martedì 29 dicembre 2020

Com'è stato questo 2020?

Ci siamo quasi, mancano pochi giorni per chiudere questo 2020 terribile sotto più aspetti.

Un anno iniziato nel migliore dei modi, sulla Romantic Staße, nella mia amata Germania, con i primi cinque giorni del nuovo anno passati tra Franconia e Baviera.

Sembrava tutto normale, stavamo preparando assieme ad un amico birraio la fiera di Rimini a cui avrei preso parte anche io, ma per motivi famigliari ho dovuto rinunciare e da marzo è poi cambiato tutto e il Covid l'ha fatta da padrone, portandoci via una grande persona come  Giovanni del Birrificio Via Piula, ma non solo.

Cosa mi aspettavo per questo anno? 

Scendere a Rimini appunto, due tre viaggi come sempre, visitare qualche birrificio in Francia, un beer tour in Trentino è poi Roma e il Villaggio della Birra e ovviamente continuare a brassare in casa.

Quasi niente di tutto questo, una sola birra fatta in garage,  pochi birrifici visitati e tutti nel mio mini tour estivo in Francia e niente più. 

Di positivo ho " conosciuto " davvero tante persone che spero di abbracciare presto e assaggiato un sacco di birre da ogni parte d'Italia.

Mi auguro che questo 2021 che partirà come stiamo vivendo questi giorni, possa regalarci davvero tanto. Soprattutto per quelli, tanti che hanno davvero sofferto in questo maledetto 2020.


Buon 2021 a tutti e buone birre!! A presto.




giovedì 17 dicembre 2020

XL Pale Ale - De Dolle Brouwers




L'ultima recensione di una birra del birrificio belga De Dolle è datata 2018, quasi due anni giusti visto che era metà dicembre e la birra in questione era la Stille Nacht Special Reserva 2005, una signora birra.
Oggi invece, ad un mese esatto dal 15 novembre, giorno in cui il birrificio De Dolle ha festeggiato i 40 anni di attività, parliamo della XL Pale Ale.
Un birrificio che purtroppo non ho ancora avuto modo di visitare, visto che ci arrivai nel 2010 poco tempo dopo quel brutto incendio che bruciò una parte del birrificio.
Amo De Dolle anche per il nome che porta, infatti deriva da " Dolle Dravers ", i ciclisti pazzi, un circolo ciclistico a cui appartenevano Kris e Jo e da appassionato di ciclismo quale sono non mi è certo passato inosservato.
XL in numeri romani significa proprio 40, questo è il nome scelto per questa pale da 6,5 ° brassata con solo malto Simpson Maris Otter Pale Ale e luppolo Whitbread Golding della vicina cittadina di Peperinge, rinomata per il luppolo e scorza di arancia.
Color rame, velata con un bel cappello di schiuma cremoso e persistente color bianco avorio.
Aroma fresco, sentori floreali e fruttati che virano sull'agrume, arancia candita ed una leggera speziatura, pepe oltre a mio avviso a leggeri sentori funky, quasi una Orval ma decisamente più agrumata al naso.
In bocca attacco dolce, miele, biscotto, frutta candita, sentori erbacei  e floreali, leggera acidità, rustica e secca nel finale. Fresca e dissetante, fruttata, come detto rustica, selvaggia odo dire.
Non so dire con esattezza se ci siano lieviti selvaggi o meno, ma il risultato è sorprendente anche per la estrema facilità di bevuta, magari in una prima soleggiata giornata primaverile, a bordo strada, durante una delle tante corse ciclistiche corse nelle Fiandre Occidentali.
Consiglio di berla a 6 - 8 °.


ABBINAMENTI ottima sola, birra da aperitivo, si abbina bene a piatti a base di pesce, tutti e a carne bianca o di maiale. La vedo bene anche con qualche formaggio fresco, magari di casera.Ideale da accompagnare a dolci quali crostate o pastafrolla.


Formato :   0,33 L         6,5    %  alc / vol      Pagata : 4 euro Beer Shop Italia



Tutto ciò che viene scritto e pubblicato in questo blog è frutto della mia esperienza personale, ciò che pubblico è una mia opinione.Nel caso alcuni contenuti dovessero causare problemi, vi chiedo gentilmente di contattarmi.



venerdì 11 dicembre 2020

Bonator Doppelbock - Klosterbrauerei Weißenohe



E' tempo di bock, anzi visto il week end piovoso e il periodo, direi doppelbock, più alcolico e avvolgente.
L'occhio in cantina cade sulla bottiglia della Bonator Doppelbock della Klosterbrauerei Weißenohe, ovvero il birrificio dell'omonimo monastero nel distretto di Forchheim a sud di Bamberga.
Ci siamo stati qualche anno fa, in estate, una tappa veloce, una visita all'abbazia e un paio di birre al beer garten esterno, buone birre, ma andiamo con ordine.
Monastero benedettino fondato nel 1052 e dove per oltre 750 anni i monaci hanno prodotto birra fino al 1803, quando venne venduto a privati.
Dal 1827 è di proprietà della famiglia Kraus, giunta ora alla quinta generazione e capace oggi di produrre oltre 25.000 hl di birra l'anno.
Ma veniamo a questa doppelbock da 8,2 ° dedicata a San Bonifacio, color ambrato con chiari riflessi rossastri, limpida e sormontata da una cremosa schiuma beige.
Al naso, frutta rossa, prugna ma anche note tostate, crosta di pane e speziate.
In bocca attacco dolce, caramello, biscotto, pane nero, per passare poi alla frutta sotto spirito, ciliegia, prugna, fini note speziate, buon corpo e carbonazione bassa, birra dal gusto dolce e avvolgente.
Una birra davvero scorrevole pur dalla gradazione alcolica sostenuta, birra interessante.
Consiglio di servirla tra 8 e 10 °.


ABBINAMENTI : ottima abbinata al pesce, molluschi, ideale anche con carni rosse o bianche , vedi un buon stinco di maiale ma anche con il pollo e/o formaggi stagionati.


