martedì 30 giugno 2015

Mon Amour - Birrificio La Fucina - Molise

Eccomi, oggi riprendo quel famoso viaggio ( purtroppo non veritiero ), di girarmi l'Italia, con la birra regione per regione.
Grazie a vecchi amici Molisani o meglio di Sant'Elia a Pianisi, ecco che parlo del Molise.
Un nome quello del birrificio di oggi, che rievoca vecchi ricordi, vecchie storie , e ci porta con la mente all'epoca del Medio Evo.
La Fucina, questo il nome del birrificio di oggi.La Fucina in origine era il laboratorio del fabbro, in cui venivano forgiati strumenti di ogni genere e il nostro pensiero va a spade, lance e pugnali.
Col passare dei secoli, il termine sta ad indicare un laboratorio artigianale, nel nostro caso il birrificio.
Nasce nel 2012, da 3 soci, Angelo Scacco, Dario Di Paaquale, Gianluca Scarselli, prima come beer firm, poi come birrificio, che ha sede a Pescolanciano in provincia di Isernia, un paesino di meno di 1000 persone.
Come avevo chiesto al mio amico, mi son fatto portare una birra chiara, di facile beva, visto il caldo , così mi ha portato due blanche, parlo quindi della Mon Amour,  che se non sbaglio altro non è che la prima birra da loro prodotta.
Gradazione alcolica di 5 ° alcolici, colore giallo paglierino, leggermente torbida, schiuma cremosa e abbondante, carbonazione presente.
Al naso , ci  dà il benvenuto con ottimi sentori floreali , fiori bianchi, quali coriandolo, e camomilla, note agrumate e un leggero erbaceo.
In bocca si sente subito la freschezza di questa birra dal classico stile belga, ideale per le giornate estive, fresche e facili da bere, dove arriva con una finissima nota acidula.
Aromi agrumati, speziati, poi passa a un amaro deciso,  non troppo evidente ma forse appena superiore alla media per una blanche, che ci accompagna fino al finale, la nota astringente l'ho trovata fantastica e rende questa birra ancora più bevibile.
Un'ottima Blanche, mi dicono sia stata consigliata al mio amico come la migliore tra i prodotti de La Fucina, quindi speriamo di provare le restanti birre.
Consiglio di servirla a 8°.

ABBINAMENTI : ottima con piatti freddi, carpacci di carne o pesce, molluschi e crostacei, carni bianche e verdure alla griglia, ottima anche con dolci a pasta frolla, gelati e macedonie.

Formato 75 cl       5 % alc/ vol.

sabato 27 giugno 2015

White Rabbit - Crak Brewery ( ex olmo )

Oggi un nuovo birrificio, anche se nuovo non lo è affatto , cambio di nome per la ex Birra Olmo, conosciuta adesso come Crak Brewery, nato nel 2012 in provincia di Padova, in soli 3 anni ha fatto il salto, da beer firm a birrificio con un proprio impianto da 40 hl.
Il birraio è Marco Ruffa, con esperienze importanti, una in Inghilterra alla Buxton e l'altra al Brewfist di Codogno
Ottima la veste grafica del sito e un nome Crak, che a molti potrebbe far storcere il naso , essendo il crak una droga.
Le bottiglie col nuovo nome si son viste in commercio tra febbraio e marzo, nuove birre e nuovi nomi quindi , ma anche le primissime Whie Rabbit,  la Ipa Guerrilla e Soul Stout.
E' stato un peccato mancare alla loro festa di inaugurazione nel nuovo birrificio tenutasi a fine marzo.
La birra di oggi , ancora marchiata Birra Olmo, è stata prodotta negli impianti del Birrificio Opera di Pavia, il nome è White Rabbit, una Double Blanche, 6 ° alcolici, un filo sopra la media per una Duble, forse son passati troppi mesi dall'imbottigliamento, ma vediamo com'è.
Si presenta di un bel colore giallo paglierino, leggermente velata, con schiuma bianca pannosa e persistente.
Al naso, un bel bouquet floreale ci invita a provarla, aromi agrumati vedi scorza d'arancia amara, coriandolo, cardamomo, pepe, cereali.
In bocca si sontono subito i cereali, polpa e scorza d'arancia, con un finale erbaceo, floreale e speziato.
Carbonazione presente e buona, corpo a mio avviso troppo leggero per essere una Double Blanche.
Pulita, facile da bere e molto rinfrescante.
Pensavo peggio visto il tempo trascorso dall'imbottigliamento, invece ne sono rimasto soddisfatto, con una leggerissima nota acidula nel finale , che non ha per niente rovinato la bevuta.Consiglio di servirla a 8° bella fresca.

