingua – Birrificio Retorto 
Diavolo – Birrificio Valcavallina 
Barone – Birrificio The Wall


sabato 21 marzo 2015

Verguenza - Birrificio Menaresta

Continuo a parlare d'Italia e mi sembra più che giusto, visto che in questi giorni c'e anche l'I.B.F. a Milano e da poco s'e concluso Birre Dell'Anno, vediamo un po' come si presenta la birra che andiamo a bere oggi.
Questo post lo devo fare per forza di cose visto che qualcuno sìe innamorato di questa birra, non io e m'ha chiesto gentilente di provarla assieme!
Oggi parlo di un altro birrificio lombardo di vecchia data come il Menaresta.
Il Birrificio Menaresta sorge in un’ex area industriale nei pressi del centro di Carate Brianza, una decina di km a nord di Monza. Attivo in Brianza dal settembre 2007, ha un impianto da 6hl con il quale produce birre ben congeniate, riconoscibili e sempre facili da bere. Il nome deriva dalla sorgente del Lambro. Il logo riproduce la sperada, tipica acconciatura femminile in uso in Brianza fino all’inizio del ‘900, ornamento che le spose indossavano il giorno del matrimonio e che univa trasversalmente la gente di ogni estrazione sociale.
Oggi stappo la Verguenza del Menaresta, ancor prima di berla già la consiglio a tutti, vediamo però se è bella in forma bevuta sia alla spina sabato al birrificio e ora in bottiglia.
Apro una parentesi, ha appena vinto il premio come miglior birra dell'anno nella versione double India Pale Ale, Imperial Ipa, e diversi sono i premi vinti da questa birra negli anni, 2°Classificata concorso birra dell'anno 2011 categoria:
Birre luppolate, di ispirazione angloamericana  ,3°Classificata concorso birra dell'anno 2013 categoria, Birra chiara e ambrate, alta fermentazione, alto grado alcolico, luppolate, d’ispirazione angloamericana , 2°Classificata concorso birra dell'anno 2014 categoria, 
Chiare e ambrate, alta fermentazione, alto grado alcolico, luppolate, d’ispirazione angloamericana, ma c'e qualcosa di curioso.
Era il 2009 e a Lurago Marinone, dove c’è il Birrificio Italiano, Unionbirrai organizza il  “Concorso per homeberewers XMAS 2008”.Al concorso ufficiale ne segue anche uno “popolare”, dove il pubblico presente alla manifestazione può assaggiare le birre in concorso e votare quella preferita. Lo stile scelto per il concorso è quello delle India Pale Ale (inglesi o americane). Vince la Buonconvento APA portata da due a quel tempo homebrewers che oggi guidano il Birrificio Del Forte: sono  Carlo Franceschini e Francesco Mancini.
A quel concorso c'era anche Marco Valeriani ormai ex birraio del Menaresta, che presento' la Verguenza che pensate fini penultima tra gli iscritti.Una vergogna forse, o una fortuna.
Veniamo a noi, una bella carica di luppoli, Simcoe, Amarillo, Chinook, Columbus, Centennial e Bullion. E’ disponibile da Ottobre a Maggio, mentre nella stagione estiva c’è la Verguenza Summer con un tocco di Saaz,   nel periodo invernale arriva anche la Verguenza XMAS, leggermente più alcolica (8% anziché 7.5%). 
Versata si presenta di un bel colore dorato con riflessi arancioni, schiuma bianca cremosa e di buona persistenza. la bottiglia ha gia 5 mesetti...speriamo in bene.A naso l'aroma è ancora fresco e pungente, sentori di pompelmo e arancio, ananas e melone, frutti di bosco ma in modo molto fine e leggero.
In bocca risulta molto equilibratta e pulita, un fine sentore di caramello e dolce dato da sentori di frutta tropicale, con un finale amaro luppolato.
E’ un’interpretazione abbastanza fedele di una IPA West Coast e non ce ne sono molte, in Europa o forse non le conosco ancora.L'alcool è bene nascosto, ma comunque resta una birra di facile bevuta.
Il mio consiglio è quello di farvi un giro in Brianza, troverete altre ottime birre al Menaresta, avevo un filo di paura ad aprire una bottiglia di 5 mesi fa e invece il riusltato è stato ottimo, meglio berla prima dei 5 mesi.
Consiglio di servirla tra 7-9 °

ABBINAMENTI:Risotto Saporito, Risotto Amarognolo, Carni rosse, Barbeque, Carni fritte, Insalata con aceto, Indiano, Tailandese, Messicano

