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venerdì 4 aprile 2025

Birra LAB25: alla scoperta della giovane beer firm cremonese


                                              


Birra LAB25, una giovane beer firm della provincia di Cremona, con le idee ben chiare, non solo per quanto riguarda le ricette. Grazie a Gabriele uno dei soci fondatori, vi faremo conoscere la loro recente storia.

 

Ci raccontate chi siete, da dove venite e come vi siete avvicinati al mondo della birra?


LAB25 è il nostro beer firm, con base a Crema, che nasce a fine 2023 dopo qualche anno di sperimentazione casalinga! Siamo 3 soci, (Alberto, Alessandro ed io, Gabriele) grandi amici, che nel 2020 hanno voluto trovare un modo di stare insieme visto il periodo di restrizioni generali e i lavori di ciascuno, che ci portavano lontano. Di formazione scientifica e amanti dell’organizzazione di eventi già da qualche anno, il passo per provare a produrre birra in casa è stato breve. Dopo aver studiato qualche libro, abbiamo allestito una cantina a laboratorio, con pentoloni e tutta l’attrezzatura per produrre All Grain, con l’obbiettivo di creare un giorno qualcosa di nostro. Col tempo e dopo gli studi da birraio, abbiamo finalmente deciso di aprire la nostra attività, trovando nel beer firm la formula giusta per entrare nel mercato.
Oggi LAB25 è appunto un beer firm autofinanziato, le ricette sono assolutamente nostre e produciamo appoggiandoci a birrifici terzi.


                                                     

 

Birra Lab 25, cosa evoca questo nome e quando siete partiti con il Vostro progetto di beer firm?


Il nome fa riferimento appunto al nostro laboratorio in via XXV aprile dedicato alla produzione casalinga, il logo è una specie di formula bruta che arriva dal mondo chimico che richiama anche pulizia e minimalismo, che poi è anche il nostro aspetto e scelta di stile.

 

 

                                                        

Quali birre avete attualmente in gamma e quali sperate di realizzare prossimamente?


Attualmente abbiamo 4 birre in gamma (German Pils, Best Bitter, Session IPA, Blanche de Noir) più la birra per il periodo invernale (Vienna d’Inverno).
Stiamo completando una linea di birre classiche, di facile approccio e soprattutto beverine.
Gradazioni basse, carbonazioni medio-basse a seconda dello stile e buona secchezza sul finale. Secondo noi serve questo al mercato attuale italiano, birre senza fronzoli, facili da bere e che si spieghino in modo semplice facendole avvicinare a più gente possibile, valorizzandole per esempio in tavola durante i pasti.
La Blanche de Noir è l’unica birra un po’ sui generis, di base blanche ma con l’aggiunta di pepe selvatico del Madagascar. Fatta in collaborazione con i nostri amici di @KukulaOnlus, associazione milanese che opera appunto in Madagascar.
Prossime birre?
Alla nostra linea base manca una nera, che sarà la prossima.
Tutte le nostre ricette sono prese dalla nostra esperienza da homebrewers e trasportate in birrificio con i giusti adattamenti. Abbiamo quindi pronta una Porter, che produrremo nei prossimi mesi. Faremo un classico inglese, senza fronzoli e invenzioni.
Come dicevano in un film: non si batte il classico!


                                                                

 

Discorso eventi e distribuzione, come siete organizzati?


Distribuiamo direttamente, in ristoranti, locali, enoteche e gastronomie.
Riguardo gli eventi, partecipiamo sia ad eventi che fiere gastronomiche specialmente nella provincia di Cremona e Brescia per ora, e siamo sempre felici di organizzare cene con abbinamenti e degustazioni. L’anno scorso abbiamo collaborato spesso con ristoranti e associazioni come l’Onaf in cene con beer pairing a tutto pasto, sono sicuramente occasioni per creare esperienze originali per i nuovi consumatori.
D’estate, a Luglio, abbiamo anche il nostro festival, la RIO BEER FEST (a Romanengo (CR)) con live bands, dj set e soprattutto specializzato in birra artigianale (tra le altre anche la nostra ovviamente) e nel BBQ americano. Quest’anno compirà 10 anni dalla prima edizione e ne siamo molto felici!
 

                                                   


Guardiamo al futuro, cosa vi aspettate e dove volete arrivare? Sogni nel cassetto?


