venerdì 20 marzo 2020

Ciao Giovanni !! Da farmacista a birraio del Via Priula


Oggi mi son sentito di omaggiarti così caro Giovanni, con il primo articolo che scrissi sulla tua realtà brassicola. L'ultima birra bevuta mi era stata data poco prima di Natale proprio tramite te, una Loertis, una delle mie preferite tra l'altro. Ma tra le tante amo la Maiz , perchè rispecchia a pieno quel territorio che tu sapevi valorizzare al meglio con le tue birre. Ricordo ancora la prima volta alla Locanda del Monaco a Suisio e tante altre occasioni. E' stato per noi tutti un piacere incontrarti. 

Mancherai a questo mondo!! Ciao Giovanni, fai buon viaggio!!




Di articoli ne ho scritti dallo scorso gennaio, diverse volte sei convinto di aver parlato di questo o di quel birrificio e poi scopri di non averlo ancora fatto.
Strano, conoscendo abbastanza bene il marchio che vi presento oggi, oltre ad un membro del team, parlo del Via Priula di San Pellegrino in provincia di Bergamo, che agli inizi del ' 900 era una rinomata località termale di villeggiatura basta pensare al Grand Hotel , ormai abbandonato che fa ancora bella mostra di sé in paese oltre al casinò, che birrificio ancora non è ma solo una beer firm di ottimo livello.
Le birre del farmacista, così erano conosciute al debutto nel 2010 le creazioni  di Giovanni Fumagalli, birraio e farmacista.
La prima birra ricordo fosse una pilsner, quasi tutte le birre prodotte da Via Priula hanno un collegamento con il territorio, quindi a diverse materie prime che si trovano in valle.
In centro paese nel 2012 nasce il loro locale di mescita, che oltre a servire birre sforna ottimi piatti della cucina bergamasca.


Oggi vi parlo di una birra che nasce da un progetto sulla scena gastronomico-casearia bergamasca,  collegata al più celebre piatto della cucina orobica, la Polenta Taragna.
Nasce così una birra al mais, chiamata Maiz, leggera, come tanti sapranno, il mais è utilizzato nell'industria della birra in buone quantità a fronte anche di un inferiore costo, ma qui le cose cambiano.
Nella Maiz, vengono utilizzate solo delle qualità di mais coltivate in piccole località della zona, Spinato di Gandino, Rostrato Rosso di Rovetta, Nostrano dell'Isolavecchie varietà riscoperte.
Il risultato è far capire a chi beve la Maiz l'aroma del mais nella birra.
Una birra bionda da 5 ° alcolici, prodotta negli impianti della Bewfist, che ho avuto la fortuna di provare al festival dei tatuaggi di Chiuduno sempre in provincia di Bergamo, di qualche mese fa.
Dicevo birra colo ambrato chiaro, con una fine schiuma bianca poco persistente.
Al naso l'aroma di mais è percepibile e piacevole , profumo di fiori di campo e una nota più dolce, miele millefiori , i sentori erbacei del luppolo praticamente assenti, come per le note fruttate.
Corpo basso, in bocca è morbida si sente il creale e il malto oltre al dolce , qui esce una nota erbacea, con un finale leggermente acidulo.
Nel complesso una buona birra dove il mais si sente eccome, per uno come me che da piccolo si nascondeva per ore in campi di granoturco, il profumo del mais è indimenticabile.
Credo sia una one shot ma spero venga integrata nella loro gamma di birre.
Consiglio di servirla a 8 - 10°.

ABBINAMENTI: ottima con antipasto di salumi, formaggi di latteria e con piatti tipici della cucina bergamasca , vedi la polenta taragna.

Formato 33 cl     5 %  alc/vol      La birra mi è stata gentilmente regalata.




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