Formato 33 cl     6 % alc/vol    60 IBU     Pagata 3,50 euro




venerdì 20 marzo 2015

La Grigna - Birrificio Lariano

Dopo il post di ieri sulla Mama Kriek di Baladin, continuiamo con le birre Italiane, parlando per la prima volta di un birrificio a me famigliare, dove spesso sono di casa, oltre che essere uno tra i Migliori birrifici Italiani.
Sto parlando del Birrificio Lariano di Dolzago (Lecco), è un pò che volevo parlarne, ma stranamente son rimasto senza loro birre in cantina.
Il LarianoNasce dalla mente di due homebrewer, per l’esattezza Fulvio Nessi ed Emanuele Longo che, dopo le svariate esperienze casalinghe e alcuni corsi didattici sulla produzione brassicola, aprono finalmente nel 2008 il Birrificio Lariano.
Le loro birre pescano a piene mani le tradizioni della Germania, Belgio e Inghilterra. Quindi nel catalogo si trovano Pils, Bitter, Stout e molto altro.La loro prima birra fu un Pils, che verrà poi conosciuta come LaGrigna.Menzione d’onore meritano le nuove etichette che sono bellissime. I punti cardine della produzione restano indubbiamente la semplicitàbevibilità efragranza, sia nel reinterpretare stili prevalentemente classici che nel seguire le nuove tendenze.Ha raggiunto nel tempo degli ottimi risultati in Italia e non , basta pensare che con la Pils Grigna hanno vinto nel 2014 il premio come miglior birra d'italia davanti a un mostro sacro come la la Tipopils del Birrificio Italiano, e una new entry, la Giò di Oldo, risultato bissato quest'anno nel 2015 davanti alla Amberground di Argo e alla brixia Lager del Birrificio curtense, ottimo direi e 1° nel 2014 al Brussel Beer Challenge nella categoria Pils di stampo tedesco.
Quindi avete capito che sto parlando della Grigna, che prende il nome dall'omonimo monte che domina la città di Lecco e  il suo lago.
Una leggenda dice che la Grigna era una crudele guerriera, che fece uccidere da una sua sentinella un cavaliere venuto a manifestare il suo amore per lei. La guerriera fu trasformata in montagna e così anche la sentinella, che divenne la Grignetta”. Nonostante il nome battagliero questa piccola combattente porta con se un cuore gentile ed un’eleganza tutt’altro che burbera, esaltata non a caso con simpatia nella grafica dell’etichetta.
Venendo alla degustazione vera e propria la Grigna (4,6 %) risulta al momento con tutta probabilità la migliore Pils in circolazione, stile tradizionale tedesco altamente ostico da realizzare alla perfezione, pur tentato con sempre più costanza e risultati talvolta eccellenti dai birrifici del nostro paese.Versata nel bicchiere si presenta di un bel colore giallo paglierino, la schiuma compatta e persistente e la trasparenza brillante.
Ricco aroma di malto ed un bouquet che arriva dal luppolo tipo “Saaz”,  con sentori tipici di crosta di panemiele, fiori bianchi, con leggere punta piccante al naso.Buone note maltate, abbinata ad una pronunciata e “rotonda” amarezza. Note secche, ben luppolate e persistenti. Corpo leggero, carbonatazione media.C’è anche una leggerissima nota acidula che ne amplifica la forza dissetante.Non sono certo io a dire che è una tra le migliori birre in circolazione, ottima  frizzante, ben “rotonda”, rinfrescante.Il mio consiglio è di servirla bella fresca tra i 6 e gli 8°
ABBIANEMNTI:risotti, minestrone, hamburger, carni bianche, carni rosse alla brace, salmone, prosciutto crudo, molluschi, gamberi e piatti piccanti.
Formato 33 cl        4,6 % alc/vol          Pagata 3,50 euro