In questo momento l’obbiettivo è farsi conoscere e creare una rete stabile, ma sogni nel cassetto ce ne sono tanti. Osservando un po’ l’andamento del mercato e della situazione politica generale, il passo successivo più probabile sarà quello di avere una vendita diretta, un piccolo locale magari, una tap room.


Un’ultima domanda, la più difficile. Ci sono una birra e un luogo che più vi stanno a cuore?


Non posso parlare per i miei soci, ma una birra che bevo spesso e che amo è la Herren Pils di Riegele, birrificio di Augusta. Mi ricorda un bellissimo viaggio in van sulla Romantische Strasse fatto qualche anno fa, terminato passando successivamente in Franconia e nell’Hallertau.
Se vi capita, vi consiglio di visitarne il birrificio, molto bello, storico e che regala molti spunti utili!

 

Info e contatti:  www.birralab25.com

mercoledì 26 marzo 2025

Birra MUUN: una piccola realtà veronese, tutta da scoprire!

 


Oggi si spingiamo alle porte di Verona, dove andremo a conoscere uno tra i birrifici più piccoli dello stivale, Birra MUUN.

Ciao Damiano e benvenuto sul Giornale della birra. Ci racconti chi sei e da dove vieni e come ti sei avvicinato al mondo della birra, arrivando a fondare il marchio Birra MUUN?

 

Mi chiamo Damiano, ho 28 anni e sono nato e cresciuto a Verona. Diciamo che sono sempre stato un buon bevitore di birra ma solo negli ultimi anni mi sono davvero appassionato alla storia dietro l’origine della birra e al mondo della fermentazione con particolare interesse per il mondo bavarese e le birre tedesche in generale. Da li ho deciso di iniziare a produrre io stesso birra artigianale utilizzando i noti kit per fai-da-te e condividendo il risultato con famiglia e amici. Presto pero la mia curiosità dietro alle tecniche di produzione e la mia voglia di produrre più in grande mi ha spinto a frequentare un corso teorico-pratico per diventare Mastro Birraio. Con il diploma e’ nata anche l’idea di sperimentare con ricette del tutto originali pensate da me affinché si producesse una birra proprio come me la immaginavo e insieme a mio fratello Simone e al mio migliore amico Giacomo abbiamo deciso di lanciarci nell’avventura di fondare il birrificio con questo intento; cosi nel 2022 abbiamo fondato Birra MUUN.

 


Birra MUUN, cosa evoca questo nome e quando sei partito con il tuo progetto di birrificio, com’é strutturato?

 

 Il nome Birra MUUN racconta già di suo la nostra storia; deriva da una storpiatura dall’inglese della parola “luna” con riferimento al moonshine ovvero la pratica del produrre liquore la nott e legata al fatto che avendo noi tutti altri lavori (anche lontano da Verona), ci siamo resi conto che riuscire ad incastrare le nostre agende per la tabella di produzione sarebbe stato possibile solo lavorando al chiaro di luna. Per questa storiella da subito il nome ci ha fornito un forte spirito di iniziativa e un senso di dedizione al lavoro anche proprio per questo messaggio di unione e collaborazione; caratteristiche che contraddistinguono ancora la gestione del nostro birrificio. Da un punto di vista produttivo ci avvaliamo di un impianto di cotta mono-tino da 100 Litri e tre fermentatori iso-barici troncoconici anch’essi da 100 litri l’uno arrivando a una produzione di circa 300 litri di birra al mese che viene poi imbottigliata con formato 33 o 50 cL.

 


Quali birre hai attualmente in gamma e quali speri di realizzare prossimamente?

 

La nostra birra di punta e’ la “Biondissima Lager”; una birra chiara a bassa fermentazione con un profilo maltato intenso e con una luppolatura lieve che lascia le caratteristiche note amare finali sul palato. Oltre a questa produciamo la “Dunkel”; una birra dal colore ambrato-scuro caratterizzata da malti molto tostati e un profilo aromatico che ricorda note di caffè e caramello. Chiaramente tutte le nostre ricette sono prodotte con malti e luppoli scelti provenienti dalla Germania e della Repubblica Ceca. Parlando di nuove ricette, in relata, essendo molto perfezionisti vogliamo continuare a sperimentare per perfezionare le nostre due ricette, poi si vedrà!

 

 Guardiamo al futuro, cosa ti aspetti e dove vuoi arrivare?