Formato :  0,50 L       8,2  %   alc / vol   Pagata : 1,70 in Germania



Tutto ciò che viene scritto e pubblicato in questo blog è frutto della mia esperienza personale, ciò che pubblico è una mia opinione.Nel caso alcuni contenuti dovessero causare problemi, vi chiedo gentilmente di contattarmi.




venerdì 4 dicembre 2020

Ora Brewing Company - Nuovi assaggi




Vi avevo già parlato di questa giovane realtà inglese, ( LINK )  ma di chiaro stampo italiano, ovvero della Ora Brewing Company con sede nel quartiere londinese di Tottenham, a poco più di un chilometro dal Tottenham Hotspur Stadium, la casa degli Spurs.
Ho assaggiato alcune delle loro ultime birre, vediamo quali.



Parto dalla Limoncello, una Ipa da 6 ° con aggiunta di Limoni Igp di Sorrento, lattosio, malti Pale, Wheat, Cara Munich e Golden Oats oltre a Citra e Centennial come luppoli, che più incarna il mio essere italiano, come voi loro del resto.
Color giallo oro, color limone insomma e una fine schiuma bianca poco persistente.
Al naso il limone e le note agrumate sono ben percettibili, aroma fresco, cedro e pompelmo.
In bocca arriva morbida, quasi cremosa, attacco dolce, maltato, cracker e pane bianco per virare subito sull'agrumato, pompelmo. cedro e ovviamente il limone. Chisura secca. Chiudo gli occhi e prendo il mio vecchio 500 lungo le strade della Costiera, un viaggio.



La Giasone è un'ottima Ddh Ipa da 6 ° , malto Pale, Munich e Oats e luppolata con Mosaic, Simcoe e Citra , color rame leggermente velata con schiuma bianca fine , persistente.
Al naso gran bel bouquet di frutta esotica, su tutti il pompelmo rosa, in bocca è cremosa decisamente fruttata per una amaro deciso e duraturo. Ben fatta.



Veniamo ora alla Icarus, una Saison da 5 ° brassata con citronella e salvia raccolta a Tottenham, e infusa con luppoli Chinook, Mandarina Bavaria and Lemondrop. 
Versata si presenta color giallo oro con riflessi rame, limpida e pulita con un bel cappello di schiuma bianca cremosa e possente.
Al naso note speziate, ma soprattutto balsamiche, salvia, menta ma anche note agrumate grazie ai luppoli impiegati.
In bocca arriva inizialmente dolce, ancora note balsamiche, fresche, frutta matura, buon corpo per una chiusura decisamente amara. Buona la scelta di impiegare la salvia in questa saison particolare, equilibrata.



Infine lei, la Bettina una German Helles da 4,9 °, prodotta solamente con  malti e luppoli tedeschi Pilsner, Munich, Caramunich, Hallertauer Perle, Hallertauer Comet e Hallertauer Magnum.Sarà che porta il nome di una donna, ma questa Helles, stile che amo un sacco mi è davvero piaciuta.
Nel suo classico color giallo paglierino, limpida e pulita con un bel cappello di schiuma bianca cremoso.
Sentori floreali, miele, erba appena tagliata, ma anche note agrumate.
In bocca si lascia bere con estrema facilità, attacco dolce, miele, pane bianco, pompelmo, fiori di campo, freschezza a manate e siamo subito in Germania!

Pienamente soddisfatto per questi assaggi, nella speranza di poter prima o poi salire per la mia prima volta in Inghilterra alla volta di Tottenham e non solo.


Vi ricordo che potete usufruire ancora dello sconto del 15 % usando il codice : BIRREBEVUTE365 nello shop online del birrificio.



http://www.orabeer.com



Tutto ciò che viene scritto e pubblicato in questo blog è frutto della mia esperienza personale, ciò che pubblico è una mia opinione.Nel caso alcuni contenuti dovessero causare problemi, vi chiedo gentilmente di contattarmi.

martedì 1 dicembre 2020

Oak Island - Hop and Oak Brewery



Giusto ieri vi avevo parlato della giovane beer firm romana, Hop and Oak, ho scelto quindi una delle loro birre, la Oak Island un' American Pale Ale da 5.3 ° .
Un viaggio ai confini della luppolatura americana, su di un isola misteriosa chiamata Oak Island dove nascosto in un pozzo sotterraneo si dice esserci un tesoro leggendario, che sia forse il luppolo??
Malti pale, Maris Otter e Pils e tanto, tanto luppolo, per una birra color ambrato con chiari riflessi arancioni, schiuma bianca cremosa e persistente a grana fine.
Al naso aroma freschissimo di frutta tropicale, ananas, maracuja, ma anche frutta gialla matura e agrumi, pompelmo.
In bocca arriva morbida, attacco dolce, maltato, per poi tuffarsi nella frutta tropicale, ancora ananas, maracuja, melone, pompelmo, equilibrata e di corpo e carbonazione media.
Facile da bere per un amaro deciso e duratura ma mai eccessivo. Una birra ben fatta, pulita, rinfrescante, estiva ma che si lascia bere in qualsiasi momento.
Consiglio di berla a 6 - 8 °.


ABBINAMENTI ottima sola, birra da aperitivo, si abbina bene a piatti a base di pesce, tutti e a carne bianca o di maiale.Ideale da accompagnare a dolci quali crostate o pastafrolla.


Formato :   0,50 L         5,3    %  alc / vol     



Tutto ciò che viene scritto e pubblicato in questo blog è frutto della mia esperienza personale, ciò che pubblico è una mia opinione.Nel caso alcuni contenuti dovessero causare problemi, vi chiedo gentilmente di contattarmi.

lunedì 30 novembre 2020

Ecco a voi, Hop and Oak, giovane beer firm romana.