giovedì 19 marzo 2015

Mama Kriek - Baladin

E' un pò che manco con le birre italiane ,complice il mio viaggio in Germania.Torniamo quindi ...all'inizio con Baladin, uno che per anni è stato il miglior birrificio d'italia.
Ieri, leggendo un post su un gruppo, ci tengo anche a citarlo, Accademia Delle Birre, un singolo appassionato, ha postato  un messaggio che non m'è affatto piaciuto oltre che ad incuriosirmi.
Si parlava della Mama Kriek, che ho bevuto pochi mesi fa durante una mia cotta con amici, restandone più che soddisfatto.
Incuriosito perchè veniva consigliato di non acquistare questa birra, classificandola come una Schifezza.
1 ° a casa mia la parola Schifezza, non si usa, mal che vada si dice non mi piace, non è buona, o non m'ha soddisfatto, d'altronde per fortuna non siamo tutti uguali e ognuno ha i suoi gusti.
2 ° ricordo che con tutte le Signore birre che ha sfornato Baladin e quindi Teo Musso, ci vuol un bel coraggio a definirla tale, se più volte le loro birre risultano tra le più premiate un motivo ci sarà.
3 ° sfido chiunque a fare e ad avere sempre tutto perfetto, magari 1 su tot bottiglie può anche essere fallata che dite???
Quindi oggi ho fatto 2/3 telefonate e mi son procurato una Mama kriek con scadenza 2014, cosi da bere col mio vecchio che di birre però non se ne intende.
Vediamo.
Premetto che non è una vera e propria Kriek, questo lo dovremmo sapere ancor prima di acquistarla.Per chi si aspetta una classica kriek può essere una delusione e mi raccomando non stappatela per abbinarla ad un dolce, rimarreste ancora più delusi.
Allora, 5,8 % alc/vol con 9 di IBU, versata nel bicchiere si presenta di un bel colore colore oro arancio con riflessi rosati, con decise torbidezze, le bollicine sono numerose e di media persistenza oltre che abbastanza sottili,Al naso appena versata si presenta speziatissima,rosa, coriandolo, dalla cannella alla camomilla, per passare al pepato, nella Wayan sono be 5 differenti, che la rende comunque ben bevibile (ricordava la Wayan) con le ciliegie che lottano per arrivare al naso, ma poi trionfano con un naso dolce e pulito. In bocca velatamente acida, quasi delicata, anche se l'acido c'è, percepiamo la segale o comunque i cereali in modo leggero. L'acidità tipica è ben bilanciata da un gusto leggermente più legnoso e la presenza dell'aromaticità delle ciliege griotte (antiche ciliegie locali non sempre reperibili).è ben viva a ricordare all'olfatto e al palato l'origine stessa di questo piccolo capolavoro.
Fate voi, l'ho trovata come l'avevo lasciata ottima.Cercando in rete ho però scoperto che l'anno 2012 di questa birra ha avuto diverse bottiglie....fallate!!
Oggi è la festa del Papà, ma ricordo che questa birra è dedicata alle mamme, dedicata alla mamma di Teo come vediamo sull'etichetta, 
La Mama Kriek è ispirata alle birre belghe alla frutta ma come sempre personalizzata.
Una birra delicata e fuori dal coro che vuole essere un omaggio alle donne e alla terra.
Consiglio di servirla tra gli 8 e i 10 °

CE NE FOSSERO DI SCHIFEZZE COSI'

ABBINAMENTIcon aperitivo, antipasti di pesce, pesce affumicato, affettati e salumi, pasticceria secca, dessert a base di frutta

Formato 75 cl      5,8 % alc/vol      Pagata  9,50 euro

Fidatevi...dimenticatela in un angolo della catina non ve ne pentirete!!

mercoledì 18 marzo 2015

Schönramer Imperial Stout - Private Landbrauerei Schönram

Ed eccoci al giorno dopo San Patrizio, come detto ieri ho bevuto nel pomeriggio una Beamish Irish Stout, giusto per cambiare un pò dal bere la solita Guinnes, ma ieri sera di ottime birre ne ho bevute più di una.
Facciamo nuovamente un salto in Germania, ultimamente ben presente sul mio blog visto il mio recente viaggetto.
Parliamo della Schönramer Imperial Stout, della Private Landbrauerei Schönram, che sicuramente sarà la prima tappa del nostro prossimo viaggio in Franconia.
Dobbiamo risalire al 1780 per ricostruire la storia della Private Landbrauerei Schönram, fondata da Jacob Köllerer nella omonima cittadina (Schönram) della Baviera meridionale, a pochi chilometri dal confine con l’Austria e da Salisburgo. Gli attuali proprietari sono Helga and Alfred Oberlindober, la cui nonna era una parente del fondatore originario Jacob. Peculiarità di questo birrificio, in una regione così legata alle tradizioni come la Baviera, è la presenza di un mastro birraio americano. Si tratta di Eric Toft, alla Schönram da quasi 15 anni, nato in Wyoning ed arrivato in Germania per diplomarsi all’Università birraia di Weihenstephan, dopo essere transitato per l’Inghilterra e per il Belgio. Eric è anche rappresentante della German Hop Growers Association, e da buon birraio americano ha portato con se l’amore per birre molto luppolate; leggiamo che dal suo arrivo le vendite alla Schönram sono raddoppiate, ottimo risultato se si considera che il consumo di birra nel mercato tedesco è da molti anni in costante calo.
Oltre ai classici stili bavaresi, nella gamma del birrificio ultimamente sono stati inseriti stili decisamente più anglosassoni, che hanno riscosso un buon risultato, come la IPA per esempio, che raccoglie molti consensi soprattutto tra il pubblico femminile.
Veniamo alla nostra birra, 10 % alc/vol, una bella gradazione alcolica, 93/100 per il sito Ratebeer, la rendono sicuramente interessante ancor prima di acquistarla.
Versata nel bicchiere si presenta subito di un bel colore ebano scuro traslucido e con una schiuma beige abbastanza persistente, profuma di cacao, cioccolato fondente e malto torrefatto. Cremosa e vellutata in bocca, ha un sapore dolce e complesso di tostato e caramello con note spiccate di cioccolato fondente, liquirizia, caffè espresso e frutta secca una finissimo sentore di speziato. Nel finale rimane piacevolmente equilibrata e delicata, con una leggera finitura di luppolo.Di medio corpo con una carbonazione bassa. 
Sorprende il grado alcolico di ben 10%alc. ma che si avverte solo per l'etilico e non per la struttura.
Consiglio di servirla a una temperatura di 10-12°.