 

Penso che il sogno di ogni birraio sia vedere la propria creazione avere successo con il pubblico  e questa credo sia la parte che più sta a cuore anche a noi. Con l’aumentarsi della richiesta poi viene la voglia di ampliare anche l’impianto di produzione; ma non abbiamo fretta!

 


 Un’ultima domanda, la più difficile. Ci sono una birra e un luogo che più ti stanno a cuore?

 

 La risposta in realtà’ mi viene spontanea se non ci ripenso troppo , senza nulla togliere a tutto il resto,  vince il Mass di Augustiner bevuta a Monaco di Baviera.

 

 

martedì 18 marzo 2025

Birrificio Half Brewing - Intervista


Sempre alla ricerca di nuove e piccole realtà brassicole, questa volta scendiamo nel Lazio, nell'alto frosinate, dove e Picinisco ha sede il Birrificio Half Brewing, che andremo a conoscere assieme a Francesco, fondatore e birraio.

Ciao Francesco e benvenuto sul Giornale della birra. Ci racconti chi sei, da dove vieni e come ti sei avvicinato al mondo della birra, arrivando a fondare il marchio Half Brewing? 


Sono originario di Itri, un piccolo centro della provincia di Latina. Ho iniziato il mio percorso nel mondo della birra nel 2015, al termine della mia esperienza universitaria. Cominciai a fare birra, come spesso accade, nel garage di casa. La passione cresceva cotta dopo cotta, tanto da spingermi a migliorare costamente le attrezzature a mia disposizione. Arrivai a creare un piccolo impianto da 75 litri totalmente automatizzato. Dopo un anno, compresi che quella passione poteva diventare un lavoro e andai alla ricerca di un corso che potesse formarmi a livello professionale. Trovai su internet il corso “Professione Birraio Artigiano” tenuto dal compianto Lorenzo Bottoni a Cremona. Feci l'iscrizione e dopo poche settimane ero sul treno per questa nuova avventura. Dopo alcune esperienze di stage e lavorative, iniziai a lavorare al mio progetto personale. Oggi produco le mie birre a Picinisco, un piccolo paese di montagna della provincia di Frosinone. 




Half Brewing, cosa evoca questo nome e quando sei partito con il tuo progetto di beer firm e da poco birrificio? 


Il progetto nasce nel 2021, ma la prima cotta è arrivata solamente nel 2023. La burocrazia ed il colpo di coda del covid, ne hanno ritardato il lancio. Il nome “Half Brewing” e il design del logo sono stati scelti per evidenziare il dialogo tra il mondo naturale, fonte delle materie prime utilizzate nella produzione della birra e quello alchemico, rappresentato dal birrificio e dal processo di fermentazione che dà origine alla bevanda. A fungere da collegamento tra il mondo naturale e quello alchemico c’è l’elemento liquido, rappresentato dal punto presente nel logo, che sembra “attraversare” le lettere del nome, in un percorso che ricorda quello dei macchinari di un birrificio, per poi uscire dall’ultima lettera. Il design delle etichette delle bottiglie mira a comunicare, con uno stile minimalista ma di forte impatto visivo, l’esperienza sensoriale offerta da ogni bevanda. La rinuncia all’uso di motivi grafici ricorrenti lascia spazio al potere espressivo di un orizzonte immaginario, in cui l’intensità del gradiente cromatico varia a seconda del gusto della birra. 


Com’é strutturato il birrificio? 


Il birrificio è composto da una sala cottura da 680 litri per cotta, ed una cantina composta da tre fermentatori da 1350 litri. Il sistema di imbottigliamento è totalmente manuale. 


Quali birre hai attualmente in gamma e quali sperate di realizzare prossimamente?


Sin dall'inizio, ho dedicato l'intera produzione alle saison. Ho un debole per questo stile, che mi piace definire « infinito » perché permette di sperimentare tantissimo. Makoto, Luce e Despina sono tutte birre legate a questo stile. L'unica eccezione è Sole, una german ale. Per il futuro, ho diverse idee in cantiere. Sto studiando nuove ricette per stili diversi dalle saison. Nei prossimi mesi sicuramente verrà fuori qualcosa di nuovo. 



Guardiamo al futuro, cosa vi aspette e dove volete arrivare? 


I progetti per il futuro sono tanti.Al momento sto lavorando ad un locale e ad un sito e-commerce. L'obiettivo è migliorare l'esperienza legata al brand e incrementare la qualità delle birre.


Un’ultima domanda, la più difficile. Ci sono una birra e un luogo che più vi stanno a cuore? 