Oggi siamo nella capitale. a Roma, città che avevo visitato ormai tre anni fa e dove non vedo l'ora di tornare, non tanto per i monumenti e la storia, ma ovviamente per i suoi locali, birrifici e per rivedere qualche amico.
Vi avevo portato a spasso per la capitale per un week end veloce, tra monumenti, chiese e birrerie, tra cibo di strada e pinte di birra, una due giorni raccontata per il Giornaledellabirra. LINK 1 - LINK 2  .
Ritorniamo nel Lazio per conoscere la giovane beer firm romana Hop and Oak, nata dalla passione per la birra di due fratelli, Simone e Gianluca, nata nel 2013 con le prime vere bevute con gli amici, così da decidere di buttarsi in quel mondo magico che è farsi la birra in casa, o nel loro caso, in cortile.
Negli anni successivi la voglia di sperimentare e fare parte di questo mondo aumenta, tanto da portare Gianluca ad aprire un pub e Simone a imparare l'arte del mastro birraio presso il Birrificio Oldo in Emilia Romagna.
Decidono così di costruirsi un piccolo " birrificio " casalingo, così da poter sperimentare nuove ricette, nasce così il loro marchio Hop and Oak, grazie anche alle grafiche dell'amico Fabio Listrani. Nel 2018 partecipano al campionato italiano a tappe di birrificazione casalinga, indetto da MOBI , arrivando in finale e portando a casa il secondo posto tra circa duecento partecipanti, vincendo molteplici tappe, tra cui gli stili belga al Villaggio della birra 2018 con una Saison ai lamponi , la Bloodywood, guadagnandosi un viaggio nei più storici birrifici del Belgio.
Nel 2019 producono in grande scala quattro delle loro ricette nel birrificio Romano Eternal City Brewery , facendosi conoscere dalla maggior parte dei pub romani per i loro prodotti.
Ora il sogno è portare avanti l'idea di aprire un brew pub.
Oltre trecento ricette come homebrewer per circa una quindicina di birre in gamma.
Abbiamo avuto la possibilità di assaggiare ben cinque birre, una Saison ai lamponi, una American Pale Ale, una Session Ipa, una Cryo Ipa e infine una Tripel, vediamo com'è andata.

Partiamo dalla Session Ipa da 4,7 ° chiamata Swanki, in onore della birra locale delle Isole Cayman,  si presenta di un bel color oro acceso con un bel cappello di schiuma bianca cremosa e possente a grana grossa.
Sentori fruttati, frutta gialla e frutta tropicale , freschezza.
In bocca è scorrevolissima, si lascia bere con una facilità mostruosa, buon corpo, pulizia impeccabile, amaro mai invadente per una birra davvero interessante. Luppolo freschissimo.

Ora tocca alla Clorofilla una Cryo Ipa da 6,2 ° con luppolina pura, per darle ulteriore aroma, un prodotto di ultima generazione. si presenta di un bel color giallo paglierino, limpida con un bel cappello di schiuma bianca cremosa e persistente.
Al naso è davvero interessante, frutta fresca, aroma intenso.
In bocca arriva morbida, amara e fruttata, tanta frutta matura, dalla più classica frutta gialla dei nostri campi, quale albicocca, pesca, ai più svariati frutti tropicali, chiude con una leggera astringenza, lime, pompelmo. A mio avviso la più fresca e interessante delle cinque assaggiate.

Oak Island è una Amercan Pale Ale da 5,3 ° un viaggio ai confini della luppolatura americana, ambrato ramato, limpida dal bel cappello di schiuma bianca pannosa. al naso come avete scritto voi è un viaggio tra sentori di agrume e frutta tropicale, ananas, maracuja , mango , pompelmo che ritrovo anche all'assaggio dove arriva dolce, grazie alla sapiente scelta dei malti. Chiude più amara. Mi è stato detto non fosse freschissima, alla faccia, oserei dire. Ottima.




La Bloodywood è una Saison da 6 ° con aggiunta di lamponi ed è anche la birra che li ha portati al secondo posto finale nel campionato Hb targato Mobi del 2018.
color bocciolo di rosa canina, rossastro con sfumature rosa, leggera velatura , schiuma rosa fine ma non molto persistente.
Al naso è ben evidente l'impiego di lamponi, frutta rossa, ma anche un leggero agrumato che abbraccia le note speziate.In bocca è leggera, leggermente acidula, lampone, fragola con una chiusura più amarognola e acidula.
Fresca e balsamica con la giusta acidità finale, ben fatta. ottima come aperitivo.



Infine la Honey Trip, una tripel da ben 7,8 ° versata nel giusto bicchiere si presenta color giallo oro con riflessi ambrato chiaro, rame, con schiuma avorio fine ma sempre presente nel bicchiere.
Al naso classici sentori di miele e fiori di campo, camomilla, frutta gialla matura, pesca , il lievito ha fatto un buon lavoro.
In bocca è fruttata e floreale, attacco dolce, miele e pane bianco, nel finale la parte alcolica. Birra ben strutturata e perfettamente in stile.

Concludo, ringraziando Gianluca che sicuramente andremo a trovare un giorno, magari proprio in quel brewpub tanto sognato.




https://www.facebook.com/hopandoak/



Tutto ciò che viene scritto e pubblicato in questo blog è frutto della mia esperienza personale, ciò che pubblico è una mia opinione.Nel caso alcuni contenuti dovessero causare problemi, vi chiedo gentilmente di contattarmi.




giovedì 19 novembre 2020

Bockbier - Brauerei Gasthof Ott





E' tempo di birre stagionali, è tempo di bock.
Quella che vi presento oggi è la Bockbier della Brauerei Gasthof Ott, siamo sempre in Franconia, a Heiligenstadt, nella campagne adiacenti Bamberga.
Non una bock scura, infatti questa heller bock da 6,8 °, si presenta nel bicchiere di un bel colore dorato carico con fini sfumature color rame e un abbondante cappello di schiuma bianca.
Al naso, tanto miele, millefiori e acacia, note floreali, camomilla, erbaceo, in bocca è rustica, attacco dolce, dove ritroviamo ancora il miele e le note floreali. Corpo medio, morbida ed amara nel finale, dove i quasi 7 ° la rendono comunque una birra da bere a boccali da litro. Ben fatta.
Birra stagionale disponibile da metà Ottobre a inizio Gennaio
Servire a 8 °.


