giovedì 15 luglio 2021

Malcantone Craft Brewery - Intervista

                         

Oggi vi porto in provincia di Bologna dove da  un anno e mezzo, in pieno periodo di Covid, si sta facendo conoscere un giovane birrificio, Malcantone Brewery, dedito soprattutto alla produzione di birre a bassa fermentazione.
Abbiamo incontrato Francesco proprietario e birraio, sarà lui a raccontarci cosa si cela dietro al nome Malcantone.
 

Francesco, benvenuto sul Giornale della Birra. Ci parli di te e di come ti sei appassionato al mondo della birra?

Mi sono appassionato al mondo della birra da qualche anno ormai, complice la voglia di realizzare la birra in casa, ho iniziato a produrre dopo la lettura del libro di Bertinotti. Con degli amici homebrewer pugliesi poi decidemmo di fondare la prima associazione in Puglia (e una delle prime in Italia) che si chiama Luppulia. Nel tempo questa passione è cresciuta con letture e studi personali, fino al diploma di birraio artigiano presso la Dieffe di Padova.

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Quando decidi di creare un birrificio tuo, cosa ci racconti in merito a Malcantone? 


Tutto normale fino al momento in cui ho deciso di aprire il mio birrificio, mollando 20 anni di Poste Italiane da dimissionario e puntando tutto su di me, grazie anche a mia moglie che mi ha sostenuto e ha creduto in questo progetto impegnativo e faticoso.

Pertanto decidiamo di creare Malcantone, dapprima presso le campagne e alcuni fienili nelle terre di mia moglie, in contrada Malcantone di Sermide appunto, provincia di Mantova. Poi però il forte richiamo cittadino, essendo io di Bari e avendo sempre vissuto in città, e trasferito,  solo da 3 anni circa a Bologna dove risiede mia moglie, capiamo dopo alcuni mesi in provincia appunto vicino Malcantone, che la mia, la nostra vita non è per niente votata alla tranquillità di un paesino. Io proprio non ci ho mai vissuto in paese…e allora torniamo a Bologna e cercando un capannone creiamo il Birrificio di cui conserviamo il nome, appunto Malcantone. Fondata la società nel 2019, ci approntiamo a iniziare il birrificio nel febbraio 2020, appena in tempo per beccarci tutto il Covid in pieno.

Il logo nasce dalla creatività di una grafica di Budapest, che ha realizzato quello che le chiedevo, un simbolo classico moderno stilizzato e pulito. Ho scelto una grafica europea, perchè nel birrificio quasi tutto ha una filosofia europea. Dalla grafica alle materie prime, poco passa da acquisti italiani.

 

Una chiara impronta tedesca dunque. Sarà un birrificio concentrato più sulle basse fermentazioni o anche altri stili, magari guardando a Belgio o Inghilterra? 


Produco principalmente stili tedeschi, ecco perchè mi rivolgo a mercati tedeschi piuttosto cechi, per l’acquisto delle materie prime.
Ho sicuramente in mente di seguire produzioni prettamente tedesche, anche se qualche pale ale o ipa ogni tanto, ma tanto poco, spunta fuori.
Voglio insomma specializzarmi nelle produzioni tedesche, perchè è difficile che ognuno di noi  sappia fare birre di tutti i tipi, secondo me. Ogni paese di produzione ha la propria poesia, tradizione e tecnica, voler rappresentarle tutte nel bicchiere per me è molto difficile, meglio concentrarsi su di una famiglia o stili di birra.
Attualmente in birrificio abbiamo anche una taproom o bierhaus dove serviamo le nostre birre ma non disdegno il servizio di birre prodotte da altri birrifici a me cari.

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Un anno difficile per colpa di questa brutta pandemia. Come ti sei mosso in questi mesi? 