Il mio grande amore si chiama Cantillon. Qualche tempo fa ero in vacanza a Bruxelles, e nutrivo il desiderio di esplorare questo mondo incantato. Era una giornata caldissima, e quando varcai la porta del birrificio mi ritrovai proiettato in un mondo parallelo. Il fresco e le botti mi riportarono indietro nel tempo, quando da bambino giocavo nella cantina di mio nonno tra i mosti di vino in fermentazione. Camminai per ore li dentro, e penso di aver incrociato con lo sguardo ogni singolo barrique. Il fascino di quel luogo, selvaggio e autentico, è tra i ricordi più belli del mio percorso brassicolo.





Info e contatti: www.halfbrewing.com

martedì 11 marzo 2025

Un viaggio nelle valli vicentine, alla scoperta del Birrificio del Pasubio


Continua il nostro girovagare in Italia, questa volta saliamo nel vicentino, più precisamente nelle Valli del Pasubio, dove ha sede il Birrificio Pasubio, che andremo a scoprire assieme a Michele, fondatore e birraio.

 
Chi siete, da dove venite e come vi siete avvicinati al mondo della birra?


Piacere Christian, mi chiamo Michele e sono il fondatore e birraio. Più o meno era il 2010 quando con due amici, con la passione delle cose genuine, nei weekend ci preparavamo i cibi di una volta e la pasta della pizza in casa per poi fare serata. Si capisce bene che il passaggio alla birra e alla sua produzione è venuto praticamente spontaneo. Siamo a Torrebelvicino in provincia di Vicenza, nelle Valli del Pasubio.



                                        

 

Birrificio Pasubio, un nome molto legato al Vostro territorio. Ci raccontate qualcosa a riguardo e quando siete partiti con il progetto?


Durante il corso formativo per birrai a cui mi ero iscritto successivamente ed al percorso di stage che ho fatto in Trentino Alto Adige con una mastro bitrraia tedesca, la passione per questa bevanda mi ha letteralmente travolto e ho deciso di acquistare il primo impiantino e di creare una birra legata a questo territorio montano che porta con se la tradizione delle cose buone.

 

Com’é strutturato il birrificio, avete anche un locale di mescita e/o negozio?


Abbiamo recentemente installato una sala cottura da 15hl a tre tini e abbiamo una cantina da 65hl con adiacente locale di vendita al pubblico che attraverso delle vetrate può vedere tutta l’area di produzione.

 


                                         



Quali birre avete attualmente in gamma e quali sperate di realizzare prossimamente?


Con le nostre cinque birre tocchiamo tutti i principali stili, partendo dalla Hell tradizionale tedesca, la Pils un pò più amara, la Golden Ale la risposta inglese alle lager, la Ipa per tutti e la belga per i più esigenti ma mi piace fare anche delle birre one shot per seguire il mercato sempre in evoluzione. Abbiamo prodotto una Alt Beer, una Black ipa, la bianca, una birra alle erbe, con la canapa e con la lavanda e poi delle stagionali alle castagne e quella di Natale.. l’ultima, ancora nel fermentatore, un’American Lager.

 

Guardiamo al futuro, cosa vi aspettate e dove volete arrivare? Sogni nel cassetto?


Il futuro non si sa mai cosa ci riserva, sicuramente l’obiettivo principale è di crescere come azienda senza perdere gli ideali di amicizia e territorialità che ci caratterizzano.



                                         

 

Un’ultima domanda, la più difficile. Ci sono una birra e un luogo che più vi stanno a cuore? 


Le 5 birre che abbiamo elencato prima con i loro nomi sono dedicate a coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa avventura e perciò tutte ugualmente importanti, il luogo che rimarrà nella memoria mia e di tutte le tante persone che ci sono state ad assagiare le prime birre e ha visto nascere questa grande passione sarà sempre la mia taverna.

 

Info e contatti: www.birrificiopasubio.it

 

lunedì 10 febbraio 2025

Akudunniad: alla scoperta della beerfirm avellinese



Oggi scendiamo al sud a Lacedonia, in provincia di Avellino, nell’alta Irpinia tra le provincie di Foggia e Potenza, qui andremo a conoscere assieme il Birrificio Akudunniad.

 

Ci raccontate chi siete, da dove venite e come vi siete avvicinati al mondo della birra?