ABBINAMENTI : ottima abbinata al pesce di lago, ideale anche con carni rosse o bianche , vedi il pollo o formaggi stagionati.


Formato :  0,50 L       6,2  %   alc / vol    Prezzo :  1,30 euro  in Germania



Tutto ciò che viene scritto e pubblicato in questo blog è frutto della mia esperienza personale, ciò che pubblico è una mia opinione.Nel caso alcuni contenuti dovessero causare problemi, vi chiedo gentilmente di contattarmi.

martedì 17 novembre 2020

Conosciamo meglio la beerfirm mantovana Duck Brewery



Oggi vi presento la giovane beerfirm mantovana Duck Brewery con sede a Porto Mantovano, paese affacciato sulle sponde del fiume Mincio, proprio adiacente alla bella città di Mantova.
E' qui che nel 2016, dopo quasi una decina di anni a produrre birre come homebrewer, i due amici Mauro e Michele creano quella che oggi è la Duck Brewery.
Un piccolo anatroccolo come mascotte e tanta, tanta voglia di crescere.
Sono circa una decina le birre prodotte,  una Kölsch, una Helles per passare poi ad una Blanche con il riso mantovano, un' American Pils , un' American Pale, una Triple ed infine una birra scura, dove alla loro linea base si aggiungono le ultime tre birre nate, una Milk Stout, una Saison e infine la Double Ipa, nel nuovo formato esclusivamente in lattina da 0,33 l,  a cui si aggiunge una quarta birra in lattina, che però era già presente in bottiglia. la Apa.
Grafica per quanto riguarda le etichette davvero ben studiata, i nomi delle birre base richiamano  denominazioni di zone e corti di Porto Mantovano, scelta fatta per sottolineare il forte legame di Mauro e Michele al territorio in cui sono cresciuti, mentre le tre nuove in lattina omaggiano Alain Delon, Nelson Mandela e Il capitano H. M. "Howling Mad" Murdock della serie televisiva A-team.
Nel week end è aperto anche lo spaccio con orario serale il venerdì e orario mattutino il sabato.
Abbiamo avuto il piacere di assaggiare la nuova linea in lattina, partiamo!





Alain Saison, omaggio al grande attore francese Alain Delon, una saison da 6 °,  con luppoli Styrian Goldings, Pacific Jade, Saaz.
Color giallo paglierino, con un bel cappello di schiuma bianca , cremosa e persistente.
Toni agrumati e speziati, balsamico, in bocca è scorrevole, attacco dolce, agrumata e fruttata, secca e più amara nel finale. 
Facile da bere, rinfrescante e leggera. Birra estiva ben fatta. Il formato da 0,33 le va davvero stretto.
Da bere tra 5 e 8 °.

Milky Murdock omaggia Il capitano H. M. "Howling Mad" Murdock della serie televisiva americana A-team, che non sela ricorda?
Una Milk Stout da 4.5 ° dove viene utilizzato il lattosio. Nera come la notte , con un bel cappello di schiuma color nocciola, leggera e scorrevole, classici sentori di malti tostati e caffè , fava di cacao, liquirizia nel finale e un'appena accennata nota lattica. Corpo esile, ma a me personalmente è piaciuta così, sicuramente sa dire la sua più alla spina o a pompa che non in lattina.
Da bere a circa 10 °.

Infine la Double Nelson, omaggio a Nelson Mandela, una Double Ipa da ben 8,8 °.
Color giallo ramato con schiuma bianco avorio cremosa e abbondante.
Al naso è un'esplosione di sentori, frutta gialla matura, frutta tropicale, agrumi, mango, ananas, papaya, per un amaro mai troppo eccessivo, ma che persiste fino a fine bevuta.
Molto equilibrata, l'alcol c'è ma è ben nascosto. Pericolosa.
Sono rimasto davvero soddisfatto di queste tre birre, ringrazio quindi Mauro e Michele per gli assaggi.



Info e contatti :   http://www.duckbrewery.it/



Tutto ciò che viene scritto e pubblicato in questo blog è frutto della mia esperienza personale, ciò che pubblico è una mia opinione.Nel caso alcuni contenuti dovessero causare problemi, vi chiedo gentilmente di contattarmi.






mercoledì 11 novembre 2020

Gose'illa - Brasserie de Sulaze



Oggi sconfiniamo in Francia, siamo a Miramas nel sud, nel dipartimento delle Bocche del Rodano a due passi dalla ben più conosciuta Camargue, famosa soprattutto per i fenicotteri rosa e le sue saline.
Qui ha sede la Brasserie de Sulauze, visitata in agosto, è situata all'interno di un vecchio ovile di circa 300 anni, dove oggi oltre al birrificio con relativa tap room e beer garden esterno, troviamo una cantina vinicola con un'enorme sala per gli eventi e se non vado errando un allevamenti di tori.
La location è davvero stupenda immersa nel verde con tanto di strada sterrata tra vigneti e come detto centinaia di tori.
Impianto da 18 hl da una parte e una barricaia in bella vista dall'altra, mi accolgono all'entrata del birrificio.
Tutte le birre sono prodotte con materie coltivate in loco, anche il luppolo che fatica a crescere qui nel sud è prodotto in azienda, mentre le trebbie vengono utilizzate tutte nell'allevamento di animali.
Inizialmente l'impianto era scaldato a legna per poi passare all'attuale impianto. Tante le birre prodotte, una linea fissa e diverse stagionali, dove si inseriscono le tante birre passate in botte, alcune con aggiunta di mosto di vino ed infine anche una linea di birre a fermentazione spontanea, queste ricordo non sempre disponibili.
Vi coniglio di visitare il loro sito internet o i loro account social per saperne di più sulle birre.
Una delle birre che più mi ha colpito è la Gose'illa in onore al famoso mostro giapponese, una Gose da 5 ° con sale della Camargue.
Versata si presenta di un bel colore giallo oro con schiuma bianca cremosa compatta e persistente.
Al naso sentori floreali decisi, limone, mela verde e infine il coriandolo.
In bocca è davvero ben equilibrata, pane, miele , leggeri sentori agrumati, limone, coriandolo, freschezza indiscutibile, salina e acida, il tutto contenuto.
Una signora Gose lasciatemelo dire, leggera e davvero rinfrescante, scorrevole e poco carbonata, perfettamente in stile dove ricordo viene usato il sale tipico della vicina Camargue.
Ben fatta!!
Consiglio di servirla fresca, intorno a 6 - 8 °.