Sì è stato un anno difficile, con momenti di sconforto, abbiamo aperto nel febbraio 2020 e questa data è un po’ storica per tutti quanti noi. Ci siamo mossi principalmente con la vendita delle bottiglie, che ci ha permesso di farci conoscere in giro e soprattutto grazie alla stima e alla spinta dei alcuni gestori di locali di Bologna e provincia  che fin da subito hanno rilevato nei miei prodotti una marcia in più appoggiandoli e promuovendoli, a loro dirò sempre grazie!

 

Progetti, cosa ti aspetti per il futuro? 


Per il futuro, a giorni arrivano due nuovi fermentatori doppia cotta che ci permetterà di raddoppiare di colpo la produzione. Ho iniziato da poco la collaborazione con un grossista importante italiano (Partenocraft) e mi  auguro in futuro di lavorare come adesso sia direttamente con i locali della mia città e provincia, sia magari provare qualche novità sia in produzione (sempre francone/tedesca) che in confezionamento…

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Un ultima domanda. Scegli una birra e un locale che più ti stanno a cuore. 

Locale del cuore, U Zlateho Tygra e basta…ma anche tutta la repubblica ceca, U Fleku, U  Černého Vola, ma anche la Franconia passando per la zona delle zoigl e girando l’intera Germania.
Comunque è una domanda difficile, sono belli tutti i locali del mondo se gestiti con poesia e amore.
 

Ringrazio Francesco per la disponibilità nel raccontarci il suo giovane progetto, certi che presto faremo un salto in birrificio a trovarlo.


Sito web :   https://www.malcantone.it/



giovedì 8 luglio 2021

Assaggi spumanti di MelaGodo - Valtellina




Eccoli finalmente assaggiati i due sidri o meglio spumanti di mela dei valtellinesi di MelaGodo
Siamo a Grosotto, zona di produzione di ottime mele ma anche vini, soprattutto nella vicina Tirano, famosa anche per il suo Duomo e per essere la partenza per il trenino rosso del Bernina. 
Qui da oltre 10 anni Simone porta avanti questo fantastico progetto, lo spumante di mela. 





L' Extra Dry ha 9 ° , color giallo paglierino con riflessi verdognoli e una schiuma che svanisce in pochi secondi. Al naso emergono sentori floreali, fiori bianchi camomilla, miele d'acacia, in bocca è morbido e molto delicato dove ritroviamo anche la mela e la frutta gialla matura. 
Frizzantezza elegante. 
Ottimo in abbinamento con i formaggi o da solo come aperitivo.

Servitelo a non più di 10 °



Passiamo ora al Brut, sempre da 9 ° con un colore più chiaro e limpido rispetto al Dry. 
Al naso oltre ai sentori floreali emergono anche note di pane, mollica, cracker, quasi fosse una Keller francone. Bel bouquet. 
In bocca note di pasta di mandorle, frutta gialla, con un' acidità maggiore nel finale. Due prodotti davvero molto interessanti oltre che eleganti. Ringrazio Simone che passeremo presto a trovare. 
Indicato in abbinamento a pesce e molluschi.

Non mi resta che portarvi presto a conoscere da vicino questo produttore. Restate collegati.

Cheers!! 🍏🍎

mercoledì 16 giugno 2021

Dal cuore dell’Abruzzo : Birrificio Fermento Marso - Intervista




Eccoci qui con un nuovo articolo. Questa volta vi porto nella Marsica, nell’entroterra abruzzese, dove da pochi anni ha sede il Birrificio Fermento Marso.
Abbiamo contattato Stefano, fondatore e birraio che ci racconterà la sua storia oltre a quella del suo giovane marchio.

Ciao Stefano e benvenuto sul Giornale della birra. Ci parlo di te e di come ti sei avvicinato al mondo della birra?


Ciao Christian, grazie mille per lo spazio che hai scelto di dedicarci, è un piacere essere sul Giornale della Birra.
La mia storia da birraio nasce, come in buona parte dei casi tra i fumi delle pentole in cucina,
mi sono approcciato ai fermentati per la prima volta sul finire del liceo per poi scoprire la birrificazione vera e propria per merito di un amico che mi ha insegnato, il tutto ormai 10 anni fa.

