Oggi facciamo ritorno in Toscana, questa volta saremo in provincia di Arezzo per conoscere assieme la storia del Birrificio Podere Fatucchio
Ciao ragazzi e benvenuti sul Giornale della Birra.
Ci raccontate chi siete e come nasce la Vostra passione per la birra ?
Ciao Christian! Siamo Neri e Chiara, due ragazzi di 29 anni che hanno deciso di aprire un piccolo birrificio agricolo nel bel mezzo delle Foreste Casentinesi in provincia di Arezzo.
La passione per la birra nasce da Neri che fin da ragazzino produceva birra in pentoloni nella cucina di casa a Firenze. Iniziando come autodidatta, si è formato partecipando ad alcuni corsi e documentandosi sui libri. All’età di 23 anni ci siamo incontrati grazie ad un’altra passione in comune, l’agricoltura.
Chiara infatti studiava Scienze Faunistiche, sotto agraria e durante la preparazione all’esame di agronomia ha conosciuto Neri in biblioteca.
Da quel momento abbiamo iniziato a condividere anche la passione per la birra e ho iniziato a informarmi sull’argomento. E’ poi con l’avvento del Covid che decidiamo di trasferirci in pianta stabile da Firenze a Podere Fatucchio, un podere storico appartenente alla famiglia di Neri. Qui abbiamo deciso inizialmente di fondare un’azienda agricola, continuando parallelamente a produrre birra in casa per autoconsumo, amici e familiari. E’ nel 2021 che nasce l’idea di coniugare l’attività agricola con quella brassicola. Infatti, dalla ristrutturazione delle vecchie stalle è stato ricavato il birrificio, mentre dal vecchio fienile nasce la taproom. Nel frattempo partecipiamo al corso di formazione presso il CERB di Perugia sulle tecnologie birrarie e a giugno 2022 iniziamo finalmente con la prima cotta di birra.
Dove e quando nasce il Birrificio Podere Fatucchio?
Il Birrificio Agricolo Fatucchio nasce infatti a Podere Fatucchio, un podere storico ( inizio ‘700 ) che in passato ha rappresentato uno dei cuori pulsanti della vita rurale della Vallesanta ( valle che si estende tra l’Eremo di Camaldoli ed il Santuario della Verna ). Si tratta di una zona ricoperta per lo più da boschi dove l’agricoltura è stata abbandonata in seguito allo spopolamento delle campagne avvenuto nella seconda metà del ‘900.
Fin da ragazzo, Neri decide di riprendere le redini del podere, seguendo le orme dell’amato nonno. L’idea è infatti quella di recuperare i campi una volta coltivati che oggi si stanno trasformando in boschi. Naturalmente, trovandosi in zona marginale, l’attività agricola non è così
produttiva come in pianura ma lo scopo è proprio quello di valorizzare al massimo i prodotti che la
natura offre. E’ per questo che nel 2020 nasce l’azienda agricola, iniziando un’opera di recupero di
alcuni dei campi attraverso la produzione prevalente di patate, ortaggi ed alberi da frutto (varietà
antiche ) oltre alla costituzione di una piccola fattoria.
Nel 2021, dopo aver deciso di intraprendere l’attività di birrificio, inizia inoltre la coltivazione di orzo da birra ( in conversione al biologico ), in una zona in cui questa è sempre stata destinata esclusivamente alla zootecnia e mai alla produzione brassicola.
Da cosa prende il nome il birrificio e com’é strutturato?
Il birrificio prende il nome dal podere che si trova vicino al Santuario della Verna. Qui si dice che San Francesco sia stato tentato dal diavolo. E’ da qui che nasce l’idea del nostro logo e del nostro motto “Vivi come un santo, bevi come un diavolo”.
Attualmente abbiamo un impianto di cotta dalla capacità di 250 litri e una cantina di fermentazione che permette una produzione mensile di circa 1500 litri di birra rifermentata in bottiglia. Entro il prossimo anno l’idea è quella di raddoppiare la produzione.
La taproom ( che noi chiamiamo pub ) rappresenta il mezzo per far conoscere le nostre birre attraverso eventi di degustazione, oltre ad essere diventato un luogo di aggregazione per gli abitanti della montagna.
Quali birre avete attualmente in gamma e quali vorreste realizzare prossimamente?
La prima linea di birre ad essere prodotta è quella di ispirazione belga. Ispirandosi infatti all’idea di Farmhouse, si decide di valorizzare a pieno il malto d’orzo di Fatucchio. Si tratta infatti di un malto poco modificato, dalle caratteristiche grezze, indicato per stili da fattoria.
• Saison (5,1% VOL.): birra dal colore dorato in cui il lievito fa da protagonista fermentando a 25°C. Esso sprigiona note fruttate e speziate con una punta di acidità e secchezza. Questo, unito ad un amaro moderato e ad una bassa gradazione alcolica, rende la Belle Saison la birra perfetta per dissetarsi! Abbinamenti: fritture, pesce.