ABBINAMENTI : senza ombra di dubbio si sposa benissimo con molluschi e crostacei.Ottima anche con carne bianca.Consiglio di gustarla sola, in una calda giornata.


Formato 33 cl   5 %  alc/vol     Pagata se non sbaglio 1,80 euro presso il birrificio


https://www.brasseriedesulauze.com/




Tutto ciò che viene scritto e pubblicato in questo blog è frutto della mia esperienza personale, ciò che pubblico è una mia opinione.Nel caso alcuni contenuti dovessero causare problemi, vi chiedo gentilmente di contattarmi.

sabato 7 novembre 2020

Assaggi - Birrificio Del Duca


Oggi ci spostiamo, sempre purtroppo in modo virtuale, in Emilia Romagna, a Mirandola in provincia di Modena, cittadina conosciuta purtroppo per il terremoto del 2012 che ha causato non pochi danni. 
Qui dal 2016 è attivo il Birrficio Del Duca, dapprima come beerfirm e diventando poi nell'agosto 2018 birrificio a tutti gli effetti.
Impianto da 2.5 hl , cantina da 10 hl per una produzione annua di circa 120 hl.
Alla guida troviamo i due soci Enrico e Gabriele, quest'ultimo diplomato presso la Dieffe di Padova.
Il birrificio dispone di una tap room nel centro di Mirandola dove è possibile assaggiare le diverse birre prodotte, circa una decina.
Golden Ale, Apa, Bpa, Blanche, California Common, Ipa, Dry Stout, Stout e infine una Ipa, noi ne abbiamo assaggiate quattro, vediamo quali.




Allora la prima birra assaggiata è la Metallipa, una Ipa da 5,9 ° semplice ben bilanciata, color ambrato chiaro con riflessi rame, limpida e pulita e un cappello di schiuma bianca cremosa ma poco persistente.
Sentori fruttati e floreali in bocca è morbida con un amaro duraturo e più intenso nel finale. Una buona Ipa, in stile.
Eretica è una Belgian Pale Ale da 5 ° si presenta di un bel colore ambrato accesso, con schiuma color avorio cremosa e poco persistente.
Al naso dominano i sentori maltati, caramello, biscotto, note tostate, frutta gialla matura.
In bocca arriva dolce, morbida ma direi poco carbonata e con poco corpo. Ritroviamo il caramello e i classici sentori dati dai malti, frutta matura per una chiusura amara.
La Californian Common, da 5,1 °, prende il nome dallo stile americano, mi colpisce subito per il colore profondamente ambrato, con riflessi rossastri. Solitamente le california common sono più chiare, tendenti al ramato chiaro, schiuma bianco avorio, pannosa.
Frutta secca e note maltate, biscotto, caramello, amaro nel finale, si lascia bere bene ma il mio consiglio è di rivederla .
Infine la birra che più mi è piaciuta e ritengo interessante è la Black Fog una Dry Stout da 4,8 °, color ebano scuro, con abbondante schiuma color nocciola, tipicamente irlandese.
Al naso malti tostati, frutta secca, caffè, liquirizia e cioccolato.
In bocca arriva morbida, corpo esile e giusta carbonazione, ritroviamo i malti tostati, il cioccolato e il caffè, liquirizia nel finale dove giustamente è presente una appena accennata astringenza data dai malti.
Una piccola giovane realtà. Ringrazio Enrico per la disponibilità e gli assaggi. Capiterò sicuramente in zona prossimamente, così da aggiungere una nuova bandierina al mio lungo elenco di birrifici visitati.




mercoledì 28 ottobre 2020

Conosciamo meglio il Birrificio Ora Brewing. Gli italiani di Tottenham



Vi avevo già accennato qualcosa a riguardo del birrificio inglese Ora Brewing con un post sui miei canali Instagram e Facebook in Luglio, ora vi racconterò qualcosa in più.Tre amici, Daniele, Pietro ed Emanuele, tre città diverse, Milano, Modena e Londra, si sono conosciuti all'università per poi ritrovarsi quasi per gioco a fare birra a Modena, come tanti in garage.
I primi successi tra gli amici e la voglia di migliorare li ha portati ad aprire un birrificio fuori Londra in Inghilterra dove come è decisamente più facile avviare un'attività brassicola, con meno burocrazia e permessi che in Italia e dove appunto viveva fin da subito Daniele.
Ma facciamo un passo indietro inizialmente producevano in Italia presso altri birrifici e importavano la birra oltre manica, ma in una città come Londra non è facile farsi largo, da qui l'idea di aprire un birrificio cercando di fare birre con un netto collegamento con l'Italia, infatti la prima birra realizzata è stata una Stout con aceto balsamico di Spilamberto, cittadina nel modenese rinomata per l'aceto, invecchiato 10 anni, premiata dal Camra come birra più innovativa del 2018.
Adesso il birrificio si trova a Tottenham, poco fuori Londra con annessa tap room e come detto le birre dai nomi ma non solo racchiudono l'italianità del progetto Ora Brewing, qualche esempio la Panaro una Pale Ale che prende il nome dal fiume che attraversa Modena, la Limoncello con limoni di Sorrento, ma non solo.