 

                 

 

Da qui la voglia di credere in questo progetto, Birrificio Fermento Marso. Quando nasce e com’è strutturato. 


L’idea di creare un mio birrificio, Fermento Marso appunto, nasce intorno al 2013, ero in crisi con i miei studi universitari perchè non sentivo reale appagamento.
Allo stesso tempo la passione per la birra era già cresciuta enormemente e avendo avuto a possibilità di frequentare Birra del Borgo e conoscere Leonardo, iniziava a prendere forma l’idea di “seguire il suo esempio” e dedicarmi alla birra a tempo pieno.
Solo dopo aver conseguito però il diploma da Birraio presso l’istituto DIEFFE di Padova, nel 2015, il birrificio diventa un progetto realizzabile, dove ho scelto di investire tempo nella formazione perchè non ritengo ci sia spazio per l’improvvisazione in questo mondo.
L’impianto ci è stato consegnato sul finire del 2016 e tra rilascio della licenza e lavori di ammodernamento siamo stati nelle condizioni di brassare la prima birra a Settembre 2017. Contestualmente abbiamo aperto al pubblico il nostro spaccio aziendale che è stato presto riconvertito anche a Tap-room, pur non avendo somministrazione di alimenti.
Parlo al plurale perchè Fermento Marso è animato non solo dal mio lavoro ma anche da quello di Lorenzo, mio assistantbrewer e amico.


La tua esperienza in Inghilterra ti ha portato a sviluppare diverse birre in stili anglosassoni. Quali birre producete attualmente? 


Le birre anglosassoni sono sempre state la mia vocazione, non solo in termini organolettici e gustativi ma soprattutto come filosofia.
Un modo di produrre e consumare birra molto diverso da quello a cui siamo abituati e che sento molto mio.
A oggi produciamo, cercando di essere il più fedeli possibile alla tradizione, Ordinary Bitter, Robust Porter, English IPA, WeeHeavy e WinterWarmer.
Completano la lista una birra di frumento fatta con Grano Solina, Tripel, American IPA e Kweik Session IPA.
 

                   

 

Una birra con Malto 100 % italiano e altri prodotti del tuo territorio dunque , penso in futuro di fare una birra tutta made in Italy o impiegare altri ingredienti delle tue zone in qualche ricetta? 


E ‘ di quest’anno la scelta di implementare tutte le ricette del birrificio con malto Made in italy.
Lo scorso anno abbiamo avuto modo di conoscere una promettente realtà che si è da poco affacciata sul panorama della maltazione italiana e abbiamo subito creduto nelle sue potenzialità e qualità.
Fino a questo momento abbiamo lavorato con diversi prodotti km0, primo fra tutti il Grano Solina, antica varietà di grano tenero di montagna abruzzese, ma anche diversi tipi di miele locale e canapa.
Sarei davvero felice di realizzare una birra 100% italiana, ancor di più 100% abruzzese ma questi sono passi che vanno fatti uno per volta, la direzione è questa, basta seguirla.


Il 2020 ma anche questa prima parte di anno non sono stati certo dei migliori. Come state superando questo periodo di chiusure e restrizioni?


Certamente il 2020 non è stato l’anno che mi aspettavo, nonostante il piccolo incremento nella produzione la resa della stessa ha subito l’effetto della totale assenza di somministrazione nel periodo estivo.
Stesso discorso lo possiamo fare per l’anno in corso. Stiamo continuando a lavorare, cercando di anticipare il lavoro che potrebbe rivelarsi necessario se l’estate dovesse essere positiva, così da avere una migliore gestione dei tempi.
E’ dura ma noi siamo birrai, non molliamo mai.

 

                 

 

Progetti futuri o sogni nel cassetto?