ABBINAMENTI: ottima con insalate, carpacci di carne o pesce, verdure, molluschi e crostacei, carni bianche e alla griglia.

Formato 33 cl       6° alc/vol       Regalata.

giovedì 25 giugno 2015

Più che birre....Capolavori!!

Oggi, scrivo qualcosa di più di una singola recensione, non birre poi così comuni e facili da trovare ,anzi, complice di questa serata il fatto di esser diventato...vecchio e così , insieme a due amici abbiamo stappato 4 bottiglie.
Vediamo cosa c'era sul tavolo, una Cnudde Oude Bruin, la Struise Earthmonk sempre Oude Bruin, una Thomas Hardy's Ale del 2008, la Verdi Imperial Stout del Birrificio del Ducato, (quella per il 200° anniversario della nascita di Giuseppe di Verdi) , com granelle di cacao e bacche di vaniglia, la Westvleteren 12 del 2013 e infine la Oude Lambiek di De Cam, non male!
Ma tra una bevuta e 4 chiacchere la Westvleteren 12  e la Verdi non le abbiamo più aperte, non passerà molto tempo per stapparle.
Andiamo con ordine, la prima è la Cnudde, una Oude Bruin, per molti la vera Oude Bruin stile antico, che ha più di 200 anni e sopravvive sopratutto nella regione delle Fiandre Orientali, in particolare nei pressi di Oudenaarde , dove sono stato purtroppo non per la birra ma per la partenza di una corsa ciclistica, il famoso Giro Delle Fiandre.
Birre particolari, dolci e acidule allo stesso tempo, con sentori lattici come nel caso della Cnudde e acetici.
Si presenta di colore scuro,  marrone con sfumature color rubino scuro, schiuma quasi inesistente, carbonazione scarsa, corpo medio.L'alcool c'e ma non è elevato, l'acidità in questa birra è ben bilanciata dal dolce del malto e dal fruttato, luppolatura leggera, caramello ma anche sentori dati dal ledgno, quindi una leggera ossidazione.
Che birra ,è stata acquistata all'Arrogant Sour Festival, come poter iniziare al meglio? ??
La seconda birra proviene dal Nord del Belgio, la Earthmonk di Struise, una delle loro birre che amo di più,prodotta in piccole quantità, 5000 bottiglie ogni 2 anni.
L' amore per questa birra nasce davvero per caso, Anversa il locale è il famoso Kulminator, ricordo ancora la faccia sbalordita del mio amico quando ha letto la presenza di questa birra nella lista del locale, la prese lui per farcela provare...e fu amore!
Alla fine ne prendemmo una per uno, anno 2008, e ancora adesso resta lì,  sola, nascosta, a riposare lenta nella mia cantina.
Oude Bruine, 8 % alc/vol, leggermente superiore alle solite, preparata con il 70 % di birra fresca e il restante 30 % con birra maturata per 18 mesi in botte, usando diverse spezie e ingredienti, si sente il coriandolo, il timo, la cannella, mentre i luppoli usati sono l' Hallertau e il Bramling che ci riporta al ribes nero e a sentori leggermente piccanti,saporiti.
Scura più della Cnudde, piatta, la schiuma è quasi assente, a naso si sente subito il vinoso, acetica, speziata, caramellata, altrettando lo è in bocca dove arriva calda, sentori lattici assenti, uno spettacolo che quasi fatico a descrivervi, da lasciare senza fiato.
Da un capolvoro a un altro la Thomas Hardy's Ale del 2008, per molti il miglior barley wine al mondo.
Anello mancante tra birra e cognac forse, 11,7 % alc/ vol, vino d'orzo come sono chiamati i barley wine, già al primo sorso non la si dimentica facilmente.
Bottiglie in formato da 25 cl, birra da intenditori, per niente banale, ed è una delle poche birre millesimate.
Venticinque anni e più, nessuna scadenza ed un consiglio, berla dopo almeno 10 anni di invecchiamento ne fanno una birra da collezionisti.
Fino al 1999 fu prodotta dalla Eldridge Pope, mentre dal 1999 al 2003 ci furono 4 anni di pausa per passare poi nelle mani della O'Hanlon, cambiando leggermente il gusto alla birra, dal 2008 , purtroppo questa birra non viene più prodotta, infatti le birre prodotte prima del 2003, restano delle vere chicche.
Colore decisamente scuro, schiuma pressoché inesistente,  carbonazione assente, piatta, al naso emergono profumi di frutta sotto spirito, pere, prugne, cacao, malto d'orzo, liquirizia e caramello.
Sorprendente.Bevuta morbida ed elegante, dolce ma anche aspra, spezie e frutta in bocca si nascondono col caramello con un finale col retrogusto di liquirizia, luppolato e secco.
Perfetta da bere sola, ma si lascia apprezzare anche con dell'ottimo formaggio, da bere in compagnia, birra da poltrona, meditate capitela e rilassatevi.
Non aggiungo altro, spero solo possa ritornare in attività al più presto, chissà quando aprirò  l'annata del 1986, forse alla nascita di mio figlio/a.
Siamo al termine , un bicchiere d'acqua, per poi finire in bellezza con un'ottima acida , la Oude Lambiek di De Cam.
Immersa nelle campagne di Gooik, fuori Bruxelles, l'ultimo arrivato tra i produttori di lambic, usa botti provenienti dalla Repubblica Ceca, che hanno contenuto la Pilsner Urquell.
Inizialmente assemblavano lambic con la birra di Boon, Girardin e Lindemans, ora invece produce da Drie Fonteinen.
Il particolare delle birre di De Cam sono i sentori di pompelmo e uva spina.
Color ambrato chiaro sull'arancio, un filo torbida, schiuma assente.
Aroma eccezionale, dalla scorza di limone al pompelmo , note selvatiche e floreali, un filo ruvida , ma appagante, piena di freschezza che ti invita a berne un altro goccio.Peccato che quest'ultima alla fine della serata da parte mia sia stata apprezzata meno a causa di una leggera stanchezza.Alla prossima.