Diverse le birre prodotte, tante one shot e la scelta di puntare prevalentemente sulla lattina con la grafica delle etichette, davvero ben studiata.
Ho avuto modo di assaggiare tre birre, la Cleopatra, che prende il nome da Cleopatra nella Divina Commedia di Dante Alighieri, una Pale Ale da 5 ° luppolata con luppolo Jarrylo e Citra, ramata con schiuma avorio poco persistente.
Frutta tropicale e agrumata la fanno da padrone, emergono la banana, ma anche ananas e frutta gialla matura, pesca. Dopo averla versata e lasciata riposare quanto basta , emergono note speziate, pepe nero.
Un buon bouquet che ritrovo poi nel finale di bevuta, leggera e facile da bere.



Beatrice, una Tropical Ipa da 5 ° luppolata con quattro differenti luppoli Citra, Mandarina Bavaria, Chinook and Cascade, color giallo paglierino con riflessi rame e una schiuma bianca pannosa ma poco persistente.
Al naso è un esplosione di frutta tropicale, mango, ananas maturo, maracuja e frutta gialla di casa nostra, tanta pesca, albicocca, melone.
In bocca arriva morbida, equilibrata, tanta frutta matura ed un retrogusto più amaro e finemente astringente, lime, pompelmo.
Non sono amante dello stile ma questa birra è ben strutturata.
                                                                                                              
Infine ho assaggiato la  Cerbero, denominata Tiramisù Stout da 5,6 ° con bacelli di vaniglia, caffè appena fatto e cacao dal colore ebano scuro con schiuma color nocciola cremosa e persistente.
Al naso sentori dolci di vaniglia, cacao, cioccolato, caffè macinato, liquirizia, malti tostati.
In bocca è scorrevole, poco carbonata, gioca sui sentori dolci, quale è appunto il tiramisù, cioccolato, caffè, note tostate, liquirizia, vaniglia per tutta la bevuta ma senza stancare, da dessert.
Tre birre assaggiate a più riprese, tre buone birre per questo birrificio che sta iniziando a muovere i primi passi anche in importanti locali italiani. 


Potete tranquillamente far visita al loro shop online, con spedizione anche in Italia, al sito :


Con il seguente codice potete avere il 15 % di sconto : BIRREBEVUTE365 .





Tutto ciò che viene scritto e pubblicato in questo blog è frutto della mia esperienza personale, ciò che pubblico è una mia opinione.Nel caso alcuni contenuti dovessero causare problemi, vi chiedo gentilmente di contattarmi.



martedì 20 ottobre 2020

Intervista a Piero Colombo. Fare birra ai confini del mondo




A inizio Settembre vi avevo anticipato che avrei risentito Piero Colombo, il birraio-ciclista lecchese giramondo, lo avevamo intervistato quando era in Nuova Zelanda e poi lo avevamo raggiunto telefonicamente nuovamente nella terra dei Kiwi per poi ritrovarlo ad Ushuaia, in Patagonia nel profondo sud americano, dove ci aveva raccontato la sua intenzione di raggiungere da lì il nord America in sella alla sua inseparabile bicicletta.
Ora l'abbiamo risentito per farci raccontare il suo lungo anno e mezzo nelle americhe, tra una pedalata e una birra, tra salite andine e birrifici.
Ci racconterà la scena birraria incontrata lungo il suo percorso ma anche qualche curiosità ... alcolica sudamericana.

Mettetevi comodi, buon viaggio!

Qui sotto trovate il link per l'articolo completo in esclusiva per il Giornale Della Birra.



Potete seguire Piero nelle sue imprese dal suo profilo instagram :  @piero_in_travel 

venerdì 16 ottobre 2020

Blue Monk Special Reserve Vintage 2013 - De Struise Brouwers




Ormai siamo quasi più prossimi all'inverno che non all'autunno, freddo e pioggia, la prima neve sui monti, insomma è tempo di birre toste.
Ho la fortuna di avere una gran bella selezione di birre forti, alcoliche e complesse, birre da divano come amiamo chiamarle noi.
L'occhio mi cade sulle birre dell'amatissimo birrificio belga della De Struise Brouwers la Blue Monk Special Reserve Vintage 2013, una quadrupel da 10 ° ( si pensa sia la Sint Amatus ), con un'etichetta che ricorda i vetri colorati delle grandi chiese.
Prodotta ben sette anni fa, infatti era l'ottobre del 2013 e messa ad invecchiare in botti di vino rosso dello Chateau Haut Breton Larigaudiere di Margaux, nella Nuova Aquitania in Francia e imbottigliato a inizio 2016.
Una volta versata si presenta di un bel colore ebano con riflessi rossastri e schiuma color nocciola cremosa ma poco persistente.
Al naso si capisce subito quanto questa birra sia complessa, zucchero candito, uvetta frutta sotto spirito, dattero, netto sentore vinoso con qualche accenno di affumicato, ma anche vaniglia e cioccolato. Interessante.
In bocca arriva morbida, caramello, zucchero candito, biscotto, frutta sotto spirito, frutta rossa, legno, una quadrupel certo ma con la decisa nota vinosa a caratterizzarla.
L'alcool c'è ma non è invasivo, direi ben bilanciato, birra scorrevole, scalda certo, nel finale note tostate e di frutta secca oltre a sentori di affumicato.
Birra complessa ed elegante, davvero ottima. Spero presto di trovarne qualche bottiglia in qualche angolo di mondo.


ABBINAMENTI: antipasti di salumi e formaggi stagionati, primi con carni, carni rosse e selvaggina.
Ottima anche con frutta secca, cioccolato e dolci natalizi.