La storia del nostro progetto nasce nel 2021, in un bar a Lacedonia, proprio davanti a una birra. Da una parte c’ero io, Fausto Franciosi, che mi stavo laureando in chimica magistrale a Potenza. In quel periodo mi ero reso conto che la via da chimico, chiuso in un laboratorio, che avevo intrapreso non era quello che desideravo. Dall’altra parte c’era Antonio Tommasiello, reduce da dieci anni nel campo della ristorazione, stanco di una vita da dipendente. Questa voglia di cambiamento è stata la prima parte (di tre) del puzzle che ha portato alla nascita del progetto. La seconda parte è stata la nostra passione comune per i prodotti fatti tradizionalmente e artigianalmente, in particolare per la birra artigianale.

Da questo il nostro il slogan “Bevi bene, Bevi artigianale” La terza e ultima parte deriva dal nostro desiderio di raccontare la storia e i prodotti del nostro paese, Lacedonia. Da tutto ciò è nato il progetto Akudunniad, la creazione di una birra artigianale irpina che segua le tradizioni storiche di questa bevanda e che raccontasse la storia e i prodotti del nostro territorio.

 

                                       

 

Akudunniad, cosa evoca questo nome a noi sconosciuto e quando siete partiti con il Vostro progetto di beer firm?


  Questa è una domanda che ci fanno in molti, il nome “Akudunniad” non è altro che il primo nome di Lacedonia nella lingua di una delle prime popolazioni che ci hanno abitato, ovvero gli Osci. Il suo significato è “madre cicogna” e questo lo ricollega allo stemma di Lacedonia e al nostro logo, la Cicogna. Noi abbiamo rivisitato lo stemma in chiave birraia, trasformando il corpo in un luppolo. A luglio del 2023 siamo partiti con il beer firm.

 

Quali birre avete attualmente in gamma e quali sperate di realizzare prossimamente?


Attualmente abbiamo sei tipologie di birre in gamma più tre birre stagionali. Le sei tipologie classiche sono le seguenti:

L’Erdonea, una classica Weiss Tedesca con sentori di banana e chiodi di Garofano

La Magistrale, una Helles con la caratteristica che è stato aggiunto miele millefiori in bollitura

L’Origlio, una APA rossa con aroma di frutto della passione

La Session IPA-IPA, una Session IPA altamente beverina con i tradizionali sentori agrumati dati dai luppoli americani

La Si può Fare, una Wheat IPA, in cui l’amaro dato dai luppoli americani e la base caramellata data dai malti si bilanciano per creare una birra estremamente complessa

La nostra Blanche, una tradizionale birra di stile belga caratterizzata da un’infusione di Coriandolo in semi e scorza di arancia amara.

Inoltre, abbiamo altre tre tipologie stagionali che sono tre IGA,  una con il mosto d’uva di Fiano di Cavalier Pepe di Luogosano, una con il mosto d’uva di Aglianico di Molettieri di Montemarano e l’altra con il mosto d’uva di Greco di Tufo di Aminea di Montemarano.

Per il periodo Natalizio ho intenzione di aggiungere alla gamma una Tripel belga, per permettere ai nostri clienti di avere una birra a più alta gradazione che al momento manca al nostro arsenale.

 

                                          

 

Guardiamo al futuro, cosa vi aspettate e dove volete arrivare? Sogni nel cassetto?


In questo anno di beerfirm abbiamo ricevuto risposte positive dal mercato quindi siamo partiti come birrificio da pochissimo. Inoltre, l’anno prossimo speriamo di riuscire a fare il primo Akudunniad beer fest e portare con esso numerose persone a conoscere il nostro territorio. Il nostro obiettivo è di far conoscere le nostre birre in tutta Italia e attraverso di esse diffondere la storia e la tradizione della nostra Irpinia.

Ovviamente il sogno più grande é aprire un nostro birrificio, ci stiamo lavorando.



                                              




 

 

Un’ultima domanda, la più difficile. Ci sono una birra e un luogo che più vi stanno a cuore?

 

Si, la Miss Likèn, la birra con i licheni fatta dal birrificio Bionoc in collaborazione con Nicola Coppe, a Mezzano di Primiero sulle Dolomiti. Sia per l’unicità della birra nel suo aroma e nel suo gusto, sia per la bellezza delle Dolomiti.

 

 

Info e contatti:  https://akudunniad.it/

giovedì 9 gennaio 2025

Birrificio Zuppa di Sasso - Intervista




Questa volta il nostro viaggio ci porta in provincia di Treviso dove insieme a Michele e Alessandra, vi faremo conoscere il Birrificio Zuppa di Sasso.