lunedì 22 giugno 2015

O.B.F. 2015 - Orobie Beer Festival

Eccomi tornato dopo qualche giorno di pausa, causa il mio compleanno, cosa c'era di meglio per festeggiare con ottime birre?L'ultimo week end è stato ricco, con la
partecipazione all'O.B.F, ossia l'Orobie Beer Festival , che si è svolto al  The Dome di Nembro, dell' amico Michele Galati, giunto ormai alla sesta edizione.
Ottime birre, ottimi birrifici con 2 nuove realtà come il Birrificio Hammerdove il birraio è un certo Marco Valeriani, che ai più non è un nome nuovo e il Birrificio Etnia, dove a produrre le birre c'è Nix, ovvero Nicola Grande, ex Birrificio Settimo.
Sabato ho preso parte al laboratorio della mattina chiamato Tutto In Una Botte, alla seconda edizione, tema del giorno il legno, quindi le birre passate in botte, pregi e difetti di questo straordinario modo di far maturare la birra.
A condurre il corso, figure importanti come Riccardo Franzosi di Montegioco, Valter Loverier di Loverbeer, Jerome Rebetez dello svizzero Bfm, Andrea Camaschella, Marco Pion, il tutto con 2 maestri quale Lorenzo Dabove e il grande Jef Van Den Steen del birrificio belga Glazen Toren.Nel pomeriggio invece spazio alle produzioni casalinghe sempre in ambito birre barricate, con un barley wine davvero ben fatto, spazio quindi a chiacchere e consigli e che consigli!!
Che altro aggiungere...?
Grande assente Teo Musso del Baladin.
Oltre al laboratorio come detto andava in scena il festival, dove i birrifici presenti erano, Glazen Toren, Bfm, Almond 22, Loverbeer, Birrone, Etnia,Mastino, Hammer e infine Carrobiolo.
Durante il laboratorio sono state servite tre birre di Loverbeer, Montegioco e Bfm, vediamo quali.
La prima è prodotta da Valter è la Saison Cardosa, 5,9 % alc/vol, una saison vecchio stile, caratterizzata da 4 elementi, erba, frutto, vegetale e fiore.
La base viene fatta in tini di rovere grandi, con i lieviti della Beerbera, dove vengono selezionati i migliori, il luppolo usato è l' East Kent Golding.
Questa birra ci ha diviso un pò , a qualcuno non è piaciuta o meglio poco apprezzata, ma c'è un ingrediente sconosciuto a molti che dà  il nome a questa birra, il Cardo.
Il cardo è un vegetale simile al sedano, ma dal sapore simile al carciofo, tanti lo conoscono per essere il simbolo nazionale della Scozia.
Tipico della cucina piemontese, viene spesso usato nel piatto tipico, la Bagna Cauda, dove viene usato il più famoso Cardo Gobbo Di Nizza Monferrato , presidio Slow Food, mentre nella Cardosa viene impiegato il Cardo Bianco di Andezeno che si differenzia in amaro e solitamente è piu lungo.
La birra è color dorato, opaca e leggermente torbida, con schiuma finissima e per niente persistente.
A naso si sente il vegetale, acidità forte vicino all'acetico data appunto dal cardo, non mi è affatto dispiaciuta una volta saputo della presenza di questo nuovo ingrediente legato al territorio.
Passiamo alla birra di Montegioco, un blend di 2 birre , la Demon Hunter e la Mummia in piccole quantità per evitare l'acidità eccessiva.
Questa viene imbottigliata volutamente piatta senza alcuna rifermentazione in bottiglia. Grande finezza, piacevole,un fruttato pazzesco, amarene, maresce, mandorle amare e un leggero sentore di prugne.Che birra.
Passiamo alla birra di Jerome della BFM, quell' Abbaye de Saint Bonne Chaine che tanto amo, la miglior birra della giornata di cui ho già abbondantemente parlato in un precedente post ( bfm).
Queste 3 birre ho avuto modo di degustarle e capirle bene, mentre sulle prossime birre elencate mi sono soffermato meno.Non sono mancate delle sorprese.
Alla Bfm, la Procastinator, vinosa, acidula, poi un'ottima Helles che se non sbaglio viene fatta in 3 diversi modi cambiando il luppolo in dry hoppyng e la saison ,sempre leggermente acida.A mio avviso le miglior birre presenti al festival.
Passo al Birrone dove bevo la Cibus, chiamata pane liquido, ottima weizen bock , poi Birrificio Mastino che non conoscevo e provo la Ipa, 6,2 %, ben maltata e floreale, discreto amaro, ottime le 2 birre del Birrificio Hammer la Workpiece , una pacific ipa moooolto profumata da 6 % e la Westfalla, una Koln da 5%, ottima pulita, rinfrescante che penso prenda il nome dal mitico furgoncino hippy anni ' 70.
Infine finisco con 2 birre dell'amico Pietro del Carrobiolo , la Ginger Ale, buona ben caratterizzata dall'uso dello zenzero e la Triple in botte, a naso si sente il vino bianco, ma stranamente è passata in botti di barolo...come sempre ottime birre.
Purtroppo non ho bevuto niente del Birrificio Etnia, quindi alla prossima.
Dimenticavo le parole, gli aneddoti e le battute del grande maestro Jef, incontrarlo è sempre un onore.Alla prossima.