Formato:  33 cl    10   %  alc/vol     Pagata  4 euro in un beer shop belga


Tutto ciò che viene scritto e pubblicato in questo blog è frutto della mia esperienza personale, ciò che pubblico è una mia opinione.Nel caso alcuni contenuti dovessero causare problemi, vi chiedo gentilmente di contattarmi.

venerdì 9 ottobre 2020

Falcone - Birrificio Torre Mozza




Dopo avervi parlato del Birrificio Torre Mozza di Rovigo nel mio ultimo articolo per il Giornale Della Birra LINK ),  oggi ho scelto una birra da recensire, non una qualunque per un lecchese come me.
Come tanti di voi sanno sono lecchese e tra le tante cose di cui ci vantiamo, da nostro lago alle nostre montagne, possiamo vantare un marchio storico per il motociclismo italiano, la Moto Guzzi ormai prossima al centenario.
L'aquila, come gli appassionati delle due ruote la chiamano da sempre, ha sede a Mandello del Lario, poco più di dieci km da Lecco e come detto per noi lecchesi è un orgoglio ed è sempre bello, soprattutto in primavera ed estate, vedere i tanti motociclisti percorrere le nostre strade sul lago o i tanti tornanti in montagna, in sella a nuove o vecchie moto fabbricate in riva al lago.
Tra i tanti modelli uno che mi ha sempre affascinato è il Falcone, nato nel 1950, il sogno per i tanti motociclisti dell'epoca, 500 cm³ il massimo della tecnica motociclistica del tempo, ho sempre sognato farci un giro,
Falcone è appunto il nome della British Strong Ale di Torre Mozza, una birra da 6,5 ° , prende il nome come detto dal modello della moto Guzzi che aveva il papà di Daniele, birraio e fondatore, una moto a cui il papà era molto affezionato e Daniele ha pensato bene di dedicargli la sua prima birra, per la passione che  aveva per la sua moto, la stessa maniacale passione che lui ha nei confronti della birra.
Quattro i malti impiegati, Pale, Aromatic, Monaco e Caramunich e tre luppoli, Target, Polaris e East Kent Golding, mentre il lievito utilizzato è l 'US 05.
Color ambrato carico, con riflessi rame e schiuma color avorio cremosa e finemente persistente.
Al naso sentori di malto, biscotto, caramello, sentori floreali.
In bocca arriva morbida, malti tostati, biscotto, caramello, miele d'arancia, compongono un quadro dolce ma equilibrato, chiude più amara e secca.
Una buona British, ben fatta, il mio consiglio è di berla tra 6 e 8 °.
Ho scelto questa birra per il legame con il mio territorio.
Ottima la Mild, assolutamente da provare!


ABBINAMENTI: ottima sola, birra da aperitivo, si abbina bene a piatti a base di pesce, tutti e a carne bianca o di maiale.Ideale da accompagnare a dolci quali crostate o pastafrolla.


Formato:  33 cl    6, 5 %  alc/vol     


Tutto ciò che viene scritto e pubblicato in questo blog è frutto della mia esperienza personale, ciò che pubblico è una mia opinione.Nel caso alcuni contenuti dovessero causare problemi, vi chiedo gentilmente di contattarmi.

martedì 6 ottobre 2020

Andiamo a conoscere il Birrificio Torre Mozza di Rovigo

                                     

Oggi vi portiamo in Veneto, più precisamente a Rovigo, a una quarantina di chilometri dal Mar Adriatico dove da poco più di un anno è attivo il Birrificio Torre Mozza. Abbiamo chiacchierato con Daniele Menin, fondatore e birraio che ci racconta la sua storia e le birre da lui prodotte.

Vi riporto quanto ho scritto in esclusiva per il Giornale della Birra.

 

Daniele ci parli di Voi e di come nasce la Vostra passione per la birra e  l’idea di aprire un birrificio?


Allora dopo anni di attività in proprio nel mondo della ristorazione e dopo tre anni dalla scoperta delle birre artigianali ho deciso di aprire una birreria con solo birre artigianali in centro a Rovigo. Dopo un anno dall ’ apertura ho cominciato a studiare la parte teorica del fare la birra ed ho voluto sperimentare la prima ricetta in un birrificio amico. Da lì poi ne è nata una beerfirm durata tre anni a fare birre da gipsy in vari birrifici, accumulando esperienze. Calcolando che il beerfirm mi impegnava tempo senza che mi portasse grandi introiti, ma solo un po di qualità auto prodotta dentro ai miei pub, ho deciso di fare il salto ed acquistare un impianto di proprietà da 8 hl nel 2019. Il birrificio parte a febbraio 2020 e malgrado il corona virus abbiamo spinto molto a livello di promozione e di comunicazione. Non ci siamo mai fermati, abbiamo imbottigliato molto e consegnato in tutta Italia.

Il nome Torre Mozza ha origine perché il primo pub di nostra proprietà l’abbiamo aperto proprio sotto la torre Donà di Rovigo, ma guardavo oltre, guardavo la vicina torre Grimani, detta torre mozza. Le due torri in centro storico sono il simbolo di Rovigo, la mia città. L’azienda è composta da me (Daniele Menin) e la mia socia e compagna, Sari Malfatto, ma del birrificio me ne occupo solo ed esclusivamente io, senza dipendenti o collaboratori.

 

                


La Vostra gamma è orientata più che altro sulla scena birraria tedesca e anglosassone, ci volete raccontare di più?


Il birrificio è incentrato sulle birre in stile inglese, ma cerchiamo di coprire più stili per restare al passo con i tempi. Oltre agli stili classici inglesi ( mild, bitter, goldenale, oldale, englishipa ) produciamo anche diverse basse fermentazioni. Una kellerbier, una ipl e una double ipl. I nomi sono tutti legati a cose molto personali che mi evocano o suscitano ricordi particolari. Falcone è stata la mia prima birra prodotta. Si rifà al nome della famosa Moto Guzzi degli anni 40 a cui mio padre era molto affezionato. L’ha avuta per molti anni e ne  era maniacalmente innamorato. La prima etichetta gliel’ ho dedicata perché mi ricorda molto la passione che ho io nei confronti della birra.


