martedì 19 gennaio 2021

Birrificio Beha : a Rimini decolla un grande progetto! Intervista a Stefano Occhi birraio di Beha



Oggi voliamo sulla riviera romagnola, a due passi dalla Repubblica di San Marino, quindi in provincia di Rimini, dove ha sede il Birrificio Beha.
Quattro chicchere con Stefano, il birraio che fin da subito a seguito la crescita di questo giovane marchio che ha risposto alle mie domande in esclusiva per il Giornale Della Birra

Ciao Stefano, ci parli di te e di come ti sei affacciato al mondo della birra??


Il mio amore per la birra nasce circa 15 anni fa durante gli anni universitari ad agraria con i primi kit di homebrewing e le serate con gli amici al Birrificio di Lambrate. Terminati gli studi ho lavorato per 4 anni in una grande multinazionale nel mondo delle sementi come responsabile per il sud Europa per la ricerca di produzione di nuove varietà commerciali di mais.
Con il tempo l’hobby per l’homebrewing è diventato sempre più importante e ho deciso di dare una svolta alla mia carriera. Ho deciso così di lasciare il mio posto a tempo indeterminato con molti benefit per inseguire un sogno e sono partito con mia moglie per l’Inghilterra dove ho fatto un master di specializzazione in Brewing Science all’Università di Nottingham. E’ stato un anno molto intenso in cui ho avuto l’occasione di imparare moltissime cose nella prospettiva della produzione commerciale. Terminata l’esperienza del master ho trovato lavoro a Manchester in uno storico birrificio, Joseph Holt, fondato nel 1849. Il birrificio possiede una catena di 130 pub e produce settimanalmente circa 1500 hL di birra. La gamma comprende sia classiche ale inglesi che birre a bassa fermentazione. In particolare mi occupavo della gamma più craft che andava sotto il nome “Bootleg Brewing”, un piccolo brewpub del sobborgo di Chorlton.

 

                             

 

Fin dall’apertura sei il birraio del nuovo Birrificio Beha, ci racconti qualcosa in più a riguardo? Dalle birre che producete a come è  strutturato  il birrificio.


Ho iniziato a lavorare al progetto di Beha poco più di due anni fa. Manuel Celli mi contattò qualche mese prima per parlarmi di questo nuovo progetto. La famiglia Celli, proprietaria di una delle più importanti aziende mondiali nel campo della spillatura della birra, aveva infatti ceduto la propria attività e deciso di investire in un birrificio che sarebbe sorto sulle ceneri del Velvet, un leggendario locale riminese dove si esibirono gruppi del calibro dei Nirvana, Blur e Ramones, solo per citarne alcuni.
Nonostante in quel momento avessi altre proposte allettanti, ho capito che era un’occasione da non perdere e ho deciso di non lasciarmela scappare. Ho seguito il birrificio dalla fase di progettazione allo sviluppo delle ricette ed è stata un’esperienza estremamente stimolante. La nostra sala cottura è in grado di produrre 25 hL di mosto per cotta e la nostra cantina, composta da 10 unitank a tenuta di pressione, ci permette di fermentare e stoccare più di 300 hL.
Il nome del birrificio è un acronimo che sta per Be HappyBe Handcrafted e tutta l’idea intorno a questo brand ruota intorno alla birra come momento di socialità e di condivisione con gli amici. Non vogliamo essere un prodotto esclusivo rivolto a una piccola nicchia ma inclusivo rivolto sia a un pubblico esperto sia a uno curioso di scoprire il mondo della birra artigianale.
Tra i criteri di scelta delle nostre birre sicuramente la bevibilità è al primo posto. La scelta degli stili proposti rispecchia questa idea, le nostre birre non devono stancare dopo mezzo bicchiere ma un sorso deve chiamare il successivo. La nostra gamma comprende tre basse fermentazioni, Baldoria (Keller Pils), Spasso (Vienna Lager) e Gaudio (Schwarzbier) e tre alte fermentazioni, Euforia (Session IPA), Kermesse (Blanche) e Gazzoia (Golden Ale).


                                       

 

Come state vivendo questo brutto momento di pandemia. Avete già pensato a qualcosa per il futuro, nella speranza che passi tutto in fretta ?


Sicuramente questa situazione ha creato molte difficoltà. Il locale di mescita e ristorazione adiacente al birrificio, di dimensioni molto importanti, è chiuso da qualche mese per colpa della pandemia senza certezze sulla riapertura. Questo ha rallentato molto i consumi di birra anche se ultimamente, le vendite tramite il portale Gustorimini, sono decisamente aumentate anche grazie alla vittoria della medaglia d’argento della nostra Gaudio al prestigioso EuropeanBeer Star.
La produzione dei birre conto terzi è un altro progetto partito da poco che sta prendendo piede. Riconoscendo la qualità e la costanza di produzione delle nostre birre ci stanno arrivando molte richieste per produrre e sviluppare nuove birre da parte di svariate beerfirm.
Siamo inoltre molto fiduciosi che presto questa situazione si risolverà e stiamo lavorando a numerose nuove ricette da proporre al nostro affezionato pubblico. La certezza è che, appena si potrà, la gente avrà voglia di divertirsi e… cosa c’è di meglio di una serata con gli amici in compagnia di una buona birra?
 

                              

 

Concludo con una domanda che amo fare a tutti. Quella che reputi la miglior bevuta fatta e un locale o birrificio che più ti han colpito


La bevuta del 2020 che più mi ha colpito è stata la Tiramisù Imperial Stout del Birrificio di Lambrate, pazzesca!
Un’esperienza invece che mi ha colpito negli anni della mia vita British e stata la BeerMile di Londra a Bermondsey. Pochi km di tunnel ferroviari sono diventati il centro della rivoluzione craft britannica e il sabato pomeriggio si può passeggiare tra le varie tap room assaggiando ottime birre fresche di confezionamento.

Si ringrazia Stefano Occhi per la disponibilità. 

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