mercoledì 17 giugno 2015

Rest In Pils - Carlo Eugenio Fiorani

Qualcuno si sa è contrario, qualcuno no, troppe birre,  troppi birrifici e beer firm, se il risultato è buono , che male c'è anzi... ben vengano tante birre, ma purtroppo in qualche piccolo caso, c'è chi pensa a fare cassa e guadagnare, non essendo per niente competente in ambito birrario.
Non è certo il caso della birra che vi presento oggi, prodotta da una beer firm...una signora birra.
Un contadino, quindi agricoltore ma anche allevatore, con una grande passione, la birra, parlo di Carlo Eugenio Fiorani.
Di persona ancora non lo conosco ,ma spero presto di andare a trovarlo, si dice di lui esser un gran lavoratore, figlio della terra, del sacrificio.
Azienda agricola con sede a Castelverde ( cr ), una bella azienda di famiglia riaquistata nel 2012, diversi i prodotti dell'azienda di Carlo.
Malto autoctono, ecco il differenziarsi da tante altre semplici beer firm, un passato da homebrewer, il proprio cereale mandato in Germania per essere maltato, per dare vita a 2 birre a mio avviso eccezionali.
Le birre sono prodotte da Montegioco, Brewfist, Carrobiolo.
Una Pils e una Blonde, entrambe con un solo luppolo e il solo malto autoctono, mi dicono esserci in cantiere una terza birra.
Etichette semplici, in bianco e nero, che molto si avvicinano alle ben più conosciute De Molen.
Oggi apro la Rest In Pils , 5,7 %  alc/ vol, bassa fermentazione, classico color giallo paglierino, birra limpida e pulita, schiuma bianca ricca, cremosa e persistente.
Come detto un solo malto e un solo luppolo utilizzati,  quest'ultimo è sloveno, Aurora della famiglia dello Styrian Golding, usato anche in dry hopping.
Al naso sensazioni erbacee, floreali come camomilla e gelsomino, profumo di cereali, in secondo piano i sentori di agrumato e fruttato.
In bocca arriva fresca, ben maltata, amaro con un pò di secchezza finale e l'erbaceo che ci accompagna per tutta la bevuta mai troppo eccesivo.
Ottima , facile da bere e ribere, fresca e leggera.Consiglio di servirla a 8°.

ABBINAMENTI: come aperitivo, affettati, carpacci, carni bianche, verdure, pesce , molluschi e crostacei.

Formato 33 cl     5,7  % alc/vol       Pagata 6 € in birreria