Ciao ragazzi e benvenuti sul Giornale della Birra.
Ci raccontate chi siete, da dove venite e come vi siete avvicinati al mondo della birra?

Siamo Michele e Alessandra, io, Michele sono nato a Ceggia (Ve) classe 85, appassionato da sempre del buon cibo e del buon bere. Alessandra è mia moglie da qualche anno, lei è di Agordo (Bl), un paesino tra le dolomiti. Classe 92, ex infermiera, amante delle fermentazioni in ogni sua forma. Ha lasciato il suo posto sicuro per intraprendere con me questa avventura. Per scherzare mi dice sempre che ama il vino, ma io so che c’è un fondo di birra .... scusa di verità!



Zuppa di Sasso, cosa evoca questo nome e quando siete partiti come birrificio? Dove vi trovate e com’é strutturato il tutto?


Il nostro, Birrificio Zuppa di Sasso si trova a Motta di Livenza in provincia di Treviso. Da molti anni ormai sperimentavo la produzione di birra come homebrewer. Alle cene tra amici, le mie prime cavie tra birra e pizza fatta in casa, ho capito che il mio prodotto, le mie idee, potevano trasformarsi in qualcosa di più grande. Sentivo che il mio lavoro in fabbrica mi stava stretto e che la mia mente pulsava piena di idee. Ho iniziato a fare gavetta in diversi birrifici, a studiare le tecniche e i segreti. Nel 2021 inizia cosi la prima produzione in Beer Firm con una birra coraggiosa e insolita: una Gose. Il nome Zuppa di Sasso fa riferimento ad una fiaba che spesso leggiamo alle nostre figlie. Narra di un lupo inaspettatamente buono, in controtendenza, che sfida la diffidenza del villaggio e superandola da vita a un banchetto memorabile. Non è poi questo il potere meraviglioso della birra?! Il birrificio apre i battenti nel giugno del 2024 nella zona industriale di Motta di Livenza. All’interno della struttura pulsa un impianto da 300 L, con 4 fermentatori da 300 L e 2 da 600 L. L’impianto è visibile attraverso delle vetrate che permettono ai clienti di sbirciare le fasi produttive, mentre bevono le nostre birre o mangiano nel nostro locale, per questo siamo a tutti gli effetti un brewpub.






Quali birre avete attualmente in gamma e quali sperate di realizzare prossimamente?


Attualmente abbiamo cinque birre di linea base identificate con delle etichette simili tra loro: Helles, Amber Ale, Apa, Extra Stout, Gose. E sei birre speciali identificabili per etichette sempre firmate dalla mano di artisti: German Ale, Neipa, Mild, Pale Ale con luppoli freschi, Belgian Strong Ale, Birra alla canapa. Ci piace molto sperimentare, giocare con gli ingredienti locali. Tra i prossimi progetti il più ambizioso al momento è una Cold Black Ipa, stile più conosciuto in America, meno noto in Italia.





Un brewpub dunque; servite anche birre ospiti o solo prodotte in loco? Discorso cucina, cosa trovano i clienti, che offerta date?


Nel nostro Brewpub è possibile bere sia le nostre birre che una piccola scelta di birre che abbiamo selezionato dal mondo. Chi non ama la birra ma vuole comunque apprezzare il nostro ambiente può comunque gustarsi un gin tonic o un americano di buona qualità. E se ti viene fame? Stiamo ampliando la nostra proposta culinaria con panini gustosi. Dal panino con il Pulled Pork al Sandwich con il Pastrami, fino a una proposta di panino vegano. Per chi preferisce qualcosa di più leggero proponiamo polpette artigianali, taglieri locali e i più classici toast e piadine.


Guardiamo al futuro, cosa vi aspette e dove volete arrivare? Sogni nel cassetto?


Puntiamo ad ampliare la produzione con un impianto di capacità superiore. Ci piacerebbe molto collaborare con i birrifici che più stimiamo. Un giorno ci piacerebbe poter espanderci con la nostra attività e chissà, magari portare qualcosa anche nel paesino di Alessandra, dove ci fermiamo spesso a sognare.


Un’ultima domanda, la più difficile. Ci sono una birra e un luogo che più vi stanno a cuore? 