Ebbene si, ci permettiamo di avere qualche piccolo progetto per quest’anno.
Uscirà una nuova birra in autunno, non voglio spoilerare ma posso dire che sarà un connubio tra la mia passione per le birre anglosassoni e la materia prima che tutto il mondo ci invidia….
Sogni nel cassetto? Aprire un locale brandizzato nel mio paese ma c’è tempo ancora.

 

Un ultima domanda. Scegli una birra e un locale/ birrificio  che più ti stanno a cuore. 


Domanda difficile, devo molto del mio percorso a Leonardo di Vincenzo, per me è stato un modello con la sua BdB agli inizi degli anni ’10.
Oggi però guardo a Opperbacco e Anbra come i birrifici che più ho a cuore, tanto per la loro qualità quanto per il rapporto di stima e amicizia che ho con i rispettivi staff.

 

Maggiori informazioni: www.fermentomarso.it

giovedì 10 giugno 2021

Recensione birre Malcantone Brewery

Eccoci finalmente con le prime tre birre assaggiate del birrificio bolognese Malcantone Brewery .

Situato fuori Bologna a Ozzano dell'Emilia, ha aperto i pattenti proprio in piena pandemia Covid.
Produzione dedita alla birre a bassa fermentazione, ma non solo.



La prima birra è la Dragonfly una Keller Helles da 5 ° dal color oro con schiuma bianca e persistente.
Al naso note di malto, in bocca è ben equilibrata con corpo medio e poco amara.


Debbie è invece una Keller Pils di stampo cecoslovacco sempre da 5 ° dal colore dorato con schiuma bianca persistente e fine.
Al naso aroma fruttato e floreale.
In bocca sentori di cereale e un amaro finale persistente.




Infine la Ottovolante, una European IPA da 5.8 ° con luppolo Kazbek  dal color oro con schiuma bianca persistente e fine
Al naso note floreali e fruttate e in bocca è resinosa, agrumata e con leggeri sentori di frutta tropicale, decisamente amara nel finale.
Interessanti soprattutto le due Keller Pils ed Helles, molto equilibrate. Soddisfatto per questi primi assaggi.
Una più interessante dell'altra, puoi stapparle chiudere gli occhi e ritrovarti in un bier garten nei dintorni di Bamberga, ma la realtà è la periferia bolognese.



La Rooster è una Dunkles Bock da 6.4° color ambrato con riflessi rossastri, forte e con un carattere alto di malto, note tostate e di frutta secca, nocciola, caramello, ben maltata. Finemente amara nel finale.
Ben fatta!




La 44° 11 ° è una Helles Bock da 6.2° e per gli amanti del genere mi ha ricordato non poco la Bock di Ott. Color oro tendente all’ambrato, con cappello di schiuma bianca e persistente. Dominano i malti pils e vienna, note di miele millefiori, dolce e corposa, morbida in bocca. L’amaro di luppoli nobili tedeschi è ben bilanciato , bevuta molto scorrevole. Finale secco. Chapeau


Infine la Felix una Schwarbier da soli 5°
Birra scura a bassa fermentazione, dal colore ambrato scuro con riflessi rossi e bel cappello di schiuma color nocciola.
Delicatissime note di tostato ben equilibrate dai malti caramello, creano un misto di sentori cioccocafettosi, delicati e mai invadenti, ben bilanciati ed equilibrati. Amaro quasi nullo.
Una birra da colazione.
Soddisfatto!
Tutte le birre sono nel formato classico tedesco da 0.5 l.
Prossimamente vedremo di raccontarvi di più su questo birrificio e le sue birre.



mercoledì 12 maggio 2021

Intervista - Birrificio Monterosso: perla dei Colli Euganei

 



Oggi vi portiamo in provincia di Padova sui Colli Euganei, non lontano da Abano Terme, nota località termale.
Ospite il Birrificio Monterosso che cercheremo di farvi conoscere nel migliore dei modi grazie a Marco birraio e socio.
 