                

 

Concludo con una domanda che faccio a molti la tua/ Vostra birra e un luogo , locale preferiti e il relativo perché.


Il locale preferito non credo di avercelo. Adoro tutti i pub dove c’è cultura del buon cibo e del buon bere. L’ Hops di Rovigo è il nostro pub, ma come l’Hops ce ne sono altri. Adoro il Luppolo Station di Roma, La Belle Alliance di Milano, la Taverna del porto di Padova, il The DrunkenDuck di Vicenza… insomma,  quei locali dove riescono a fare tutto di qualità.

 

Maggiori informazioni: www.birrificiotorremozza.it







lunedì 28 settembre 2020

Neipa Grind - Birrificio Finix




Dopo avervi parlato qualche settimana fa  del Birrificio Finix ( LINK ) di Perca in provincia di Bolzano e del loro Mobile Canning ( LINK ), ho scelto una loro birra, uno stile che onestamente non amo molto ma che è stato pienamente espresso in questa birra.
Ho scelto la Neipa Grind come scritto sulla lattina è una Neipa da ben 7,5 ° color giallo, molto velata, sembra più un succo di frutta che non una birra, con schiuma bianca fine e persistente.
Al naso emergono da subito i frutti tropicali maturi, mango, ananas e frutta agrumata, pompelmo rosa.
In bocca è scorrevole, gusto tropicale e fruttato intenso, ananas a dominare, ancora mango ma anche frutta gialla matura, pesca e albicocca, chiude amara.
Una birra che è una macedonia di frutta fresca, con l'alcool ben nascondo a rendere questa birra facile da bere fino all'ultimo sorso.
Nota leggermente negativa e che si può solo migliorare la pulizia.

Consiglio di servirla a 8 °.


ABBINAMENTI: Ideale come aperitivo. Si abbina bene a piatti piccanti e saporiti, ottima con piatti a base di verdure e insalate.

Formato :   0,44 L         7,5 %   alc/ vol     



Tutto ciò che viene scritto e pubblicato in questo blog è frutto della mia esperienza personale, ciò che pubblico è una mia opinione.Nel caso alcuni contenuti dovessero causare problemi, vi chiedo gentilmente di contattarmi.

lunedì 21 settembre 2020

Shardana Beer Brothers - Assaggi


Prima delle vacanze ho avuto il piacere di assaggiare le birre dei ragazzi della Shardana Beer Brothers, una giovane beer firm sarda, attivi da marzo dello scorso anno, il marchio è stato fondato ad Assemini (CA) da Diego, Pino e Riccardo, tre amici che dopo alcuni anni di produzione casalinga hanno compiuto il grande salto. Attualmente le birre prodotte sono tre e si ispirano entrambe allo straordinario Carnevale Barbaricino in  Barbagia, incarnando altrettante maschere da cui prendono il nome le tre birre prodotte,  Merdule è una Munich Helles che prende il nome dal pastore deforme che si staglia sulle altre figure nel Carnevale di Ottana; Boe è invece una Bock dedicata all'omonima bestia bovina che lo stesso Merdule cerca di governare e infine la Filonzana è una  Irish Stout e prende il nome dalla vecchia vedova Filonzana che chiude il carnevale, scura nera dal fascino misterioso come la vedova.Attualmente le birre sono prodotte presso il Birrificio 4 Mori di Montevecchio.

Luppoli e malti tedeschi e anglosassoni, anche se in futuro i ragazzi pensano già a una birra con ingredienti locali, oltre al sogno di avere un impianto di proprietà.

Veniamo ora alle tre birre assaggiate, la Merdule è una Munich Helles da 4,5 ° chiara color giallo paglierino, limpida con schiuma bianca cremosa e persistente. Aromi floreali erbacei e agrumati, cereale, pane bianco, frutta matura. Perfettamente in stile leggera e facile da bere. Il suo nome è ispirato alla Maschera del Carnevale di Ottana, Merdule, una figura con pelli e bastoni che cerca di dominare le altre figure tipiche del Carnevale.

La seconda birra assaggiata è la Boe una Bock da 6,4 ° di stampo tedesco, color ambrato scuro con riflessi rossastri e schiuma color nocciola. Aroma maltato, caramello, frutta secca, frutta sotto spirito. Secca nel finale. In Germania, questo stile viene associato ad un caprone con le corna, nel Carnevale di Ottana la maschera Boe è un animale con le corna che lotta con il Merdule durante la rappresentazione.

L'ultima birra è la Filonziana è una Irish Stout da soli 4 °, nera come la notte con schiuma color cappuccino densa e cremosa. Aroma di malti tostati, caffè, liquirizia, cioccolato. In bocca arriva morbida, leggera, liquirizia nel finale. Amaro nullo. Questa birra è dedicata alla maschera la Filonziana, una vecchia ingobbita che tesse un filo di lana simbolo della vita.

Conclusione, soddisfatto per le tre birre assaggiate di questa giovane e piccola realtà sarda. Interessante l'idea di associare una maschera del Carnevale di Ottana ad ogni birra. Viva le origini, viva gli usi e i costumi !!

Si ringraziano Pino e tutti i ragazzi della Shardana Beer Brothers.




mercoledì 9 settembre 2020

Mobile Canning. I ragazzi del Birrificio Finix ci raccontano il loro progetto.


A fine luglio vi avevo parlato del neo nato Birrificio Finix di Perca in provincia di Bolzano, delle loro birre in lattina e del progetto di inlattinamento porta a porta presso il birrificio che ne fa richiesta, chiamato Mobile Canning.

Petra e Zeke, ci raccontano come funziona e quali servizi offrono al cliente in esclusiva per il Giornale Della Birra.

Qui di seguito il link per l'articolo completo. Buona lettura :   LINK