ABBINAMENTIè consigliabile servirla da sola a fine serata come birra "da meditazione", ma si accompagna bene anche ad alcuni formaggi stagionati, biscotti e dolci al cioccolato.

Formato 33 cl      10 % alc/vol                 Acquistata al beershop di Bamberga

martedì 17 marzo 2015

Beamish Irish Stout - Beamish & Crawford

Oggi, martedi 17 Marzo, come tanti di voi sanno è il giorno di San Patrizio, cosa c'e di più bello che farci un salto in Irlanda, almeno con la testa, o meglio con una buona birra.
Giusto qualche informazione su questa festa.
La Festa di san Patrizio (in irlandeseLá ’le Pádraig oppure Lá Fhéile Pádraig, in ingleseSaint Patrick's Day, spesso chiamato anche St. Paddy's Day o più semplicemente Paddy's Day), è una festa di origine cristiana che si celebra il 17 marzo di ogni anno in onore di san Patrizio,patrono dell'Irlanda.
Il 17 marzo è festa nazionale nella Repubblica d'Irlanda, mentre è una festività bancaria (bank holiday) nell'Irlanda del Nord.
Le feste più grandi e caratteristiche fuori dall'Irlanda si festeggiano nelle città e nelle nazioni che ospitano una forte componente irlandese, come gli Stati Uniti (san Patrizio è anche il patrono della città di Boston) e Canada (nella bandiera della città di Montréal è raffigurato anche un trifoglio, per testimoniare la fortissima presenza irlandese in città).
Le celebrazioni sono generalmente incentrate su tutto ciò che ha a che fare con l'Irlanda e il verde.
Di conseguenza, sia il vestirsi di verde il 17 marzo sia il trifoglio stesso sono diventati simbolo di quel giorno.
Ora veniamo alla nostra birra Irlandese che se non erro fa il suo ingresso nel mio blog.
Ci siam stappati una bella Beamish Irish Stout. non la solita Guinnes.
Il birrificio Beamish & Crawford fu fondato da Richard Henrick Beamish e Arthur Frederick Sharman Crawford nel 1792 a Cork, seconda città per importanza dell'Irlanda. I due acquistarono una fabbrica che era stata usata per produrre birra almeno dal 1650, probabilmente fin dal 1500. La fabbrica è situata nel cuore della città medievale di Corck, vicino alla porta sud della città. L'azienda, ed entro il 1805, si era trasformata nella più grande d'Irlanda e nella terza più grande compreso il Regno Unito, con una produzione di 100.000 barili all'anno, dopo essere partita dai 12.000 barili dell'anno 1792. Nel 1865, la fabbrica fu oggetto di un programma di ammodernamento, completamente rinnovata e quotata in borsa nel 1901. Un'ulteriore espansione avvenne con l'acquisizione di un certo numero di birrifici locali all'inizio del XX Secolo. Nel 1962 è stata comprata dal produttore di birra canadese Carling-O'Keefe Ltd., che ha intrapreso un ulteriore programma di ammodernamento della fabbrica di birra. Nel 1987, la Elders IXL, oggi nel gruppo Foster's, ha comprato le fabbriche canadesi e nel 1995 la Elders ha venduto l'azienda alla scottish an Newcastle.
Ovviamente bevuta alla spina la Beamish Irish Stout, la si trova in lattina non in bottiglia, 4,2 % alc/vol, versata nel bicchiere, si presenta di colore bruno opaco che, unito ad una schiuma assai corposa, rende alla perfezione la cremosità che accarezzerà il palato.È una birra ricca di luppolo, con caratteristiche di malto tostato, liscia e cremosa nella sua consistenza. Il buon bilanciamento tra la dolce nota caramellata e una leggera amarezza assicura un eccellente sapore.  Insomma, una birra che non mente.L´aroma ricorda il pane appena bruciacchiato, con sentori di pepe e caffè forte; gusto e struttura sono estremamente soddisfacenti; il finale è decisamente più secco e liquoroso di quello di molte stout.Consiglio di servirla tra gli 8-10 °
ABBINAMENTI: fantastica coi frutti di mare, ottima anche con dessert al cioccolato.Gustatevela sola, magari proprio in un pub nella verde Irlanda.
Formato Pinta inglese    4,2 % alc/vol         Pagata 4,5 euro pub in italia