 

All’ultima domanda rispondiamo all’unisono con una birra di un birrificio che non è il nostro. La birra matrice dei nostri primi passi: Margose, di Birranova. Durante il nostro viaggio di nozze in Puglia, faceva un caldo pazzesco, camminavamo arsi tra i trulli di Alberobello. Innamorati e pieni di sogni,  ordiniamo da bere e arriva lei, fresca e dissetante. Ricordo che sognanti abbiamo iniziato a progettare il futuro, quella birra la avevamo amata al punto da essere di ispirazione, da sfidare le diffidenze di tutti e diventare la nostra prima birra in commercio. Doveva colpire almeno la metà di quanto Margose aveva segnato noi. Un anno dopo dall’uscita della nostra Gose, Mermaid Tears, abbiamo vinto il terzo posto a Riva del Garda. Sopra di noi, i migliori in Italia. E’ stato il carburante per tutto l’avvenire.




mercoledì 2 ottobre 2024

Intervista ad Andrea, birraio e fondatore del Birrificio Bira A Màn




Oggi facciamo tappa nell'entroterra genovese, a Davagna, dove da poco più di un anno é attivo il Birrificio Bira A Màn.


Ciao Andrea, benvenito sul Giornale della Birra.Ci racconti chi sei e come nasce la tua passione per la birra ?


Ciao Christian, grazie dell'opportunità che ci state dando.Dunque, la passione per la birra nasce molto indietro nel tempo, visto che di anni ne ho 47, in particolare da consumatore e per la precisione nei pub dei paesi anglosassoni e d'Irlanda, terre che ho battuto in lungo ed in largo a partire dalla tarda adolescenza. Per quanto riguarda la produzione, come per molti altri, il percorso è iniziato da homebrewer una decina di anni fa circa, da passione è diventata una vera e propria ossessione che mi ha portato a sperimentare il più possibile, studiare, partecipare a seminari di produzione e degustazione fino appunto alla nascita del progetto Bir A Màn. 


Dove e quando nasce il Birrificio Bira A Màn?


Il Microbirrificio accende i motori nel Marzo 2023 in una piccola frazione del comune di Davagna, nel primo entroterra genovese.


Da cosa prende il nome il birrificio e com’é strutturato? 


Il nome è in dialetto genovese e vuole sottolineare l'artigianalità del processo di produzione. Bira A Màn diciamo che significa letteralmente "birra fatta a mano". Attualmente la capacità dell'impianto è di 2 hl, la produzione avviene sempre in doppia cotta e la capacità mensile della cantina è di 5,5 hl. L'attrezzatura è stata realizzata dall'azienda italiana Enobeer.





Quali birre produci attualmente e quali speri di realizzare prossimamente?


Attualmente le birre disponibili tutto l'anno sono quattro: American Blonde Ale, American Amber Ale, American IPA e Porter. Durante il primo anno di attività ho prodotto un lotto di Belgian Strong Ale a ridosso delle festività natalizie e sicuramente è in programma l'ampliamento della famiglia belga con l'inserimento di una Saison.



Guardiamo al futuro, cosa ti aspetti e dove vuoi arrivare, magari un locale o un impianto più grande?


Sicuramente entrambe le prospettive. L'ampliamento della produzione è d'obbligo per strutturare il progetto ed anche la tap room è un elemento fondamentale del nuovo percorso che sto portando avanti.




Un’ultima domanda, la più difficile. Ci sono una birra e un luogo che più ti stanno a cuore? 


Domanda alla quale davvero risulta molto difficile rispondere.Se parliamo di birra in generale e se devo indicare un luogo ed una birra, sicuramente dico l'Irlanda e le sue Stout, industriali o artigianali che siano, che sia la Stout più conosciuta o quelle meno conosciute prodotte fuori Dublino. Un'esperienza durata decenni e che ancora dura, ogni qualvolta si può salire, un'esperienza che ha fatto e fà parte del mio percorso di vita.


Info e contatti: https://bira-a-man.it/

venerdì 28 giugno 2024

Alla scoperta della giovane beer firm milanese Hold On




Oggi siamo in compagnia di Davide, deus ex machina della giovane beer firm milanese Hold On, con diverse esperienze birrarie alle spalle e idee ben chiare.

 

Davide, ci racconti chi sei e come nasce la tua passione per la birra?