• Belgian Blonde Ale (5,4% VOL.): birra chiara e dorata caratterizzata dal malto. Grazie al lavoro del lievito e all'aggiunta di zucchero candito, si percepisce in bocca una leggera dolcezza bilanciata dall'apporto amaricante del luppolo che sprigiona al naso note terrose e tenui fenoli speziati. Abbinamenti: primi piatti, formaggi, pizza.
• Blanche (5,9% VOL.): birra giallo-opalescente, con spiccati aromi floreali e fruttati. La presenza di frumento le conferisce dolcezza e morbidezza al palato, rendendola la birra perfetta per chi non ama gli stili più amari! Abbinamenti: fritture, pesce, piatti freddi.
In seguito ad un viaggio “didattico” nelle campagne inglesi, durante il quale abbiamo modo di conoscere alcune realtà artigianali del Regno Unito, decidiamo di aggiungere alla produzione alcuni stili tipici. L’acqua utilizzata infatti ha caratteristiche particolarmente indicate per la produzione di questi stili.
• English IPA (4,5% VOL.): birra ambrata caratterizzata da amaro moderato dato da luppolo in bollitura. Si tratta di una IPA vecchio stampo, senza luppolatura eccessiva (no dryhopping) con una bassa gasatura che conferisce alta bevibilità tipica degli stili da pub inglesi. Abbinamenti: arrosti di carne, primi piatti, pizza.
• Bitter (4,6% VOL.): stile tipico dell’Inghilterra, poco conosciuto in Italia. Birra ambrata con note caramellate date da una piccola percentuale di malto caramel, amaro moderato. Bassa gasatura tipica dello stile. Abbinamenti; arrosti di carne, primi piatti, pizza.
• Stout (4,5% VOL.): stile tipicamente irlandese ma ampiamente diffuso anche nel Regno Unito. Birra nera, con note di caffè e liquirizia, schiuma color nocciola, bevuta secca. Abbinamenti: dessert, cioccolato.
• Golden Ale (4,5% VOL.): birra chiara dall’amaro moderato, molto semplice nella struttura. Qui il malto utilizzato è 100% prodotto dal nostro orzo. Freschezza e basso tasso alcolico che conferiscono alta bevibilità. Abbinamenti: pizza, piatti freddi.
In risposta alle continue richieste di birre più luppolate si è inoltre deciso di inserire in produzione una
• American Pale Ale (5% VOL.): birra ambrata con presenza di dryhopping che conferisce note floreali al gusto e all’olfatto. Amaro moderato, alta bevibilità. Abbinamenti: pizza, arrosti, primi piatti.
Inoltre l’idea è quella di creare produzioni stagionali, sfruttando al massimo i prodotti del territorio. Ad esempio, in primavera il mastro birraio si è divertito a sperimentare una
• Saison ai fiori di sambuco (5,1% VOL.) : utilizzando la ricetta base della nostra saison, abbiamo aggiunto fiori di sambuco raccolti a Fatucchio e bucce di limone in fase di bollitura e in dryhopping. Questo ha fatto sì che la fermentazione sprigionasse note acidule e fresche al palato, ottima bevuta estiva. Abbinamenti: fritture, pesce.
Il prossimo nuovo stile al quale ci avvicineremo sarà probabilmente una Red Ale, anche grazie al recente viaggio in Irlanda che ci ha permesso di studiarne le caratteristiche.
La filosofia del birrificio è comunque quella di creare ricette classiche ma uniche grazie all’utilizzo di acqua di Fatucchio e diverse percentuali di malto d’orzo coltivato in azienda.
Guardiamo al futuro, cosa vi aspettate e dove volete arrivare.
Il progetto più a breve termine è quello di migliorare la cantina di fermentazione attualmente più vicina all’amatoriale, attraverso l’acquisto di nuovi fermentatori che possano permettere un aumento quantitativo ma anche qualitativo, magari puntando all’isobarico per le birre più luppolate.
Volendo rimanere legati alla produzione agricola, non ci aspettiamo di arrivare ad avere enormi produzioni, anche per questioni di spazio e logistica. Il nostro deve rimanere un prodotto di nicchia, legato al territorio, che può essere degustato presso la nostra azienda immersi nella natura tra animali e piante secolari. Inoltre la taproom è utile per creare eventi di degustazione e tour su prenotazione. Uno dei progetti futuri sarà sicuramente quello di investire nell’offerta ricettiva in maniera da poter permettere il pernottamento a chi ci viene a trovare.
Un’ultima domanda, la più difficile. Ci sono una birra e un luogo che più vi stanno più a cuore?
Sicuramente il pub The Falkland Arms nelle Cotswolds inglesi, seduti davanti al camino a bere un’ottima bitter del The Hook Norton Brewery.
Un sentito grazi a Chiara e Neri per la disponibilità e gli assaggi.