Ciao a tutti e benvenuti sul Giornale Della Birra. Ci raccontate qualcosa di Voi e come nasce il Birrificio Monterosso?


Ciao a tutti e grazie dell’opportunità di poterci raccontare.
L’idea del Birrificio Monterosso nasce dalla passione di tre amici Marco, Simone e Andrea, per la birra artigianale e prende forma durate le ore passate davanti ai pentoloni da homebrewer mentre ci si divertiva a fare gli alchimisti per produrre le nostre amate birre.
Abbiamo in quelle giornate deciso trasformare la nostra passione in un lavoro con l’intento di trasmettere a tutti la nostra idea di Birra Artigianale.
Per noi artigianalità significa trasformare il semplice consumo di birra in un ‘esperienza di gusto con l’obbiettivo di lasciare un ricordo.
Le nostre birre prendono quindi ispirazione dagli stili birrai tradizionali per essere poi rielaborate attraverso la ricerca, la scelta delle materie prime e dei prodotti tipici; uniamo alle nuove tendenze le peculiarità ai i gusti e le tradizioni del nostro territorio e quindi abbiamo deciso di intitolare le nostre birre alla terra in cui viviamo; ogni nostro prodotto è dedicato ad un colle o ad una località che ci rappresenta.
E’ nata così l’idea di Una Birra Per Stagione… dove ogni stagione rappresenta un prodotto tipico delle nostre zone caratteristico del rispettivo periodo dell’anno, che è stato utilizzato per dare carattere e sapore alle nostre birre.


                    

 

Siete attivi come birrificio da due anni. Com’è strutturato il tutto e quali birre avete in gamma?


In realtà siamo attivi da quattro anni ma nei primi due abbiamo iniziato la nostra avventura da beerfirm, poi un passo alle volta con le nostre forze siamo cresciuti e appunto due anni fa abbiamo inaugurato il nostro birrificio.
In azienda abbiamo un impianto da 10 hl a vapore e una cantina che al momento ci permette di produrre fino a 400 hl all’anno di birra, ma stiamo già prevedendo di ampliare la cantina per aumentare la produzione.
Abbiamo anche uno spaccio aziendale che a breve speriamo di poter trasformare nella nostra taproom per consentire ai nostri clienti e a tutti gli appassionati di gustarsi le nostre produzioni direttamente
qui con noi con vista sul nostro impianto di produzione.
Abbiamo attualmente in listino 10 birre con una linea di produzione più vicina agli stili tradizionali dove troviamo:
La Monte Venda Golden Ale d’ispirazione Tedesca, raffinata e maltata, con sentori di miele d’acacia, fiori di campo e un finale piacevolmente amaro – 5.5°.
La Monte Rosso Red Ale d’ispirazione Belga con Zucchero brunito, Fruttata e profumata con un finale leggermente dolce e note tostate e di caramello – 6 °.
La Montirone  APA, beverina e luppolata, con intensi profumi di pompelmo, frutta tropicale ed il classico intenso amaro finale – 5.5°.
La Monte GemolaWeisse al pepe, birra di frumento dissetante e speziata, con sentori di pepe rosa, chiodi di garofano e arancio – 5.5°.
La Rocca Pendice OatmealStout, birra nera fedele allo stile in cui prevalgono il sentore di caffè d’orzo e cacao, poco alcolica e beverina – 4.5°.
Ci sono poi le stagionali e le collaborazioni dove la creatività la fa da padrona:
La Primavera Fruit Jam Beer alle marasche Luxardo, dissetante e Profumata, dal colore rosato, le marasche le conferiscono una nota citrica e amara che la rende un piacevole aperitivo – 5.5°.
La Estate, Session IPA ai fiori di Sambuco raccolti direttamente da noi sui nostri colli dove il profumo dei fiori è accompagnato da quello di frutta tropicale tipica del luppolo – 5.2° .
La Autunno, Red Ale alle Giuggiole con intensi aromi di frutta matura e caramello con una leggera nota di vaniglia – 6.5 °.
La Inverno Red Ale al Miele di Melata, intensa e setosa, dove il particolare utilizzo del miele di melata prodotto localmente le conferisce dolcezza ma anche una intensa nota resinosa e speziata – 7.5°.
La Bastilla, una Amber Ale con infusione a freddo del caffè del Nicaragua tostato chiaro, con un intenso e inatteso profumo fruttato di caffè – 5 °.