lunedì 16 marzo 2015

Kriek De ranke - Brouwerij De ranke

Oggi ritorniamo in Belgio, è un pò che mancava dal blog.Birrificio De Ranke,a Dottenijs in Hainaut, che ho avuto modo di godermi per una giornata intera in compagnia di Nino e suo fratello oltre ad un gruppo ci giapponesi, pazzi.
Signor birrificio.Punto.Quindi signora birra.La birra che vado a presentarvi oggi è la Kriek De Ranke 2012, che avevo già aperto con 3 amici, giusto per fare bella figura e ieri beh, me la son goduta a pieno, solo, come aperitivo.E così mi sono “concesso” un ri-assaggio dopo un sacco di tempo della De Ranke Kriek e ho aperto l'ultima purtroppo bottiglia del 2012 che conservavo gelosamente in cantina.
Nino Bacelle, per la  sua Kriek, si è ispirato alla famosa, ancorchè defunta, Kriekenbier Oud di Crombè, birrificio di Zottegems, che ha ceduto definitivamente la produzione delle proprie storiche birre a Strubbe nel 2011. 
Per brassarla miscela due sue birre bionde fatte “appositamente” inacidire e il 25%  di lambic di Girardin, facendo affinare il tutto per sei mesi in botte con l’aggiunta di ciliegie rosse della Polonia.
Il risultato è sorprendente, una belgian sour ale, da 7 % alc/vol, nella quale le ciliegie lasciano il loro segnosu di una base moderatamente acida e aspra.
Lasciata in cantina per 3 anni buoni, ne ha modellato il profilo a mio avviso, birra più accattivamente se cosi posso definirla.Nessun sentore dolce, le ciliegie regalano più
 asprezza che rotondità, la frizzantezza decisa ripulisce a dovere lingua e palato dopo ogni sorso. 
Un blend ottenuto aggiungendo ad una old beer della De Ranke, fermentata con lieviti Rodenbach, un lambic di Girardin. Birra più che azzeccata, pulita, intrigante e ben equilibrata.
Veniamo a noi, 
La base di questa birra è una Flemish Ale di loro stessa produzione (la Cuveè De Ranke). A questa Flemish vengono aggiunte le ciliege acide. Una volta che le ciliege finiscono di fermentare (circa sei mesi di reazioni) viene aggiunto il lambic tradizionale Girardin. Il blend viene poi messo a maturare per raffinare e amalgamare meglio i sapori.Si presenta con un piacevole colore rossiccio, con moderata torbidità. La schiuma è rosa abbondante, con bollicine grossolane, ma si esaurisce in fretta se non per qualche millimetro che rimane come una coroncina attorno al bicchiere.Il profumo è ricco ed esuberante.I Bretta le conferiscono quel piacevole tocco acetico e floreale. Le note fruttate sono per lo più dominate dalle ciliege. Il tutto è contornato da una traccia di luppolo e sughero.In bocca ha un corpo leggero, mediamente carbonato.Le note acide sono mitigate dalla presenza costante delle ciliege che cedono il passo verso la fine a un sentore luppolato. Distinguibili anche sentori legnosi e di sughero dovute alla maturazione. Il retrogusto, persistente, è di nuovo dominato dalle ciliege. Piacevolissima e soddisfacente bevuta. Tra le kriek più eleganti che potrete mai provare.
Una birra fantastica, credetemi, lasciatela tranquillamente qualche annetto in cantina, non ve ne pentirete.Consiglio di servirla a 8-10°
ABBINAMENTI: come sopra citato è ottima come aperitivo, si sposa a meraviglia con dolci a base di frutta, torte gelato come la meringata.
Formato 75 cl         7 % alc/vol     Pagata: acquistata 3 anni fa al birrificio De Ranke credo meno di 4 euro a bottiglia.