Mi chiamo Davide Gagliardi, head Brewer/scienziatopazzo/ragazzo immagine, anche se non ho proprio il fisique du role per quest’ultima mansione.
Come molti, mi sono appassionato alla birra iniziando a produrla a casa, come via di fuga alla frustrazione causata dagli studi universitari; sicuramente l’approccio scientifico ha dato una mano ad impratichirsi, ma la ricerca e l’amore per questo prodotto avviene dopo aver visto il fondo di diverse pinte meglio se accompagnate da chiacchiere con publican e birrai.

 

Quali esperienze o studi hai fatto prima di buttarti in questa nuova avventura e creare una beer firm?


La laurea in scienze dei materiali ( aka chimica e fisica pure ) ha aiutato con e mi ha motivato nel volermi tenere lontano dall’ambiente della ricerca, al momento bloccato dalla scarsità di fondi e dalla poca condivisione delle conoscenze.
Datemi dell’idealista, ma cercando condivisione e crescita comune ho iniziato a muovere i primi passi nel mondo del craft beer, aprendo con altri soci nel 2016 il Birrificio Bosco grosso che pur essendo ridicolmente piccolo mi ha permesso di sperimentare moltissimo.
Il gioco e la ricerca del fattore wow nel prodotto oltre la sfida nell’ottimizzazione della produzione  è stato il fil rouge della mia filosofia produttiva, anche nelle successive esperienze da dipendente presso diversi birrifici, coadiuvate dalla maschera mediatica che ben si adatta alla faccia da pirla che mamma mi ha regalato!
Tutto questo per dire che arrivare ad Hold On è stato un percorso sudato e in salita, e ne è simbolo il brand resisti.



Hold On, quando é uscita sul mercato la prima birra e quali produci al momento?


Il concept attuale delle 4 birre della linea core è stato partorito nel giugno dello scorso anno, le 4 referenze costituiscono uno slogan con cui proviamo a descrivere la rivoluzione delle nostre vite, che crediamo vada estesa a fenomeno sociale come “cura” all’attuale stagnazione.

Per ritornare coi piedi per terra la linea base, ora prodotta presso Nama Brewing, in provicia di Bergamo  è composta dalle immancabili per un qualunque banco spina, due lager di ispirazione teutonica modernizzate con l’uso ruffiano di varietà moderne di luppolo tedesche da cui gli stili Nu-Helles e Untraditional Bock, seguite a ruota da due immancabili luppolate, Session Neipa e Double Ipa.


 

                                            

 

Sono previste nuove birre o qualche collaborazione?


Non toglietemi il gioco, la sperimentazione e la condivisione.
Assolutamente la linea è stata arricchita con diverse collaborazioni oneshot e al momento ne abbiamo in programma due, una in fermentazione dagli amici di Delab di Alba e l’altra che verrà svelata a breve.
Oltre al mondo prettamente brassicolo abbiamo all’attivo un sidro naturale prodotto in anfora di terracotta con Federico di Apple Blood Cider, dalla raccolta delle mele alla bottiglia, per poter raccontare al mondo delle enoteche chi siamo e magari uscire dal limitante 4% del mercato della birra.
Ovviamente la testa continua a fermentare idee di fermentati perciò seguite i nostri canali social IG e fb @holdon_bco.

 

                                                          


Hai puntato sulle lattine, con una grafica ben studiata. Quanto è importante comunicare col cliente?


Penso che l’errore fondamentale fatto dal comparto sia stato pensare che il prodotto di qualità si vendesse e spiegasse da solo, la comunicazione è oramai tema centrale anche per fare capire che si tratta di un prodotto premium ed è per questo che il suo valore necessariamente si discosta dalla birra industriale.



                                           


Dove vuoi arrivare e quali sogni hai nel cassetto? 


Non ho grosse ambizioni personali, sono già contento di lavorare con quello che mi piace, ma costruire un luogo di lavoro in grado di ripagare chi investe la sua energia e il suo tempo è la mia piccola utopia personale.



Ultima domanda; la più difficile. Scegli una birra e/o un luogo, birrificio che ti é rimasto a cuore.


Una ottima helles prodotta da un microbirrificio con molta spina dorsale, appena aperto a Valdobbiadene, terra del Prosecco.
Si chiama 24/7 del Birrificio Valderon, le ragioni del nome arrivano al primo sorso e finiscono quando la loro fighissima taproom chiude dopo il servizio.
Dovrebbero stare aperti 24/7 ma vogliamo bene a Daniele, e al riposo che ogni gran lavoratore merita.
PS abbiamo fatto assieme una Imperial stout ispirata ad un brownies alla canapa, ovviamente finita in un lampo!
 

 

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