 

                  

 

Una linea di birre base e una linea stagionale, dove troviamo quella alle Giuggiole, un ingrediente insolito per una birra, come nasce?


Fare rete con chi ci circonda è un nostro punto di forza, dobbiamo tanto al nostro territorio e per questo confrontarci con le imprese locali è un nostro punto fermo. Questa attenzione ci ha portato a collaborare con alcune aziende del nostro territorio per la produzione di Birre in cui l’ingrediente principale fosse il fiore all’occhiello di alcune di queste realtà, proprio in questo contesto è lata la nostra Autunno, Birra alle Giuggiole, frutto tipico dei nostri colli fatta in collaborazione con la rinomata azienda Agricola Scarpon, famosa soprattutto per la produzione del “Brodo di Giuggiole” di Arquà Petrarca.
Oltre per la produzione della autunno abbiamo applicato questo concetto a noi caro anche in altre due nostre produzioni:
la Primavera, birra alle marasche, un particolare tipo di Amarene che vede la collaborazione con la locale Luxardo, antica e pluripremiata azienda, famosa soprattutto per la produzione del Maraschino, un
liquore prodotto appunto con le Marasche.
La bastilla, Amber Ale con infusione a freddo di un particolare caffè del Nicaragua che durante la sua maturazione viene fatto fermentare con del lievito di birra e viene poi tostato chiaro dall’azienda Pedron per preservarne i profumi fruttati.


Come avete vissuto questo triste periodo legato alla pandemia del Covid e cosa vi aspettate per il futuro?


Come per tutti è stata molto dura, il nostro movimento, quello della Birra Artigianale, pone al centro il rapporto umano con i clienti sia durante la normale attività commerciale che durante le numerosissime
feste ed eventi al quale si partecipa durante l’anno e che oltre ad essere momenti di confronto ed incontro con gli altri, sono i momenti più belli nel quale il lavoro del Birrificio vede la sua
gratificazione massima… ci siamo quindi sentiti particolarmente colpiti dall’isolamento obbligatorio al quale questa pandemia ci ha obbligato.
Chiaramente oltre a queste problematiche c’è stato un importante risvolto economico, che per quanto ci riguarda ha influito sulla nostra programmazione ritardando alcuni investimenti previsti per il 2020 e che abbiamo dovuto posticipare ma che siamo fiduciosi di poter riprogrammare nel più breve tempo possibile appena questo periodo sarà alle nostre spalle.


                   

 

Un ultima domanda che amo fare a tutti per la bellezza che trovo nelle risposte. Scegliete una birra e un luogo birrario che più vi sta a cuore.


Sarei tentato di parlarti di nuovo delle nostre birre e dei nostri colli… oppure di uno dei micro birrifici che abbiamo visitato e in cui abbiamo trovato persone e prodotti meravigliosi… ma voglio andare controcorrente e non parlerò di un birrificio artigianale.
Andando all’inizio della nostra avventura mi viene in mente un viaggio Birraio che abbiamo fatto in Belgio noi tre… e soprattutto la visita al Birrificio della Chimay, dove dopo esserci fatti stregare dalla
bellezza naturalistica dei luoghi abbiamo potuto visitare sia il monastero all’interno del quale sorge il birrificio che le strutture produttive e dove alla fine della visita abbiamo gustato una Grande Reserve conservata nel loro Cavou che era scaduta da 15 anni, ma che si è dimostrata una delle Birre più buone che mi sia capitato di assaggiare…
 

 

Maggiori informazioni: www.birrificiomonterosso.it